Carl Miller e i suoi uomini erano seduti attorno alla tavola del soggiorno e stavano parlando tranquillamente di affari, come se nulla fosse. «Lara, portaci delle bottiglie di vino.»
Guardai Carl e lui mi fissò seccato dalla mia esitazione, così mi alzai dall'angolo in cui ero seduta per andare in cucina a prendere quanto mi aveva chiesto.
Ero finita nelle mani di uno psicopatico della peggior specie. Uno di quelli che non si manifestavano nella quotidianità e che quindi non venivano mai neutralizzati. Uno che anzi imponeva pubblicamente nella società la sua maschera indiscussa di persona in vista e di successo. Alla quale venivamo tributati rispetto e riconoscenza. Sulla sua tomba un giorno sarebbero state incise iscrizioni in suo onore da parte delle autorità cittadine e si sarebbero sprecate parole commosse per sottolineare le sue opere eccezionali. Era tutto così ingiusto e così crudele da darmi la nausea. Carl recitava sempre e ovunque e rappresentava la perfezione agli occhi della gente: comprensivo, amorevole, impegnato. Le sue esibizioni erano in vero e proprio delirio. Era veramente eccezionale come attore. Riusciva anche a parlare con una voce che esprimeva di volta in volta calore o preoccupazione oppure partecipazione, e chissà cos'altro ancora! Dimostrava un'ambivalenza degna del dottor Jekyll e Mr. Hyde. Un uomo con due facce che non perdeva mai il controllo se non tra queste quattro mura di casa che avevo fatto l'errore di affittare. Ma non era stato un caso e ora ne ero più che sicura, non credevo alle coincidenze e non ci avrei mai creduto.
Tornai da loro con le bottiglie e dei bicchieri e intanto mi dovetti sorbire alcuni commenti poco graditi e battutine idiote da parte degli uomini che m'infestavano la casa.
Carl aveva messo in atto quanto aveva detto e la maggior parte del tempo la passava nella casa sul mare in cui vivevo con mia figlia. Principalmente per tenerci d'occhio e poi forse per mantenere le apparenze.
«Dove l'hai trovata, Miller?»
Un sorriso comparve sulle labbra di Carl nel sentire la domanda del suo amico e inevitabilmente i suoi occhi furono su di me, così come le sue mani. Mi attirò a sé, premendomi contro di lui. Mi trattenne per dimostrare il suo possesso. Ingoiai il rospo amaro, per poi lasciar perdere come sempre perché ormai avevo imparato che cosa succedeva quando lo si rimproverava o si disobbediva ai suoi ordini e i segni che avevi addosso lo dimostravano.
L'odiavo in un modo che quasi me ne vergognavo, non era quasi niente in confronto all'odio che avevo provato per James, ed era proprio questo ad annientarmi maggiormente. Mi stava divorando dall'interno senza che potessi impedirlo.
Si stavano divertendo ancora a prendersi gioco della sottoscritta, quando una voce interruppe lo scempio che stava avvenendo. «Mamma? Non riesco a dormire.»
Abbassai gli occhi sulla mia piccola Samantha che aveva l'aspetto assonnato e indosso il suo bellissimo pigiama a pallini. Si stropicciò gli occhi e, rendendomi conto del silenzio che era sceso nella stanza, m'irrigidii e aggirai il tavolo per poi con tono duro dirle di ritornare subito a letto. Mi guardò impaurita senza capire che cosa avesse fatto di male ma, sentendo tutti gli sguardi su di noi, sentii l'ansia salirmi dal petto e ignorai la sua suscettibilità.
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Sangue Del Mio Sangue [Completa]
Romance[COMPLETA] *Scene Esplicite e Contenuti forti, adatti a un pubblico adulto. *Autoconclusiva *Prequel di Alba Nera: può essere letto separatamente, ma è consigliato leggere prima Alba Nera. ¦ESTRATTO¦: "L'amore per te è stata la cosa più importante...