Mi lasciai cadere di nuovo sul cornicione del ponte e iniziai a singhiozzare rumorosamente,cosí tanto che il ragazzo,Carter,credo si fosse spaventato.
<Cosa c'é che non va?> mi chiese.
<Niente.Tutto,tutto va male ,non c'é una singola cosa che vada come voglio io>dissi fra un singhiozzo e l'altro.
<Su non fare cosí..>lui cercava di consolarmi , lo capivo , ma in quel momento volevo soltanto piangere , il motivo era ancora da chiarirsi.
<E cosa dovrei fare?>dissi.
Dopo alcuni lunghi secondi arrivò la sua risposta:
<Non lo so.>
Ed era sincero, probabilmente perché neanche lui sapeva cosa fare della sua vita ed io ero così arrogante da chiedergli cosa fare con la mia di vita.Era una nottata fredda,c 'era un leggero venticello che scuoteva a malapena le fronde degli alberi lungo il torrente.
Guardai l 'acqua e stentai a credere che fino a qualche minuto prima ero cosi determinata e convinta che togliermi la vita fosse la risposta migliore.
<A che cosa pensi ?>la sua voce interruppe i miei pensieri e mi riportó alla realtà.
<Sto pensando all 'acqua,a come il mio corpo potrebbe giacere inerte sulla riva se mi fossi buttata,..io mi sento cosi stupida..comunque se vuoi puoi buttarti ,non ti impedirò di farlo.>
<No,prima devo assicurarmi che tu torni a casa sana e salva. >
Lo disse come se quella fosse la sua unica missione prima di morire.<Non devi,posso cavarmela anche da sola,sono cinque anni che lo faccio.Comunque felice di averti conosciuto Carter,date le cicostanze.>
Feci per andare via ma lui mi afferró per il braccio e mi costrinse a fermarmi
<Umh..Rose giusto?..>disse.
<Rosie.>
<Rosie...>
Il mio nome detto da lui mi fece venire la pelle d'oca, niente a che fare con il freddo.Il modo in cui pronunciò il mio nome..non so era strano,non uno strano cattivo ,uno strano..sorprendente,bello.
Nessuno l 'aveva mai pronunciato cosí.
<Ti prego fatti riaccompagnare a casa.> Nelle sue parole c'era una certa urgenza che non riuscii ad attribuire a niente, insomma, perché prendersi tanto a cuore una ragazzina che stupidamente voleva suicidarsi che aveva conosciuto da meno di dieci minuti?
C 'era anche qualcos'altro nella sua voce,riconobbi una punta di supplica,ma continuai a non capire perché ci tenesse tanto.
<Come vuoi.>risposi più per farlo contento che per altro.
<Perfetto,chiamo un taxi.>
<Non importa abito qui vicino possiamo andare a piedi.>
Senza dire nemmeno una parola ci incamminammo verso il mio piccolo appartamento ,e tutto quello volevo era stendermi sul mio letto e riposare.Il viaggio fu molto silenzioso nessuno dei due sapeva cosa dire. La situazione in cui ci eravamo conosciuti non era di certo una delle più comuni ne tanto meno la migliore,quindi era giustificabile l'imbarazzo che si era creato fra noi.
Girai a sinistra in una stradellina che conduceva direttamente al mio appartamento.
<Eccoci,siamo arrivati.>dissi alla fine del vicolo.<Grazie per avermi accompagnata comunque.>
<Dove sono i tuoi genitori?>
<Non ci sono.>rispondo sul vago,non volevo più dirgli la verità, soprattutto perché la gente , quando veniva a conoscenza della mia storia , mi guardava come si guarda un cucciolo di cane sperduto , la pena nei loro occhi era insopportabile e di certo non volevo vederla nei suoi di occhi,che ora vedevo fin troppo bene sotto la luce di casa mia . Erano verdi, dei bellissimi profondi occhi verdi.<e poi ,puoi smetterla di di fare tanto l 'adulto? Hai solo un anno piu di me.>
Questa volta risposi sulla difensiva, avevo bisogno di cambiare argomento.<Bene quindi posso entrare.>disse,come se non avesse sentito nemmeno una parola di quello che avevo detto e capii che lui sospettava qualcosa ,non aveva creduto alla mia flebile bugia. Non feci neanche in tempo a fermarlo che lui era gia dentro la palazzina.
Presi l 'ascensore che ci portò al terzo piano,aprii la porta ,che avevo lasciato aperta e entrai, Carter ovviamente mi segui.
<Bella casa>disse con sarcasmo mentre si guarda intorno.
Ovviamente il mio appartamento non era bello , ma il suo sarcasmo in qualche modo mi infastidi.
<Gia >risposi pragmatica.Comunque aveva ragione ,non avevo molti mobili ,c 'era solo un divano il tavolino e una televisione ,non di quelle al plasma ma di tutto rispetto,e questo per quanto riguardava il salotto.Inoltre dovevo imbiancare tutta casa e poi pitturarla .Ancora dovevo trovare i soldi per fare tutto questo,perche con una paga da barrista non guadagni molto.In compenzo avevo due camere da letto una delle quali la mia.A quest'ora potevo essere ricca o almeno non cosi povera come ora ma decisi di dare tutta l eredita dei miei genitori a una di quelle associazioni per curare il cancro o roba simile .Non volevo piu niente che mi ricordasse il passato.
Ed ora eccoci qui.
<Perche sei voluto entrare ?>gli chiesi per mantenere attiva la conversazione, Carter intanto posava lo sguardo su ogni oggetto o mobile e lo valutava , non so a quale scopo.
<Per fare due chiacchere>rispose sovrappensiero.
<Bene,il mio colore preferito é il rosa e amo i cuccioli> risposi sarcastica mente.
<Non cosí> rispose subito lui , sembra deciso...risoluto.
<E allora come ?>domani, di nuovo sarcastica.
<Dimmi perche l 'hai fatto...cioé perche lo volevi fare.>disse e il suo sguardo incrocio il mio.
<E tu?tu perche lo volevi fare?>
Non volevo rispondere alla sua domanda mi sembra troppo personale.
<Non ne voglio parlare>rispose svelto.
<E allora perche dovrei dirti perché io l'ho fatto se tu non vuoi dirmelo ?>
Non rispose.
<Vuoi qualcosa da bere?>dissi stanca di aspettare una risposta che probabilmente non sarebbe affatto arrivata.<ho della birra,o la coca-cola.>
<Vorresti uscire con me?>
Lo disse così, semplicemente, come se fosse la cosa più semplice del mondo, o come se non lo stesse chiedendo ad una completa sconosciuta.<Cosa ??!> esclamai molto confusa,se avessi avuto qualcosa in bocca , l'avrei sputata.
<Vorresti uscire con me ?> ripeté di nuovo mentre teneva fra le mani una cornice che ritraeva mio fratello , l'avevo appositamente sistemata al rovescio in modo da non vederla più.
<Nemmeno per sogno!>dissi <e ti dispiacerebbe rimetterla dove l'hai trovata quella?> ed indicai la foto.
<Dai ,voglio solo portarti fuori a mangiare qualcosa>disse ,come se non avesse sentito il mio rimprovero e rimise la foto girata,al suo posto.
<Perche ?,perche dovrei accettare?>chiesi.
<Cosi ci conosciamo meglio>
Sembrava sincero.Non sembrava come tutti gli altri ragazzi che avevo frequentato in passato,e poi qualcosa nei suoi occhi,che ora sapevo essere verdi,mi disse che dovrei fidarmi di lui.
<NO>dissi ferma.
<Ora sono io a chiederti perché>
La faccenda si faceva intrigante.<Perché non ci conosciamo nemmeno,perche...perche no>
Non avevo tanti argomenti per dirgli di no , più o meno quanti ne avevo per dirgli di si.
<Si é fatto tardi,e io devo andare,ti lascio il mio numero in caso ci ripensassi>Detto questo scrisse il suo numero su un post-it,trovato sul tavolino e dopo se ne andò,senza salutare , senza un minimo di preavviso, così come era apparso sul ponte se ne andò.
<Non lo faró !>urlai alla porta ormai chiusa.
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la fatalità del destino
RomancePer una fatalità del destino due ragazzi si incontrano su un ponte con l'intenzione di farla finita ,ma per qualche ragione decidono di frequentarsi,come amici ,ma quando ,per una successione di cose ,i due si frequentano questa relazione potrebbe c...