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Gli sbatto un piatto di pasta in faccia, molto fieramente. Sorrisi con le mani appoggiate sui fianchi.

«Ce l'ho fatta, visto?» Taehyung mi guarda un po' diffidente.

Sbuffa prendendo un fischiotto di pasta. Sì, era vera pasta italiana, (h/n) l'aveva trovata in un negozio di alimentari italiano e me l'aveva regalata prima di andare via. "Per sentire gusto di casa".

Mi vengono le lacrime agli occhi mangiando quel piatto così familiare. Mia nonna lo faceva ogni sabato sera, penne al pomodoro...

Tae nota che qualcosa non va e mi mette una mano tra i capelli. «Principessa... smile!» sorride, quel suo sorriso che mi ha fatto innamorare.

Sorrido anch'io, tirando giù la pasta e i vecchi ricordi.

«Quindi questa è la pasta che gli italiani mangiano tutti i giorni?» borbotta guardandomi. Rido.

«Non la mangiamo tutti i giorni!» mi arrabbio «sono solo credenze!».

«Ok ok, calmati vipera» ride fermandomi con un gesto delle mani.
«È buona è buona, va bene?».

«Sono calmissima! E lo so già che la pasta è buonissima» muovo i capelli con un ghigno di superiorità.

Mi bacia la fronte. «La mia piccola principessa sa cucinare, eh?».

«Già». Levo i piatti dal tavolo mettendole nella lavastoviglie. La chiudo e l'aziono. Mi rivolgo a Tae.

«Andiamo nel mio studio?» mi chiede appoggiando un gomito sul tavolo.

I miei occhi brillarono. «Sì!».

Mi prende per mano e mi porta fuori, chiudendo la porta alle nostre spalle. Mi da la chiave che infilo in tasca.
Mi porta nella stanza proprio di fianco al mio appartamento.

Quando apre la porta rimango scioccata. Un'enorme scrivania si stende davanti a me, stracolma di quaderni, penne e scartoffie.
Alle pareti bianche aveva dei quadri e delle foto di famiglia, oltre a dei pannelli fonoassorbenti.
Una grande parere manda luce direttamente sul tavolo da lavoro.
Sulla sinistra c'era una porta di legno, aperta su un bagno per me enorme.

«Il tuo studio è grande quanto il mio intero appartamento, wow» ridacchio.

«Infatti! È ingiusto! Dopo vado dal manager e gli dico di-».

«No!» lo fermai «Mi va benissimo quell'appartamento, lo pulisco più in fretta».

Mi scompiglia i capelli e sposta una poltrona, invitandomi a sedermi.

«Adesso mettiamoci la testa apposto, dobbiamo scrivere la nostra canzone».

Questa parola ha un dolcissimo sapore.

Annuisco. Vado alla tastiera lì di lato e ci passo una mano sopra. Non avevo mai suonato.

«Sia suonare?» mi chiede mentre mi siedo allo sgabello.

«No, ma mi è sempre piaciuto» un sorriso mi passa sul viso. Le mie dita iniziando a pigiare dei tasti, in scala.
Li suonai in modo irregolare, creando melodie stonate e non.

Sento lo sguardo attento di Taehyung sulle mie spalle. Cerco una musica dolce, che sapesse esprimere il testo della canzone. Vado a caso, a senso, non ho proprio idea di che nota andrò a toccare dopo.

«Ho visto un fiore, in quel giardino d'inverno.
Un fiore solitario, delicato come una farfalla» ascolto la sua profonda voce, stono una nota.

«Scusa» mormoro. Vorrei ricreare le note di prima e ci riesco in parte.

«Una mano leggiadra, l'aveva piantato, e protetto con tutta se stessa». Sentire la sua voce dal vivo è tutt'altra emozione. Mi smuove il cuore, sempre.

❛I Chose You❜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora