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Dopo una lunga odissea in aeroporto, tra cartelli in coreano e persone dappertutto, siamo arrivate all'uscita. "Si, ce l'abbiamo fatta!" Esclama (h/n) alzando le braccia al cielo. "E adesso? Che facciamo?" Mi chiede guardandomi. Noto un accenno di paura nei suoi occhi, forse è già stanca e non vuole più camminare. Povera illusa. "Ora, in metropolitana." Annuncio indicando la stazione. Ci incamminiamo e scendiamo gli scalini per entrare nella "vera" stazione della metro. Passiamo dai cancelletti grazie alla nostra card prepagata, che possiamo utilizzare ogni volta che vogliamo durante la nostra vacanza, e ci fermiamo davanti alla cartina. "Ma è immensa!" Si lamenta la mia compagna. "Frigni sempre, stai un po' zitta? Già che ti ho portato qui dovresti essermi riconoscente a vita." La guardo. "Chi ha convinto i tuoi a lasciarti venire?" Chiedo retoricamente.
"Tu." Mormora abbassando la testa.
"Chi ha organizzato il viaggio?"
"Tu."
"Chi ha comprato i biglietti per il concerto mesi e mesi prima per assicurarsi i posti migliori?"
"Tu."
"Chi ha comprato non-so-quanti CD per riuscire ad avere un posto nel fan sign?"
"Tu. Ed io."
"Ok, adesso va bene, vedo che le cose le sai. Dobbiamo prendere questa linea, quella blu." Decido dopo aver esaminato per un po' l'intreccio di linee. Ci infiliamo nel viavai di persone fino ad arrivare alla banchina giusta. Aspettiamo lì che arrivi il treno. "Ma sarà pieno zeppo di gente? Mo da fastidio stare a contatto con troppe persone." Afferma guardandomi. "Lo so, io odio quel tipo di condizioni. Speriamo che sia abbastanza vuoto, non chiedo di trovare un posto a sedere ma perlomeno di stare in piedi e larga." Confermo. "Bah, vedremo."
Arrivano i vagoni in perfetto orario, cosa che in Italia è quasi impossibile, e noto che sono quasi vuoti. "Hai visto? Non c'è nessuno." Affermo mentre le porte si aprono, sperando che il destino no faccia brutti scherzi.
Entriamo e il karma non sembra essere all'azione, perciò ci sediamo tranquille sulle poltroncine blu, insieme a una decina di persone massimo. Facciamo vari cambi di linea e passiamo da un treno all'altro molto facilmente.
"Aspetta." Esclama (h/n) appena seduta osservando il vagone e girando la testa a destra e a sinistra, per vederlo da diverse angolazioni. "Non è dove hanno girato quel video di introduzione di Beomgyu? Questo guarda." Tira fuori il telefono e mi mostra il video.

Mi guardo attorno. "Sì, è molto simile, ma sono abbastanza sicura che non sia questa, è quasi impossibile." Constato. "Già, hai ragione." Rimette il cellulare a posto e guarda davanti a sé. Chissà cosa sta pensando.
Dopo molte fermate arriviamo alla stazione più vicina al centro di Seoul. Usciamo alla svelta, ci intrufoliamo tra uomini in giacca e cravatta, donne con bamini o vecchiettini rimbambiti, saliamo le scale ed eccoci all'aria aperta. "Anche questa è fatta." Dichiara la mia amica. "Ok, adesso prendiamo l'autobus e andiamo al nostro hotel." Dico facendo cenno di andare alla fermata lì vicino. Controllo l'orologio, 9:33, perfettamente in orario. Dopo qualche passo sento un ciack!.
So benissimo cosa sia.
Mi fermo e mi guardo le scarpe. Ho un piede inzuppato in un bellissima pozzanghera di fango. "Ma vaffanculo." Impreco a bassa voce per non farmi sentire, gesticolando in ogni modo. "AH! Il piede nella pozzanghera! Ihihihihi." Guardala, quella brutta stronzetta sta ridendo senza un minimo contegno, appena arriviamo in camera giuro che la gonfio. Le rivolgo uno sguardo di fuoco e la insulto in ogni modo possibile. Continuo a camminare verso la fermata sentendo un brutto dei brutti rumori di acqua ad ogni mio passo, accidenti a me quando deciso di mettere le scarpe bianche. Quell'altra continua a ridersela di gusto.
Anche il bus è puntuale, saliamo e ci accomodiamo sulle sedute. "Stiamo attente, non dobbiamo fare molta strada qua." Raccomando con voce irritata. Infatti, dopo tre/quattro fermate, scendiamo e andiamo a piedi all'hotel, a un centinaio di metri di distanza. Ho tutto il piede zuppo, fa schifo camminarci. "Quando arriviamo in camera ci riposiamo un po' vero?" Mi chiede arrancando dietro di me. È mezza gobba, sembra essere davvero stanca. Mi ricordo che mi disse di volersi mettere a dieta. Seh, poveretta.
"Sì, appena arrivate ci riposiamo un po' ok? Fino all'ora di pranzo, poi mangiano e andiamo a visitare SEOULLLLLLLLL" Esclamo estasiata. A quel pensiero la rabbia per le scarpe è passata. "SEOULLLLL" Mi imita (h/n) saltellando. "Seoul, Seoul, Seoul, Seoul." Canticchio camminando. Tutti i coreani e turisti attorno a noi ci guardano stupiti, ma noi continuiamo tranquille. "Hai una bella voce sai? Secondo me potresti sbarcare nel mondo dello spettacolo." Mi rivela dopo avermi ascoltata un po'.
"Davvero? Ma qui non potrò mai diventare un Idol, sono straniera uff." Sbuffo diminuendo il passo per starle vicina. "Secondo me potrebbero fare un'eccezione. Tu provaci."
"Se tornerò in Corea. Questa volta ci stiamo una settimana, dubito che avrò il tempo per fare provini e tutto." La guardo. Mi piacerebbe fare l'Idol però. "Già, hai ragione. Tanto tornerai no?" Mi chiede sorridendo. "Se avrò i soldi sicuramente." Mi metto a ridere e lei si unisce a me. Tra varie chiacchiere siamo arrivate all'hotel. Entriamo nella hall e una bella luce calda ci accoglie. È piccola, ma mi accontento, non ho tutti i soldi per permettermi un hotel di lusso. Però sembra pulito e ben tenuto. "Potevi prenotare un albergo migliore." Mi rimbecca la mia compagna. "Li tiri te fuori i soldi?" Le chiedo in un sussurro. Allora abbassa la testa come a darmi ragione. Al bancone, chiedo le chiavi per la nostra camera, che scopro essere la numero 27. Ringrazio per le informazioni e salgo sull'ascensore, seguita dalla nanetta. La camera è piccolina ma è molto carina e ben tenuta. Le candide lenzuola senza macchia ricoprono i letti morbidi, i cuscini soffici hanno la federa color nocciola. Le pareti sono color corda con le rifiniture che riprendono le federe. Il piccolo lampadario spande una luce fredda, credo che siano a led. Esamina la stanza, davanti alla porta, poi contasta: "Dai, non è male, posso dormire tranquillamente." Si leva le scarpe, lasciandole in mezzo al corridoio e si butta sul letto a pancia in giù. "Buonanotte." Mormora. Riesco a contare un paio di secondi prima di sentirla russare.
Ma come fa?
Io prima di dormire passo ore a guardare il soffitto perché non mi addormento. Ha avuto almeno il buon senso di spostare la valigia vicino a quello che sarà il suo comodino. Sposto la mia e mi levo le scarpe, rimanendo in calzini. Mh, pure il calzino è bagnato. E ora che faccio con questa? Stringo la scarpa incriminata tra l'indice e il pollice e la porto nel piccolo bagno dentro al lavandino. Accendo l'acqua e la bagno per bene, ci metto del sapone sperando di pulire di più. Il rumore dell'acqua che scorre mi stimola i bisogni, perciò mi siedo sul water e la faccio con calma. La lascio a mollo per qualche minuto, la tiro fuori e cerco di asciugarla con il phon che ci offre l'hotel. Ha sempre degli aloni giallini che non sono il massimo, ma devo accontentarmi di queste, però il problema è un altro: non si asciugano. Dai scarpine, asciugatevi, che mi metto ai piedi sennò? Infatti, nella mia valigia, ho quelle e due paia di scarpe un po' più eleganti, scomodissime per camminare. Continuo a passare il phon al massimo, nella speranza che si asciughino in fretta. Sento un rumore, un russo precisamente, e mi ricordo che di là c'è (h/n) che dorme. Nulla la sveglierebbe, però non voglio rischiare perciò chiudo la porta con una gamba. Mi siedo sul water con la tavoletta tirata giù e continuo con il lavoro.

Si asciugheranno mai?

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Eccoci alla fine di un altro capitolo. Allora, vi dico che nel prossimo andremo a giro per Seoul a tutti gli effetti e ci metto una cosa bellosha <3

Rimanete sintonizzati su KitsuRadio per scoprire il continuo di questa fantastica (o forse no) storia

Ciaaaaaau♡

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