Apro gli occhi lentamente anche se ci sono delle luci blu e rosse che mi danno fastidio. <<Si è svegliata!>> sento urlare. Accanto a me c'è una donna bionda con gli occhi azzurri che emana uno sguardo di gioia e speranza. La osservo per un paio di secondi, ma poi inizio di nuovo a sentirmi stanca e assonnata. <<Resta con me, non ti addormentare>> mi accarezza il viso e poi inizia a darmi dei piccoli schiaffi sul volto per incitarmi a restare sveglia. << Sono Melanie, un paramedico, c'è stato un incidente ma andrà tutto bene ok? Ti stiamo per portare all'ospedale più vicino, devi cercare di non addormentarti altrimenti peggiorerai la situazione.>>.
Provo ad annuire ma sento un grandissimo dolore dappertutto <<non ti muovere, appena finiamo con tuo padre tiriamo fuori anche te>> mi stringe la mano.<<Dov'è mia mamma?>> inizio a piangere. <<tua mamma ha avuto una complicazione ed è stata trasportata d'urgenza con un elicottero, ma sono sicura che i medici stanno facendo il loro meglio per aiutarla, andrà tutto bene, te lo prometto>> il suo sguardo si rabbuia e i suoi occhi diventano lucidi. Pochi secondi dopo vedo spuntare dietro Melanie un uomo, probabilmente sulla cinquantina, con in mano qualcosa.
<<Ecco, mettile il collare intorno al collo, per quanto riguarda le gambe dobbiamo ancora aspettare per l'arrivo dei pompieri, c'è stato un altro incidente sulla statale ventiquattro e quindi la strada è bloccata, ma arriveranno tra dieci minuti>> la informa mettendo una mano sulla sua spalla, subito dopo si avvicina a me poggiando un ginocchio a terra. <<Allora, come ti chiami?>> chiede. <<Emily, mi chiamo Emily>> sussurro esausta. <<ok Emily, i pompieri stanno arrivando per tirarti fuori, pensi di riuscire a resistere altri cinque minuti?>> poggia la sua mano sui miei capelli accarezzandoli dolcemente.<<Cosa è successo alle mie gambe?>> dico continuando a singhiozzare, oggi sarebbe dovuta essere una giornata felice per me e invece come al solito mio padre era riuscito a rovinare tutto.
<<Quando l'auto ha avuto l'impatto con l'altra il sedile di tua madre si è rotto andando indietro, ora le tue gambe sono incastrate e noi non siamo riusciti a spostare il sedile. Ma le tue gambe non hanno nulla, non ti preoccupare, è un miracolo che tu sia quasi del tutto illesa>> ammette l'uomo accennando ad un sorriso.I minuti passano e finalmente i pompieri arrivano, in tre iniziano a cercare di spostare il sedile tramite l'utilizzo di un marchingegno che non avevo mai visto prima. Subito dopo vengo presa in braccio dai due paramedici e posata sul lettino. <<La mia bambola!>> grido. Successivamente vedo Melanie correre verso la macchina per prenderla e poi darla a me. <<Grazie mille>>.
Il viaggio in ambulanza prosegue bene, anche se sono ancora confusa sono riuscita a restare sveglia, principalmente perché sono preoccupata per mia madre e Noah.All'improvviso perdo la capacità di tenere la mia bambola, è come se il mio corpo non mi appartasse più e subito dopo inizio a muovermi violentemente. <<Sta avendo un attacco epilettico, dobbiamo portarla in ospedale immediatamente!>> sento urlare da una voce femminile. Dentro di me parte il panico, è come essere bloccati in un sogno dove si è consapevoli di star sognando ma non essere in grado di reagire. Questo descriveva esattamente quello che mi stava accadendo e volevo solamente potermi svegliare e realizzare che tutto ciò era solo un bruttissimo incubo. Ma purtroppo non era così.
La vita non è sempre buona, a volte ti colpisce, ti fa a pezzi e ti distrugge, ma forse è per una causa buona, forse tutto ciò servirà a rendermi una persona più forte in futuro. Eppure tutto ciò è troppo per me, ho solo otto anni, non dovrei vivere tutto questo, pensavo che la situazione con mio padre fosse già abbastanza, ma questo è ancora peggio.
<<Come sei cresciuta, guardati, sei così bella..>> riconosco questa voce. Apro gli occhi lentamente guardando nella direzione da cui proviene la voce. Noto di non essere più in ambulanza ma in ospedale. <<Nonna.. mi.. sei mancata.. tanto..>> fatico a respirare e ho dolore ovunque. <<Anche tu piccola mia>> dice accarezzando i miei capelli. Subito dopo il suo viso si rabbuia ed inizia a piangere <<Mi dispiace così tanto per quello che è successo, se fossi venuta io tutto ciò non sarebbe successo>> si mette una mano alla bocca e inizia a singhiozzare. Non ho nessuna forza per reagire, perciò mi limito a osservarla.
Di solito si vestita elegante, aveva partorito mia madre a sedici anni quindi era ancora molto giovane, ma oggi era diversa, i capelli erano disordinati e raccolti in uno chignon fatto caso, il mascara era tutto colato, gli occhi erano gonfi dal pianto e indossava una felpa e un pantalone da tuta che non si abbinava per niente con la parte sopra.
<<È stato papà>> riesco a dire utilizzando tutte le mie forze, sperando che lei mi possa sentire.Addosso a me ho un sacco di fili che si connettono ad una macchinetta e ho una specie di mascherina al naso che mi aiuta a respirare credo. Si mette una mano sui capelli e inizia a camminare avanti e indietro per la stanza <<Io lo sapevo che non doveva sposare quell'uomo! Non ha fatto altro che portare guai sin dal primo giorno che l'ha incontrata! Guarda cosa ti ha fatto! E cosa ha fatto a tua madre!>> si appoggia alla parente e lentamente si lascia andare scendendo fino ad arrivare a terra. <<Non se lo meritava, meritava di avere un matrimonio felice e una vita felice e ance tu...>> dice quasi parlando con se stessa mentre fissa il vuoto.
Le sue parole sono così vere ma allo stesso tempo così forti che mi fanno piangere. <<Voglio la mamma.. adesso>> dico.
Noto mia nonna alzarsi lentamente e avvicinarsi a me, mi prende per mano e non appena riesce a fermare il pianto inizia a parlarmi. <<Karen ha avuto una complicanza durante l'incidente, è stata in sala operatoria nelle ultime sei ore per far nascere tuo fratello, magari domani riuscirai a vederla..>> Il mio volto si riempie di gioia <<Quando posso vederlo??>> chiedo provando ad usare un tono più alto per mostrare la mia felicità. <<Non lo so, probabilmente verrà un'infermiera tra poco per avvisarci>>.
Non fa neanche in tempo a finire la frase che una donna vestita col camice bianco entra. Ha i capelli mori, raccolti in una coda, ma ciò che colpisce di più la mia attenzione è il suo sguardo, non capisco se è preoccupata per me o se è turbata per l'espressione che ha mia nonna in volto.<<Mrs. Peterson giusto?>> domanda a mia nonna. <<Si, sono io>>
<<Mi dispiace doverla informare che sua figlia non è riuscita a riprendersi dopo l'incidente, siamo riusciti a salvare il bambino ma lei è in coma e non sappiamo quando e se si sveglierà. Abbiamo tentato di tutto ma nulla ha funzionato.>>Quelle parole, dette in due secondi erano riuscite a distruggere tutto e a rovinare la mia infanzia per sempre. Nulla sarebbe più stato come prima a partire da quel momento.
STAI LEGGENDO
Hope - infanzia perduta
RomanceEmily una ragazza da un'infanzia turbata è pronta ad iniziare un nuovo capitolo della sua vità. Ma sarà in grado di viverlo serenamente? L'inizio del college la porterà a conoscere Liam, un ragazzo misterioso, arrogante e egoista che le scombusserà...