Capitolo 4

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Per favore leggete questo capitolo con la musica che ho messo qui sopra, non ve ne pentirete..♥️

Dalla macchina osservo la chiesa, che pian piano si sta riempendo di persone. Nate ha parcheggiato circa dieci minuti fa ma ancora non riesco a trovare il coraggio di uscire. Ammiro però, con fascino, la quantità di persone che è venuta a celebrare questa cerimonia. Sono passati dieci anni dall'accaduto e mia madre ancora non è stata dimenticata da nessuno, la amano ancora. "Se non te la senti di parlare davanti a tutte quelle persone posso farlo io per te" cerca di confortarmi Nate. "Devo farlo io, per mia madre" rispondo, senza distogliere lo sguardo dalla chiesa, che continuo ad osservare, nella speranza di intravedere mia madre insieme agli altri. "E' arrivato il momento" rivolgo lo sguardo verso Nate, ormai sono tutti dentro, manco solo io. Annuisce e entrambi scendiamo dalla macchina.

Nel mentre camminiamo per avviarci verso la chiesa, mi guardo intorno, il giardino è immenso, pieno di fiori rosa e viola e alberi maestosi. Il vento sta rendendo il tutto più magico, i palloncini bianchi situati ai lati della porta della chiesa oscillano e poi, verso il basso, vedo lei, mia madre. Mi chino, per guardare la foto che rappresenta lei in tutta la sua bellezza, mentre sorride come se il mondo fosse un posto magnifico. E' proprio così che voglio che lei sia ricordata, non come una vittima ma come una guerriera, una lottatrice. Mi rialzo e porgo lo sguardo verso la porta aperta, Nate mi posa una mano sulla schiena, passandola su e giù, come per darmi forza, faccio un sospiro profondo, ed entrambi ci incamminiamo all'interno. L'interno è ancora più magico, tutti sono vestiti di bianco in memoria di mia madre e accanto ad ogni fila, ci sono dei piccoli palloncini incollati ai lati delle sedie, anche essi bianchi. In fondo a me vedo i miei nonni che aspettano il mio arrivo con un microfono in mano. Accanto a loro c'è un'altra foto, questa volta più grande , ma con raffigurato me e mia madre il giorno di natale, distolgo lo sguardo dalla foto e guardo Nate per un secondo, che però sembra avere lo sguardo perso e distrutto. Una volta arrivata davanti ai miei nonni mi volto, e rivolgo un sorriso a tutti, un sorriso falso se così si può dire, perchè dentro di me mi sento morire, prendo il microfono che prima era nelle mani di mia nonna e dalla borsa prendo il discorso che mi ero preparata. Aspetto che i miei nonni si siedano insieme agli altri e inizio a leggere il discorso dopo aver aperto il foglio. "Voglio ringraziare tutti voi per essere venuti, per non esservi dimenticati di mia madre e..." mi blocco. Chiudo il foglio con il discorso che ho fatto e mi guardo intorno. Voglio che tutto ciò sia reale e voglio raccontare a tutti ciò che provo in questo momento. "Mia madre è una donna meravigliosa.. sapete, quando ero piccola le dicevo sempre che non vedevo l'ora di crescere e avere figli così da poter essere un buon esempio per loro come lei lo è stato per me. La foto che vedete accanto a me è la foto del Natale 2006, sembriamo felici vero?" stringo il microfono ancora più forte. "Beh lo eravamo, perchè mio padre non c'era, era al bar ad ubriacarsi. Come voi ben sapete l'incidente è stato causato da lui, era ubriaco e ha perso il controllo. Non lo perdonerò mai per ciò che ha fatto. Non solo perchè ha tolto una madre dalle braccia della propria figlia, ma perchè mi ha rovinato l'infanzia. Magari per i vostri occhi può sembrare un incidente, ma per me e mia madre subire violenze da lui era all'ordine del giorno. Ora, immaginate, anche solo per un secondo, di avere accanto a voi una persona che, ogni giorno, alla stessa ora, torna a casa infuriata, con occhi pieni di rabbia, occhi che emanano uno sguardo spaventoso, fa paura vero? beh per noi questo non era nulla. Ad ogni suo ritorno a casa io e mia madre sapevamo che saremmo andate incontro ad una serie di abuso sia fisico che psicologico. Ha sempre cercato di difendermi e io.. non sono mai riuscita a poter ricambiare.." dal mio viso iniziano a scendere delle lacrime "Ma infondo, che potere può avere una bambina contro un uomo ubriaco che prova rabbia verso il mondo?.. Per quanto possa essere orribile quello che sto per dire, credo che quell'incidente abbia finalmente dato pace a mia madre anche se non a me stessa. Non c'è giorno che passi senza che io mi chieda perchè tutto cio sia accaduto a lei e non a mio padre. Lei meritava di vivere.. meritava di incontrare Noah, e anche io.." inizio a singhiozzare e cerco di riprendermi prima di tornare a parlare. Mi guardo intorno e osservo come tutte le persone presenti sono anche esse commosse, alcuni piangono, mentre altri esprimono chiaramente uno sguardo triste. "Quello che mi fa più male è sapere che quel giorno, il giorno del mio compleanno, ho perso tutto. Ho perso mia madre e mio fratello, insomma ho perso la mia intera famiglia e ora come ora vorrei che accanto a me ci fosse il mio piccolo fratellino a darmi forza, a dirmi che tutto andrà bene. Ora Noah ha dieci anni ed è in adozione, e di lui ho soltanto una foto della nascita che mi ricorda che lui ancora esiste e, che, a diciotto anni, se vorrà potrà chiedere di poter avere i dati della sua famiglia biologica. Mi piace pensare che ora lui stia vivendo un infanzia felice, circondato da amore e da affetto, due elementi che non mancavano da parte di mia madre ma che sicuramente mancavano dalla padre di mio padre. Un giorno mia madre si sveglierà. Posso solo promettervi questo, non so quando, ne come ma me lo sento. Non finisce qui" sfoggio un mezzo sorriso che esprime speranza "Nella vita sono sempre le persone più brave ad andarsene via per prime, ma lei non ha ancora vissuto, si merita una seconda possibilità" concludo, prima di scoppiare in lacrime di fronte a tutti, finchè non arriva Nate ad abbracciarmi e rassicurarmi. "Sei stata bravissima, sono orgoglioso di te" mi sussurra ed entrambi ci avviamo fuori mentre tutti applaudono commossi.

Hope - infanzia perdutaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora