Oggi è stata una giornata intensa, ricordo a me stessa, mentre rivivo nella mia mentre ciò che è accaduto prima che tornassi a casa. È bello poter essere qui, in camera mia, isolata da tutti e dove posso dar vita ai miei pensieri tranquillamente. Osservo da sdraiata il soffitto, abbandonandomi con la mia mente a tutti i ricordi che ho di mia madre. "Se solo fosse qui in con me in questo momento..." dico tra me e me mentre emano un sospiro di sconfitta. Abbasso il mio sguardo verso sinistra, concentrandomi sulla vista al di fuori dalla finestra: ora sta piovendo. Certe volte mi ci rivedo nella natura, è così improvvisa ed inaspettata, proprio come la mia vita e quella di altre persone. Però la pioggia ha sempre fatto uno strano effetto su di me, mi ha sempre reso tranquilla e rilassata. Mi ricorda che, dopo la tempesta arriva sempre la quiete, e poi, a raggiungerli arriva lui, l'arcobaleno. Ancora sto aspettando di dargli il benvenuto nella mia vita, ho passato anni di tempesta e ora sono arrivata ad un punto in cui ho finalmente acquisito pace con me stessa, ma quand'è che inizierò anche io a vivere felice? Ma soprattutto, perché non ho ancora visto un filo di gioia nella mia vita? Deve sicuramente esserci qualcosa che sto sbagliando, forse sono io o forse semplicemente non ho ancora incontrato la persona giusta..
I miei pensieri vengono interrotti quando sento qualcuno bussare alla porta. "Entra pure" non appena la porta si apre la prima cosa che intravedo è una torta di cioccolato, non che la mia preferita, con la candela dei diciotto anni. È Nate. "Tanti auguri a Te.. tanti auguri a Emily.. tanti auguri a te.." In questo momento non so come reagire, ho sempre provato forte imbarazzo quando le persone mi cantavano la canzoncina di compleanno ma in questo momento apprezzo veramente questo gesto. I miei nonni non avevano organizzato nulla sotto mia richiesta, perché volevo che questo giorno speciale fosse per loro e non per me, per poter ricordare la figlia che hanno perso dieci anni fa. Sapevo che avrebbero sfoggiato un triste sorriso e che ci sarebbe stata una bruttissima atmosfera quindi mi ero rassegnata al fatto che avrei festeggiato il mio diciottesimo compleanno in completa solitudine. "Grazie mille.." dico cercando di trattenere le troppe lacrime che sto versando in questo momento. "Pensavo fossi tornato a casa a casa per dormire" sfoggio un sorriso, dimostrando che le mie lacrime sono di pura gioia "Non avrai mica pensato che ti avrei lasciato festeggiare il tuo compleanno da sola?" Risponde, mettendosi la mano sul petto, imitando una finta espressione da persona offesa. "Dai esprimi un desiderio e soffia" mi incita. *Desidero che mia madre si risvegli dal coma* dico nella mia mente prima di chiudere gli occhi e soffiare sulle candeline. "Allora, cosa hai desiderato?" Mi chiede in tono entusiasto. "Non te lo dico, altrimenti non si avvera, non lo saprai mai" mi sorride, prende la torta e la posa sul comodino. "Ah, si? Anche io ho espresso un desiderio lo sai?" Cerca di ammettere in tono serio ma senza riuscirci. Provo a restare al gioco e imitando il suo tono di voce dico "allora, cosa hai desider..." non faccio nemmeno in tempo a finire la frase che mi ritrovo con la punta del naso ricoperta di panna. Entrambi scoppiamo a ridere, prendo un po' di panna dalla torta e velocemente cerco di spalmargliela un po' nel viso. "Ora siamo pari" dico in tono soddisfatto. "Io invece non credo proprio" in pochi secondi Nate si avventa su di me cercando di farmi il solletico ovunque, sapendo che questo è senza dubbio il punto debole. "Nonono ti prego basta " continuo a dire senza riuscire a smettere di ridere nemmeno per un secondo. Lui ora è sopra di me, nel tentativo di riuscire a farmi il solletico ancora di più senza che io riesca a fuggire. Lo osservo. È ancora vestito tutto di bianco, un colore che, devo dire, gli dona molto. Lo rende ancora più affascinante e risalta molto i suoi occhi azzurri e il suo sorriso meraviglioso. E se fosse lui l'arcobaleno che sto tanto aspettando? Ho sempre considerato Nate un aspetto importante nella mia vita, ma non mi era mai passato per la mente di vedere lui come qualcosa di più, eppure ha tutte le caratteristiche che cerco in un ragazzo. Ora ha finalmente smesso di farmi il solletico. Restiamo entrambi nella posizione di prima, io sotto e lui sopra di me. I nostri sguardi si sono incrociati e noto come lui continua ad osservare le mie labbra e ad un tratto inizio anche io ad osservare le sue, sono carnose. Noto anche come il suo respiro sta diventando leggermente più affannato. Lentamente si avvicina di più alle mie labbra, posando poi la sua mano su una mia guancia e il pollice sul mio labbro inferiore, accarezzandolo. Le nostre labbra sono ormai a due centimetri l'una dall'altra e il mio respiro inizia anch'esso a farsi affannoso. Non avrei mai immaginato che una cosa del genere sarebbe mai potuta accadere tra di noi. Ma proprio quando le nostre labbra si stanno per incontrare, il mio telefono squilla. "Scusa" dico un attimo prima di allungare il braccio verso il comodino. Nate si sposta sul lato sinistro del letto mentre io sono ancora impegnata ad osservare la scritta "sconosciuto" sul mio cellulare. Decido di rispondere. "La chiamata corrente sarà a carico del destinatario, premi uno per accettare o due per rifiutare" senza pensarci due volte rispondo, nella speranza che sia una chiamata dell'ospedale, ma nulla avrebbe mai potuto preparami a questo.
"Pronto?" Chiedo.
"Tanti Auguri Emily, mi è mancato sentire la tua voce" La mia mano trema, non può essere vero.
"Papà?"
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Hope - infanzia perduta
RomansaEmily una ragazza da un'infanzia turbata è pronta ad iniziare un nuovo capitolo della sua vità. Ma sarà in grado di viverlo serenamente? L'inizio del college la porterà a conoscere Liam, un ragazzo misterioso, arrogante e egoista che le scombusserà...