21 luglio 2007, ore 17:35
Oggi è una giornata molto speciale per me, è il giorno del mio compleanno. Mia mamma in qualche modo era riuscita a convincere mio padre a farci portare dai miei nonni, nonché genitori di mia madre, per poterlo festeggiare. Sapevo che il viaggio sarebbe stato abbastanza lungo perciò sin da subito avevo iniziato a fare ciò che mi riusciva meglio: sognare ad occhi aperti. L'auto di mio padre era particolare, non avevo mai avuto l'occasione di salirci molto spesso quindi per me era quasi un'esperienza nuova. Apro la porta di casa mia e di corsa mi dirigo su di essa . Papà era già seduto davanti dalla parte del guidatore, però invece di avere le mani sul volante teneva con sé una lattina di birra, ma la cosa non mi preoccupava molto, tornava ogni giorno a casa ubriaco dopo aver guidato per almeno 20 minuti quindi era bravo e sapeva regolarsi.
Mentre aspettiamo l'arrivo di mia madre inizio a osservare alcuni dettagli della macchina: un finestrino è rotto, la radio non c'è più e i sedili sono pieni di macchie probabilmente dovute da tutte le volte in cui mio padre ha accidentalmente rovesciato l'alcol. Inizio a mettermi comoda e allacciarmi la cintura mentre cerco contemporaneamente di spostare le lattine che sono a terra utilizzando i miei piedi.
Pochi minuti dopo arriva mia madre che ci porge dei biscotti fatti in casa, ne afferro alcuni ringraziandola. Sono proprio come piacciono a me, morbidi e con le gocce di cioccolato. Osserva la mia espressione buffa mentre li divoro chiedendomi se mi piacciono << Sono buonissimi mamma! Grazie!>> esclamo mentre finisco l'ultimo boccone. Mi sorride entusiasta e si volta porgendo la scatola a mio padre che però si irrita e ne rovescia un paio <<Non li voglio i tuoi cazzo di biscotti!>> urla. Sussulto dallo spavento.
Dal finestrino davanti riesco a vedere gli occhi di mia madre, ha un espressione triste, sta quasi per piangere credo. <<Dovresti darne uno a Noah, sono sicuro che gli piacerà>> sussurro a mia madre accennando a mezzo sorriso. Si volta verso di me con aria confusa <<Noah?>> dice corrugando la fronte. <<Sì, il mio fratellino>> la sua espressione si addolcisce e mette una mano sulla pancia <<È così che lo vuoi chiamare?>> chiede. Noah in realtà era il nome che avevo dato al mio fratello immaginario quando mi divertivo a fantasticare di avere un'altra vita, ma sarebbe bellissimo se mio fratello si chiamasse Noah, sarebbe come trasformare uno dei miei sogni in realtà. <<Se anche a te piace si..>> le dico in tono timido, sperando che anche a lei piaccia.
Fa un cenno con la testa in segno di approvazione e poi si volta verso mio padre <<Cosa ne pensi Richard? Ti piace questo nome?>> chiede con uno sguardo speranzoso. <<Dategli il nome che vi pare, non ne voglio sapere>> risponde, con tono alterato mentre accende l'auto.Il viaggio prosegue per per circa due ore, mia madre mi aveva dato la mia bambola preferita che tenevo stretta a me cercando di dormire ma non ci riuscivo. Papà continua a sbagliare corsia, accelerare e frenare di colpo, quindi non riesco a dormire. Sono un po' preoccupata, da quando ha iniziato a guidare ha bevuto almeno altre 4 birre e quando mia mamma ha cercato di fermarlo ha iniziato a urlarle contro. Cerco di distrarmi un attimo e inizio a guardare fuori dal finestrino, vedo le macchine che passano e poi concentro il mio sguardo verso l'altro, osservando le nuvole diventare sempre più grandi, è una giornata nuvolosa quindi probabilmente molto presto inizierà a piovere. Dopo pochi minuti cado in un sonno profondo.
Poco dopo vengo svegliata da delle gocce che mi vengono addosso, sta piovendo e il finestrino di sinistra che è rotto, sta facendo entrare tutta l'acqua addosso a me. <<Spostati e vieni qui dietro di me tesoro, non stare dal lato di tuo padre che poi ti bagni tutta>> dice mia madre guardandomi dallo specchietto. Annuisco, mi strofino gli occhi, prendo la mia bambola che avevo fatto cadere mentre dormivo e mi sposto dietro di lei allacciando la cintura.Pochi secondi dopo riceviamo una chiamata da mia nonna. <<Posso rispondere io? Ti prego!!?>> chiedo a mio padre tutta entusiasta, ma vengo ignorata. <<Stiamo arrivando, non c'è bisogno di chiamare cazzo!>> dice in tono alterato <<Non parlare così a mia madre!>> ribatte mia madre con tono deciso e togliendogli il telefono dalle mani, che poco dopo dopo ritorna nelle sue. <<Che cazzo fai?!>> le urla.
<<Puoi insultare me quanto vuoi ma non ti devi permettere di avere questo tono ne con mia madre ne con mia figlia!!>> inizia a piangere. Papà non l'ha mai resa felice, l'unica cosa che era capace di fare era trattarla male, picchiarla e insultarla e le cose non erano nemmeno migliorate da quando era incinta, anzi.
Magari tra un mese quando nascerà Noah le cose cambieranno. Ma chi voglio prendere in giro?, saremo sempre una famiglia infelice.
<<Vaffanculo Karen, devi sempre piangere, lamentarti, fare la vittima, io sono stufo, di te e di quella mocciosa di Emily! Non vi sopporto più mi avete reso la vita un inferno!!!>> urla.
Ormai accecato dalla rabbia papà inizia a tirare i capelli di mia madre e la macchina inizia ad andare a zig-zag, noto anche che sta accelerando sempre di più <<lasciami stare!!>> grida, mettendosi entrambe le mani sui capelli che mio papà sta tirando, nel tentativo di fermarlo.
Inizio a piangere e a urlare chiedendogli di smetterla ma lui non mi dà retta, decido così di togliermi la cintura di sicurezza e da dietro cerco di togliere le mani di mio padre da lei ma non ci riesco, le mie mani sono troppo deboli. <<Basta ti prego!>> inizio a singhiozzare. Mentre mi rimetto nel mio posto e allaccio la cintura vedo mia madre togliere una delle sue mani dai suoi capelli e metterla sulla faccia di mio padre cercando di spingerlo via ma questo non fa a altro che peggiorare la situazione.All'improvviso papà perde il controllo dell'auto finendo nella corsia di sinistra, cerca di frenare nel tentativo di evitare lo schianto con l'auto nera in arrivo ma questo non funziona.
Mia madre inizia urlare in preda il panico << Oh mio dio noo!!!>> sento un boato fortissimo e le orecchie fischiarmi, la mia vista diventa sempre più appannata, confusa e pochi secondi dopo, vedo il buio più totale.
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Hope - infanzia perduta
RomanceEmily una ragazza da un'infanzia turbata è pronta ad iniziare un nuovo capitolo della sua vità. Ma sarà in grado di viverlo serenamente? L'inizio del college la porterà a conoscere Liam, un ragazzo misterioso, arrogante e egoista che le scombusserà...