Il mio sguardo si concentra sulle greggi che pascolano indisturbate tra le colline ed è lì che vedo un gigantesco castello, in stile barocco ma con dei tratti luminosi e pieni di luce. Percorriamo il vialetto, circondato da alberi tagliati perfettamente e identici, che porta al cancello dorato automatico. Infatti si apre da solo e ci addentriamo nel parcheggio, o meglio parcheggiamo davanti all'entrata dove c'è solamente un uomo in smoking bianco e due tizi, esattamente vestiti come lui, stanno ai due lati.«Che grandissima cazzata» borbotta mio padre, sistemando la sua giacca e uscendo dall'auto.
Sghignazzo per il suo commento ed esco respirando per la prima volta aria terrestre.
Ormai ho capito che sono tutti e tre angeli anche se non hanno le loro ali e non emano quella classica luce angelica.
«Finalmente, fratello! Pensavo che non avresti accettato di mandare la tua amata figlia qui e invece me la ritrovo davanti» esclama quello centrale.
Ha un sorriso smagliante e gli occhi blu solo talmente profondi da sembrare come il mare.
Mi avvicino mentre noto anche mamma uscire e posizionarsi vicino a noi.
«Caro Raffaele, non sai che piacere essere qui» lo saluta la mamma, abbracciandolo e lui ricambia.
«Oh anche per me anche se sinceramente non mi aspettavo che accettaste», e sorride.
Papà sbuffa, stringendo i pugni fino a far diventare le nocche bianche.
«In realtà non è stato facile dato che lui non voleva mandarla qui, sai come è fatto» alza gli occhi al cielo, riferendosi proprio a Lucifero.
«Si si, lo conosco eccome. Sicuramente perché lei potrebbe affezionarsi ad un angelo, a noi angeli, e quindi non tornare all'Inferno. Ah, il solito egoista!» ridacchiano entrambi, facendo ringhiare furiosamente il diavolo.
«Ah adesso basta!», si muove scattando in avanti con il pugno rosso dalla rabbia ma lo blocco velocemente dal braccio. Stacco subito la mano per quanto brucia e lui si gira verso di me con gli occhi ancora infuocati.
Sobbalzo dallo spavento guardando la mia mano bruciacchiata, sotto lo sguardo degli altri due che hanno causato tutto questo.
I suoi occhi ritornano quelli di sempre e fa una smorfia abbracciandomi e accarezzandomi i capelli.
«Perdonami, mi sono arrabbiato e ho perso il controllo. Non ti farei mai del male, fiorellino» sussurra, mentre lo stringo forte.
La mano brucia ancora tantissimi e non vedo l'ora di metterla sotto l'acqua ghiacciata.
«Scusami fratello, non volevo farti innervosire» si scusa l'angelo, diventando serio.
«Le tue scuse non servono proprio a nulla e ringrazia Amy se non ti ho toccato» sbotta, staccando l'abbraccio e passando un braccio sulle mie spalle.
Non è mai stato violento o arrabbiato con me e ammetto che mi ha fatto davvero paura la sua espressione furiosa e incontrollata.
«Mia cara, grazie infinite per il tuo gesto nobile. Sono l'arcangelo Raffaele, fratello di tuo padre, ma puoi chiamarmi benissimo zio. Ho deciso di adibire questa splendida dimora a Accademia angelica. Per qualsiasi dubbio puoi rivolgerti a me o a tutti gli angeli che incontri, che saranno ben felici di chiarire ogni tuo dubbio» si presenta ed emana tanta tranquillità, caratteristica che non mi passa inosservata.
Gli stringo la mano che mi porge, guarendo la mia ferita, e fa cenno a tutti e tre di farci entrare.
Entriamo mentre gli angeli che prima gli stavano ai lati adesso vanno dietro di noi.
«Davanti a voi c'è il corridoio principale di tutto l'edificio», indica, «Risale a cinquecento anni fa e ancora oggi conserva il suo originale splendore. Purtroppo, con il susseguirsi del tempo ha subito numerosi cambiamenti infatti ha un po' uno stile gotico, un po' barocco, un po' classico con tantissime colonne greche che vedrete in seguito. Insomma, è un luogo molto interessante sia dal punto di vista storico che proprio di bellezza» spiega, indicando i vari dettagli presenti.
«Non ci interessa di tutte queste futili informazioni, passiamo direttamente nel tuo studio e presentaci il programma delle attività che farà in quest'anno» lo blocca mio padre.
Sono sollevata dal fatto che l'abbia detto lui perché non ho voglia di una noiosa lezione di storia.
«Come volete, prego seguitemi. Remiel, Raguel, potete andare e, a proposito, organizzate subito un'assemblea straordinaria nell'aula maestra. Voglio tutti e diciannove gli alunni» annuncia e quei due scompaiono.
Entriamo in una grandissima stanza che comprende una scrivania antica, circondata da librerie che coprono le pareti.
Ci sediamo tutti su delle poltrone in pelle.
«Allora Amy, accettando di entrare a far parte della Woods & Charms Academy, ti impegni a partecipare ad ogni attività svolta. Ad esempio può capitare una passeggiata a cavallo, anche perché questi paesaggi sono davvero meravigliosi, o assemblee in cui discutiamo di argomento umani e non» inizia.
«Studierai qui materie basilari come la matematica, scienze, educazione fisica, storia, geografia, letteratura e, se vorrai, potrai partecipare volontariamente a musica, arte, recitazione, canto, fotografia.....Insomma ci sono tante cose da fare e suppongo proprio che tu non faccia alcuna lingua giusto?» sottolinea il fatto che mio padre mi ha fatto imparare qualsiasi lingua perfettamente, anche se sembra impossibile.
All'inizio annuisco solamente, ma poi sussurro un timido 'si' per non sembrare un asino.
«Benissimo allora, non c'è nient'altro da dire. Se vorrai contattare i tuoi genitori dovrai venire da me e stessa cosa se ti vorranno parlare, qualcuno ti avviserà» conclude.
Mio padre alza un sopracciglio con aria sospetta perché si aspettava che dicesse molto di più, e anche io a dirla tutta.
In ogni caso si alza e ci dobbiamo alzare tutti, uscendo poi per il corridoio.
«Ti lascio salutate i tuoi genitori, ti aspetto nel mio ufficio» mi avvisa, andando via.
Mia madre si tuffa subito su di me per stringermi in un abbraccio e la segue anche papà.
«Tesoro mi raccomando cerca di fare la brava, non come tuo solito» si raccomanda.
«Invece cerca di mettere scompiglio fra questi dannati angeli che si credono così perfetti» ribatte papà, facendomi scoppiare a ridere per aver detto le cose opposte.
«Ti vogliamo tanto bene, ricordatelo» mi dicono infine, partendo nella limousine.
«Adesso devi proprio seguirmi nell'aula maestra Amy, c'è un'assemblea che aspetta solo te», mi fa sobbalzare la voce di Raffaele.
Lo seguo mentre cammina con una sicurezza disarmante, anche se non riesco proprio a capire il perché di quest'assemblea.
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Lucifer's daughter (#wattys2020)
Short StoryNon essere umana come la madre per Amy già é stato un problema per tutta la sua vita, ancora di più se si considera la paternità. É figlia del diavolo, la Stella del mattino, quell'angelo che si è ribellato a Dio e adesso governa l'Inferno. Tutto c...