Capitolo 8

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«Allora, bellezza, adesso tu puoi scegliere se salvare loro o salvare te stessa» rompe il silenzio il quarto tizio, quello che li avrà catturati suppongo.

Come diavolo è possibile che siano riusciti a catturarci considerando che abbiamo dei poteri. La cosa assurda è che non riesco ad usarlo dannazione, ma forse anche loro.

Ella piange cercando disperatamente un contatto con il fratello, mentre Axel scuote velocemente la testa perché ha capito cosa voglio fare.

«Prendete me, loro non c'entrano nulla con questo» sospiro.

Noto che la ragazza e l'amico li liberano, portandoli però in una tenda.

Scatto verso di loro perché non erano questi i patti, ma sento uno sparo e una rete mi avvolge, facendomi cadere a terra.

«Lasciateli andare!» urlo, dimenandomi come un'anguilla.

«Non funziona così bambolina, non abbiamo detto che sarebbero stati liberati. Avranno qualche minuto per parlare tra di loro ma verrete tutti con noi» ridacchia come un pazzo.

«Non possiamo rischiare che qualcuno dica qualcosa, anche perché sappiamo chi siete. Certo, ci avete facilitato notevolmente le cose venendo qui, quindi grazie a te» continua l'altro.

Non so per quale motivo, e per la mia seconda volta dopo che sono nata, iniziò a piangere. Calde lacrime divano le mie guance bianche e si schiantano con il terreno, creando una specie di fanghiglia.

Papà, se mi senti, ti prego aiutami prego, anche se non riesci a sentire il contatto con lui.

«Se stai cercando di contattare qualcuno mi dispiace, ma qui i vostri poteri non funzionano» mi informa la ragazza, uscendo con Ella che stranamente barcolla e cadrebbe se non fosse che la sta tenendo quella.

L'amico, anche se credo che sia suo fratello, non porta proprio nessuno.

«Sono già nel Regno, non riuscivo a sedarli e ho deciso di mandarli nelle prigioni direttamente» spiega, ricevendo in cambio un segno del capo dei due.

Da quanto mi è sembrato di capire, quei due dovrebbero essere i capi.

«Bene, adesso possiamo tornare a casa» esclama e appaiono quattro macchine, tutte nere.

La ragazza ed Ella salgono su una, mentre l'ultimo tizio comparso e il presunto fratello sue due diverse.

«Sali, forza» mi incita il gigante, facendomi sedere accanto a lui.

Mi mette la cintura e parte, andando verso il laghetto.

«Ora mi vuoi dire come ti chiami? Hai visto che quei due non volevano ascoltare e adesso sono in prigione?!» mi dice, osservandomi di sottecchi.

Dopo qualche minuto trascorso a cercare di trovare i pro e i contro di rispondere alle due domande, accetto. «Amy» mormoro.

«Bene Amy, tu dovresti essere la figlia del diavolo se non mi sbaglio» afferma.

«Si infatti....ma voi come fate a sapere della loro esistenza?» domando.

«Ogni risposta a suo tempo, quando saremo nel Regno saprai tutto che vuoi ma non adesso» replica, facendomi l'occhiolino.

«E tu come ti chiami?» chiedo allora.

«Colton», e risponde finalmente ad una mia domanda.

Spalanco gli occhi quando noto che stiamo andando a tutta velocità contro la cascata, e chiudo gli occhi preparandomi all'impatto.

«Puoi aprirli eh, è il passaggio per entrare la cascata» mi prende in giro.

Riapro gli occhi lentamente e quello che mi trovo davanti è come un'altra dimensione. Ci sono colline, montagne, pianure, fiumi e più lontano persino un villaggio piuttosto grande.

«È qui che vivete?» faccio, ricevendo un cenno del capo.

«Brody, quello che ha catturato i suoi amici, è come un fratello per me e vive qui da tutta la vita, siamo cresciuti insieme» racconta, svoltando a destra.

«Quei due sono fratelli?» mi intrometto.

«Esatto, Ethan e Lilith sono fratelli, sono nati in Canada ma adesso vivono qui perché i genitori volevano far parte di questa famiglia.»

Quello che mi sconvolge di più, non è tanto che sia stata rapita da tizi che sanno della nostra esistenza e non dovrebbero, ma che Colton mi sta simpatico. Sia sta dimostrando gentile nei miei confronti, rispetto a tanti altri ladri che rapiscono le persone.

Non mi ha sedato, come hanno fatto quei due con Ella, e ansi, sta addirittura rispondendo ad alcune domande.

«Perché ci avete rapito? Volete attirare l'attenzione dei nostri genitori per avere un favore?», assottiglio gli occhi cercando di capire se mente o dice la verità.

Ricordo che la mamma mi aveva raccontato che alcune volte certi umani lo fanno, ma non mi dà quest'impressione.

«Che? Certo che no! Abbiamo bisogno del vostro aiuto per uno scontro» ride e mi sciolgo alla sua risata.

Uno scontro? Mi blocco.

«Vedi che non siamo guerrieri da utilizzare nelle guerre» ribatto.

«Lo so, ma secondo il vecchio del villaggio, voi siete la nostra chiave per la salvezza. Ci ha detto di rapire alcuni angeli, ma soprattutto di rapire te con il fatto che sei figlia di Lucifero» mi spiega e io sospiro pesantemente.

«Si sono figlia di Lucifero, ma non è lui che combatte le guerre, siete voi umani a farle. E poi mio padre mi ha sempre fatto vivere in una campana di vetro, perché dovrei essere utile a combattere?!».

Mi appoggia una mano sul ginocchio, senza malizia negli occhi, anche se da un lato questo contatto mi rilassa e dall'altro no.

«Ti stai sottovalutando, sei pur sempre sua figlia. Lo sai meglio di me che hai ereditato tanti dei suoi poteri» e stringe il ginocchio, riportando poi la mano sul volante.

Finalmente dopo tanti minuti arriviamo all'entrata del villaggio.

Le altre macchine sono già parcheggiate davanti ad un edificio enorme, e che guarda come incantata.

«Ti aiuto a scendere» commenta, venendo ad aprirmi lo sportello.

Mi prende in braccio in stile sposa per non farmi saltellare con tutta questa rete.

«Vorrei togliertela perché sei davvero ridicola ma scapperesti» sussurra al mio orecchio, mordicchiandomi il lobo leggermente.

Trattengo un respiro per la sensazione mentre i miei occhi si scontrano con il soffitto tutti affrescato. Saliamo le scale, o meglio lui sale le scale, e si ferma ad una porta.

La apre, rivelando una splendida camera da letto dai tratti scuri, che mi suonano molto familiari.

Mi porge un bicchiere di acqua e lo bevo, dato che è un sacco di tempo che non tocco qualcosa da bere.

Quello che non avevo tenuto in conto però, è che mi viene un sono pazzesco e sento che mi sdraia sul letto, coprendomi con le coperte.

«Veglierò io su di te» sussurra, lasciandomi con un bacio sulla fronte prima che i miei occhi si chiudano.

Lucifer's daughter (#wattys2020)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora