Capitolo 11

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Io e Colton ci alleniamo duramente da un'ora e non sono affatto stanca, mentre lui sta dando segni di cedimento.

Ho capito a cosa si riferiva il saggio prima: i miei poteri funzionano anche quando sono bloccati da altre forze. Nonostante questo, non voglio chiamare mio padre perché so che ne farebbe una tragedia e sarei costretta a tornare all'Inferno.

«Avete finito voi due?!» urla Axel, venendo verso di noi con tutti gli altri al seguito.

Atterro il ragazzo sotto di me, guardandolo con un sorrisetto impertinente.

«Battuto da una ragazza! Vergognati Cole» lo prende in giro Brody.

Aiuto l'interessato a risollevarsi e guarda l'amico con sfida.

«Vuoi battetti tu con lei, allora? Visto che dici di essere così forte», e Brody ghigna, venendo davanti a me.

Ha una statura imponente e il suo petto è estremamente ampio ma non mi faccio spaventare.

Mi salta addosso e riesco facilmente ad evitarlo, almeno fino a quando non mi guarda come se volesse uccidermi. Corre verso di me come un toro imbufalito e mi lancio in aria, atterrando perfettamente dietro di lui.

Incrocio le braccia al petto chiudendo gli occhi e scompaio, o meglio ai suoi occhi.

Continuo a colpirlo da invisibile ma poi, per non sembrare una codarda, riappaio e iniziamo a correre. Cerca di raggiungermi ma salto da un albero all'altro, volteggiando come se volassi e atterro sulle sue spalle.

Dandomi una leggera spinta, e grazie alla mia forza, lo butto giù e i suoi occhi mi fissano.

Lo strangolo con la mente e percepisco il colore dei miei occhi cambiare, talmente tanto che si notano nei suoi occhi impauriti.

Lo lascio andare e respira a pieni polmoni proprio nel momento in cui mi stacco da lui e vado via. Poi però, cerca di afferrarmi la caviglia ma con un salto atterro alla piazza di allenamento, decisamente lontano da lui.

«Tu imbrogli» mi punta un dito contro, arrivando davanti a noi.

«Non sto imbrogliando ma se vuoi il corpo a corpo ok» gli concedo.

Maledetto orgoglio maschile!

Si posiziona davanti a me con le gambe leggermente divaricate anche se dura poco perché in pochi secondi è già a terra ed io sono sopra di lui.

Sbatte le palpebre freneticamente, guardandosi intorno come spaesato.

«Ma cosa cavolo...?» inizia ma Colton lo anticipa.

«Te lo avevo detto, è impossibile prevedere le sue mosse» mi sorride, attirandomi a lui con un braccio sulle spalle.

«Non mi sono reso conto di nulla, accidenti! Ammetto che sei stata brava ma sono comunque più forte di te» mormora, e più convinto di così non si può.

Lilith scoppia a ridere. «Ti ha stracciato Bro, la ragazza ha fegato oltre ad essere la figlia del diavolo» ridacchia.

Incrocia le braccia al petto mettendo su un broncio da bambino piccolo.

«Non lo dirò mai questo!» borbotta, entrando in casa.

«È troppo orgoglioso» alza le spalle Colton, sempre abbracciato a me.

Ho l'impressione che questo ragazzo provi qualcosa per me, anche se ci conosciamo da pochissimo e non capisco come sia possibile una cosa del genere.

Passiamo il resto della giornata ad allenarci tutti insieme e non mi sono divertita mai così tanto in vita mia. So che è dipeso anche dal fatto che io non avessi amici ma più ci penso e più mi rendo conto che mio padre mi ha raccontato un sacco di cavolate per tutto il tempo. Gli amici non sono dei problemi di cui farsi carico, nè dei bambini piccoli che hanno continuamente bisogno di attenzioni.

«Ti vedo pensierosa? Non ti piace qui, vero?» mi richiama Cole.

Si fa chiamare anche dagli altri così e non gli dà fastidio se lo faccio io.

Ormai siamo da qualche minuto nella foresta, seduti sul ramo di un albero ad osservare gli altri.

«Non sono pensierosa e, a dire il vero, sono contenta di stare qui» confesso.

«Domani ci hanno dichiarato guerra quei cretini», scuote la testa facendo una risatina amara, «sono convinto che con il vostro aiuto dalla nostra parte ce la faremo.»

«Io lo spero, hai troppe aspettative nei nostri confronti» gli dico sinceramente, e gli tiro una gomitata scherzosa sul fianco.

Si volta verso di me, fissandomi in un modo quasi inquietante le labbra. Apro la bocca per chiedergli il motivo di questo comportamento ma unisce le nostre labbra, facendomene dimenticare.

Mi tiene il volto a coppa con le sue mani e le sue labbra sono così fresche che fanno un sollievo immenso dopo tutto questo caldo.
Allungo una mano sulla sua nuca, accarezzandolo lentamente con le unghie nere.
Si avvicina di più e ci mette più enfasi, quasi volesse godersi un momento che non ricapiterà altre volte.

«Ehi, voi due!» ci rimprovera Ella, sghignazzando con Ethan mentre si risposano.

Abbasso lo sguardo sotto di lei facendole la linguaccia e lei mi strizza un'occhio, con aria complice.

Lancio uno sguardo a Colton e mi lancio dall'albero, atterrando perfettamente in piedi. Ella mi salta addosso e intreccia le gambe alla mia vita, facendoci cadere entrambe a terra come due pere cotte. Scoppiamo a ridere mentre cerco di risollevarmi ma il suo peso non me lo permette.

Sbuffo. «Ella....» la richiamo e lei in risposta ride più forte.

Non penso che sia in alcun modo in sovrappeso, e non sono contro le persone in carne, ma non riesco a sollevare un peso de genere considerando il mio fisico minuto.

«Ok, ok, uffa però» borbotta, alzandosi e pulendosi i pantaloni.

Salto in piedi ormai libera e noto che anche il ragazzo dagli occhi ghiaccio scende sulla terra ferma.

Senza alcun preavviso, un tizio corre verso di noi e si ferma con il fiatone.

«Sire...» dice con affanno guardando Colton.

Adesso capisco perché è così tanto guardato con ammirazione e perché ci ha portato nella casa più grande del villaggio.

«Dimmi, Paul» replica il sottoscritto, guardandolo duramente.

«L'esercito è arrivato, cercano di superare le barriere» sputa infine.

Lucifer's daughter (#wattys2020)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora