27 Luglio 2019

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TOMMASO

«E allora ragazzi stasera che facciamo?»

Tommaso guarda i tre amici con preoccupazione. Sono in casa da pochi minuti dopo un'intensa giornata al mare fra beach volley, provolonaggine varia e battute del cazzo ad un gruppo di turiste tedesche ridacchianti. Pierdavide è semisdraiato sul divano che lecca la cartina a completamento dell'ennesima sua opera d'arte della giornata, Jesus telecomando alla mano cambia compulsivo i canali bofonchiando insulti in uno spagnolo poco gentile, Enrico è accanto alla cucina ad aprire e chiudere sportelli alla ricerca di qualche porcheria da ingurgitare.

«Ragazzi è sabato, che volete fare?» chiede nuovamente Tommaso ma nessuno lo calcola, alza gli occhi al cielo, sbatte le mani sul tavolo ed esce dalla stanza incazzato. Perché nessuno nella vita gli da mai retta? Enrico sa calamitare l'attenzione su di sé come saprebbe fare solo Gesù, Pierdavide fa lo scemo e tutti pendono dalla sua bocca, a Jesus invece non frega una cazzo che qualcuno gli dia retta. Ma a Tommaso l'interesse altrui non farebbe così schifo, il problema è appunto riuscire ad ottenerlo.

Sale le scale a due a due aggrappato al corrimano, entra nella stanza che divide con Jesus, apre l'armadio di legno bianco provato dal tempo, tira fuori maglietta e pantaloni poi cerca nel cassetto un paio di slip puliti ed esce dalla porta. Si ferma un secondo nel corridoio con lo sguardo verso la camera accanto alle scale, quella che occupano Chiara e Mia, le risatine che ne escono sono sincere e lo fanno sorridere. Se le immagina tutte e quattro stese sul letto a parlare di attori, trucchi, film d'amore ed ovviamente ragazzi. Sua sorella con le sue amiche fa sempre così. Chissà se stanno parlando pure di lui. Sospira e scende le scale.

Eppure non è che faccia schifo, Tommaso, anzi. È alto, il fisico di chi fa atletica da praticamente tutta la vita, i riccioli biondi che si schiariscono con facilità al sole, gli occhi chiarissimi, il sorriso dolce. E non è neanche così male come persona. Disponibile, gentile, cortese, abbastanza simpatico anche se mai volgare, premuroso, attento. Non è carismatico, quello no, e non è neanche stronzo. Ed alle ragazze, lo sa bene, gli uomini piacciono così. Bastardi. Tutto l'opposto di quello che è lui. Aveva creduto bastasse essere bellocci ma invece la vita non funziona proprio così.

Scende le scale pigramente facendo scorrere la mano addosso al muro, da un rapido sguardo agli amici, tutti e tre buttati sul divano a guardare un film di guerra già visto mille volte sottotitolato, mangiano patatine dal sacchetto e bevono birra fredda direttamente dalle lattine. Non si sono neanche accorti che lui non è lì con loro. Sbuffa e trattiene un vaffanculo mentre prende un asciugamano dal piccolo ripostiglio sottoscala e si avvia verso la doccia esterna.

Lo aveva letto prima della partenza che molte case di Malta hanno la doccia esterna, come nell'antichità. È una cosa che gli piace, farsi la doccia sotto al sole in mezzo all'erba, con l'odore dell'albero di limone che sta a pochi passi da quella struttura di mattoni. Si avvicina alla doccia, sfila la maglietta ed i pantaloni rimanendo in mutande ed infradito e fa per entrare quando sente l'acqua aprirsi. Si blocca lì ed aspetta un cenno. La voce di lei esce limpida e perfetta, non ha bisogno di musica per cantare.

So look me in the eyes tell me what you see perfect paradise tearing at the seams

Gli viene un po' da ridere. Quella canzone l'avrà sentita mille volte, sua sorella ci sta letteralmente in fissa. A lui quel gruppo non piace particolarmente, si vergogna a dirlo ma i suoi gusti sono classici e senza impegno, Vasco e De Andrè, Baglioni e Cocciante. Sua madre glielo diceva sempre Sei vecchio già da giovane e poi scoppiava a ridergli in faccia. Questo ricordo involontario gli fa male al cuore, una fitta profonda e netta che gli squarcia l'anima. Quando gli manca, la mamma.

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