CAPITOLO 4

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Eccomi qui,a vedere lo splendido spettacolo degli animali al pascolo. Sono sempre stata una appassionata di cavalli,il luogo che ci ha mostrato Lucas cinque giorni fà.
Approposito di lui..ci parliamo a malapena, è molto irritante a volte!

In questi giorni ho continuato a messaggiare con Alan,mi manca tanto. Mi ha avvisato anche che Mattias,il mio ex..gli ha chiesto di me. Gli ho creduto,come non farlo. Ma non mi importa,non avrà una seconda possibilità. No. Doveva pensarci prima,ora è troppo tardi!

-Luisa so che stai pensando a lui ora.-leggo l'ennesimo messaggio da parte sua.
-si,non riesco a fare altro. Mattias?-perché ho chiesto di lui?
-lui,continua a chiedermi di te. Non gli ho detto niente,tranquilla!-
-non deve saperlo,mi fido di te. Senti ora torno a casa,ci sentiamo domani..-invio.
-certo,se hai bisogno puoi scrivermi..lo sai.-scrivo un semplice 'grazie'.

Mi allontano,ripercorro la strada che conduce al giardino sul retro di casa. Raggiungo la piscina,mi siedo su una delle sdraio. Lucas ora starà di sicuro al palatenda,io da quel giorno non ci sono più tornata. La verità è che non ha senso continuare a evitarlo,per cosa poi?solo per dei miei stipidi tormenti?Mattias non fa più parte della mia vita,e ora che lo metta da parte. Può continuare a cercarmi quanto vuole,tanto non otterrà nulla!

Devo chiarire con Lucas,abitiamo sotto lo stesso tetto e non ha senso fare i musi lunghi ogni volta che ci incrociamo per casa,e stare in due luoghi diversi. So che tutto questo è partito da me,cercherò di rimediare. Ho visto come lui cercava ogni tanto di parlarmi,ma io lo evitavo. Sono una stupida.

Tra poco è ora di pranzo,quindi starà per tornare.
Infatti,parli del diavolo e spuntano le corna..come si usa dire. Lo vedo chiudere il cancello,la maglietta tutta bagnata di sudore e l'asciugamano dietro il collo con il borsone su una spalla. Appena mi vede,si blocca..io non so come,mi alzo di scatto e corro ad abbracciarlo come segno di scuse.

Rimane impassibile,per la sorpresa fa cadere il borsone a terra mi stringe forte.
"Come mai?in questi giorni appena mi avvicinavo scappavi."alzo gli occhi al cielo.
"Non farti strane idee Walker,dobbiamo parlare!"puntualizzo. Alza le sopracciglia sorpreso.
"Volevo chiederti scusa per come ti ho trattato. Non avevo nessun diritto di trattarti così,insomma..scusami."mi sento totalmente a disagio. Le guance per poco non esplodono.

"Scusami tu,la colpa è anche mia. Non dovevo farti pressione,passiamo sopra."sorride. Cavolo che sorriso!
"Si,in fondo è una cosa da niente. Quindi,amici?"tendo la mano,lui stringe delicatamente. Brividi.
"Amici."menomale,un peso tolto.
Entriamo in casa,come sempre mia madre sempre alle ricerca di chiacchiere.

"Vedo che tua mamma si è già abituata da subito qui."dice il ragazzo al mio fianco. Sono sicura che è solo una maschera,perché so che sta male per quello che stiamo vivendo.

"Si lei è sempre stata così..."sorrido.
"Oh ragazzi siete qui,andate a lavare le mani il pranzo è in tavola!"annuncia Clara.
"Va bene,ho una certa fame.."entro in cucina.

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Dieci giri di campo,venti salti con la corda e ora con la palla in mano e ginocchiere pronta a esercitarmi a fare la schiacciata con la rincorsa.
Sono un pochino fuori allenamento, però ammetto che me la cavo ancora abbastanza bene. Infondo,una volta che impari è difficile dimenticare.

Subito mi tornano in mente le parole di Lucas,dell'altro giorno. Mi piacerebbe fare di nuovo parte di una sguadra,ma ancora non mi sono abituata,non mi va di 'abusare' della buona volontà dei suoi genitori. Mi dà fastidio pensare che ormai noi dipendiamo da un amico di mio padre e da sua moglie,come se noi non siamo cavarcela da soli.

È tutto così difficile!
"Ei Luisa,stai bene?"una mano mi scuote la spalla,io per lo spavento faccio volare la palla in aria. Tiro una gomitata. Sento quel qualcuno genere dal dolore. Oddio no. Ma come ho fatto a non capire che era lui?

UNO SPLENDIDO ERROREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora