Capitolo 2

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"Isabella anche questa volta senza compiti, la scuola é cominciata da due settimane, e tu l'hai cominciata prorpio bene eh, é la terza volta che non fai i compiti di matematica, e io sono venuta solo quattro volte!" Cazzo, é rossa dalla rabbia. Ma non mi sono mai fatta mettere i piedi in testa dai prof. e mai lo farò.

"Professoressa, scusi, ma sono l'unica che non li ha fatti? No, perché se legge bene ci sono anche Martinelli e Longo che non li hanno fatti, ma come sempre lei se la prende con me, le preferenze non sono gradite.." rispondo nervosa.

"Adesso sto parlando con te, poi me la vedrò con gli altri.." dice.

"No, prof. dovete smetterla di dirlo, sappiamo tutti che lei se la sta prendendo con me perché sono l'unica che sa tenerle testa"

"Bianchi, adesso basta, portami il diario, sarà l'ultima volta che vieni senza compiti te lo assicuro.."

Senza fregarmene delle sue parole 'timorose', mi alzo, butto da un metro di distanza il diario sulla cattedra e vado a risedermi.

Inizia a sfogliarlo, come se potrebbe beccarmi qualcosa fuoriposto, ma per sua sfortuna sono molto ordinata, odio il disordine, e scrivo sempre tutti i compiti, anche se non li faccio ma vabbeh..

"Bianchi la nota dell'altra settimana non l'hai ancora portata?"

"No prof. lei non mel'ha ricordato"

"Ma sei stupida? É ovvio che se ti metto una nota tu devi portare la firma."

"No lei non ha capito, io il giorno dopo che mi ha messo la nota, avevo intenzione di portare la firma solo che me ne sono dimenticata e siccome lei non mel'ha chiesta, pensavo che non le importava più allora non l'ho portata, ecco tutto.." rispondo sorridendo, fiera del discorso appena uscito dalla mia bocca.

"Quindi se io non te la chiedevo più tu non la portavi la firma?" Chiede sgranando gli occhi. Okay é arrivata al culmine della pazienza e io sto esagerando, ma poco m'importa.

"Esattamente prof." Sorrido ancora.

"Bianchi, un altra parola e ti sbatto fuori" sta praticamente cercando di non gridare.

Mi giro guardando gli altri e mi stanno tutti sorrideno o facendo gesti con le mani del tipo 'ti stimiamo e grazie per averci fatto perdere tempo' sono stimata per aver risposto a una prof. E se la prendo a botte mi daranno na' corona?

"Isa..Isa.." mi chiamano.

"Dimmi Giorgia"

"Mi presti una molla per capelli?" la sento amalapena perché é dall'altra parte dell'aula.

"Aspetta.." prendo una molla dal mio braccio, ne porto sempre tante con me nel caso ce ne fosse bisogno, e gliela lancio, ma per sbaglio arriva ai piedi della professoressa che mi lancia un occhiata minacciosa, che la fa sembrare ancora più brutta del solito.

Cerco di trattenere le risate ma non ci riesco, allora metto la matita in bocca ma ancora niente. Tenendo ancora la matita in bocca mi scappa una risatina che fa girare la prof. per la millesima volta verso di me. Okay, ho davvero esagerato, sta per scoppiare.

"Bianchi FUORI!" Questa volta non é riuscita a trattenersi dal gridare.

"Prof, adesso cosa ho fatto? Scia professoré ora mi sto zitta giuro."

" 'Scia' lo dici quando parli con tua madre, adesso fuori e togliti quel ciuccio dalla bocca, FUORI ADESSO.!" Ora mi fa paura .

Esco avvicinandomi alla cattedra.

"Si aspetti il peggior anno della sua vita." Dico sorridendo.

Esco facendo un occhiolino alla classe e sbattendomi la porta alle spalle.

Per fortuna é nuova di qui e non mi ha mandata dalla preside. Non sa nemmeno le regole, non sa da che ora a che ora é la ricreazione, secondo lei dura venti minuti, e venti minuti siano.

Quella zoccola mi farà passare entrambe le due ore fuori, tanto vale farmi un giro per la scuola, soprattutto ora che ho visto quella puttana della vicepreside uscire da fuori.

Vado al secondo piano e entro in ogni classe con la porta aperta dove ci sono i miei professori, a salutare, che poi loro mi cacciano é un dettaglio particolare.

Mi soffermo davanti la 3B la classe di Gabriella.

Da quel che vedo dentro c'è la prof di inglese che sarebbe anche la mia professoressa.

Vorrei entrare ma ci sono così tante troie cafone in quella classe -a parte Gabriella- che mi guardano come se avessero visto un fantasma e poi c'è quello stronzo di Federico, é un amico di mio fratello ma Dio solo sa quanto lo odio. Ogni volta che ci incontriamo mi insulta. Lo detesto e non voglio fare una figuraccia avanti a tutti.

Decido di entrare ugualmente. Isabella Bianchi non ha paura di nessuno tanto meno di un cretino come quello.

"Professorèè.." dico entrando e appoggiandomi allo stipite della porta.

"Isabella, perché non sei in classe?" Chiede continuando a scrivere alla lavagna.

"La Toscano era noiosa allora mi sono fatta sbattere fuori, e adesso sto girando di classe in classe perché dovrei stare fuori per due ore.." sorrido.

Gabriella mi guarda e ridacchia cercando di non farsi sentire.

Con la coda dell'occhio vedo che sta ridendo anche Federico ma poco importa.

"Isa, torna in classe dai." Dice calma. Mi sorprende sempre. Potrebbe essere investita da un treno ma secondo me lei continuerebbe ad essere calma.

"Ho fatto arrabbiare la prof così tanto che se metto piede in classe, mi fucila."

Tutti ridono e la professoressa sorride.

É sempre stata comprensiva, é la mia preferita infatti.

"Vuoi fare inglese con noi? Così almeno non ti fai vedere dalla preside in giro, dai siediti. Lì, vicino a Federico c'è posto."

No, no e no. Vicino a quello non mi siedo.

"No prof. io.."

"Su, siediti"

Infondo cosa potrebbe mai succedere?

Mi avvicino e mi lascio cadere sulla sedia, allontanandomi il più possibile.

Una pallina di carta mi colpisce la mano.

La apro e leggo 'che c'è? Non vuoi sederti con me per caso?' Mi giro e Federico sta sorridendo.

Perfetto, ha già iniziato a rompere.

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