Capitolo 3

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Talia pestò i piedi "Avete permesso che la spada venisse rubata! È così stupido! A quest'ora Crono l'avrà già ricevuta!" Le frecce di Talia fiorirono di rose a stelo lungo. L'arco si trasformò in un tralcio di caprifoglio punteggiato di fiori bianchi e oro.
"Stai attenta cacciatrice –la ammonì Persefone- Tuo padre potrà anche essere Zeus, e tu sei la luogotenente di Artemide, ma non ti permetto di parlarmi in modo irrispettoso nel mio palazzo!"
Talia serrò i denti cercando di non mancare di rispetto ad una dea "Il mio... arco..."
Persefone sventolò una mano. L'arco e le frecce tornarono normali. "Ora siediti ed ascolta. La spada non ha ancora lasciato gli inferi. Ade ha usato le altre chiavi per serrare il regno. Niente e nessuno potrà entrare o uscire finché non avrà ritrovato la spada, e Ade sta usando tutti i suoi poteri per localizzare il ladro."

Talia si sedette di mala voglia "Allora noi a cosa dovremmo servirti?"
"La ricerca della spada non può essere resa pubblica –spiegò la dea- Abbiamo chiuso il regno ma non abbiamo spiegato il perché l'abbiamo fatto, e i servi di Ade non possono essere usati per la ricerca. Non possono sapere dell'esistenza della spada finché non sarà completata. E di certo non possono sapere che è stata rubata."
"Se pensassero che Ade è nei guai, potrebbero disertare –indovinò Nico- e unirsi ai Titani."
Persefone non rispose, ma se una dea può sembrare nervosa, allora lei lo era.
"Il ladro deve essere un semidio. Nessun immortale può rubare l'arma di un altro immortale in modo diretto. Persino Crono deve attenersi all'Antica Legge. Ha un eroe quaggiù, da qualche parte. E per catturare un semidio... ne useremo altri quattro." Disse convinta la dea.

"Perché noi?" Chiese il figlio di Poseidone.
"Perché site i figli degli dei maggiori." Rispose Persefone.
"Sara no, non ha poteri come i nostri. –parlò Nico- Lei è più in pericolo di noi, rischia grosso."
"Se ho scelto anche lei ci sarà un motivo. So che ti è difficile Nico ma prova a fidarti di me una volta." Disse la dea rivolta al figliastro.
Nico borbottò qualcosa che assomigliava ad un insulto che la dea fece finta di non sentire.

"Io non mi fido di Ade." Annunciò Talia.
"Infatti, perché dovremmo fare qualcosa per lui. Per di più dargli una superarma? Giusto Nico?" Disse Percy.
"Devo farlo, Percy. È mio padre." Disse Nico dopo un attimo di esitazione.
"Oh, ma per favore –protestò Talia- Non penserai che sia una buona idea!"
"Preferisci vedere la spada nelle mani di Crono. Io non so te ma la preferirei mille volte nelle mani di Ade." Sbottai io, insomma... neanche io provavo molta simpatia per il sovrano degli inferi ma meglio che la spada finisca nelle sue mani che in quelle di un pazzo scatenato accecato dalla voglia di potere.

"State perdendo tempo. –ci avvisò Persefone- Il ladro potrebbe avere dei complici negli Inferi e potrebbe cercare una via di fuga."
Percy aggrottò la fronte "Pensavo che avessi detto che il regno è chiuso."
"Nessuna prigione è ermetica, nemmeno gli Inferi. -sospirò Persefone- Le anime sono sempre in cerca di nuove vie di fuga più velocemente di quanto Ade possa trattenerle. Dovete ritrovare la spada prima che lasci il regno o tutto sarà perduto."
"Anche se volessimo farlo –disse Talia- Come faremo a scovare questo ladro?"

Una pianta in un vaso apparve sul tavolo: un garofano giallino, dall'aria malaticcia e con poche foglie verdi. Il fiore era inclinato di lato come se cercasse il sole.
"Questo vi aiuterà." Disse la dea.
"Un... garofano?" Disse scettica Talia
"È un garofano magico. Vi indicherà da che parte è il ladro. Ogni volta che perderà un petalo vuol dire che il ladro è più vicino all'uscita." Spiegò Persefone.
Neanche a dirlo un petalo si ingrigì e cadde a terra.
"Se tutti i petali cadranno significa che il ladro è riuscito ad uscire e portare la spada a Crono." Concluse la dea.

Guardai tutti i miei compagni e vidi in Nico la voglia di rendere fiero suo padre. Avrebbe accettato la sfida, con o senza noi.
"Io ci sto." Disse Nico.
"Io anche." Assecondai il ragazzo che mi guardò con l'ombra di un sorriso sulle labbra.
"Ad una sola condizione –disse Percy- Ade dovrà giurare sullo Stige che non userà mai questa spada contro gli dei."
Persefone alzò le spalle "Non sono Ade ma sono sicura che lo farà, come ricompensa per il vostro aiuto."
"Okay, ci stiamo." Disse Talia.
"Prima che partiate –disse la dea- Sara, potresti venire con me un minuto." La dea indicò una porta ed io un po' titubante la seguii.

"Non aver paura, non ho intenzione di ucciderti, o almeno, per ora non mi hai dato dei motivi per farlo." Ridacchiò la dea.
"E vedrò di non darne mai." Risposi con rispetto.
"Voglio tagliare corto e non girarci attorno. Ho una cosa per te. Un'arma. So che non ne hai una e penso che ti possa essere utile." Disse Persefone donandomi un braccialetto.
Io allungai la mano per prenderlo. Notai che aveva svariati simboli. Erano tutte armi: un arco, un pugnale, delle frecce, una spada, uno scudo e una lancia.
"Quando avrai bisogno di un'arma di basterà sfiorare uno dei ciondoli e l'arma di comparirà in mano. Per farla scomparire di basta pensare di non volerla più."
"Grazie." Dissi soltanto alla dea mentre mi mettevo il bracciale.
Alzai la testa per salutare la dea ma davanti a me non c'era più nessuno.

Stranita tornai dai miei compagni.
"Cosa ti ha fatto?" Mi chiese Talia.
"Mi ha dato questo bracciale –spiegai io- Quando ho bisogno di un'arma mi basterà solamente toccare uno dei ciondoli." Finita la mia frase un altro petalo si staccò dal garofano.
"Dobbiamo sbrigarci." Disse solamente Percy.

Scusatemi per la lunghezza del capitolo ma era tardi e Wattpad mi ha cancellato le bozze Porco Crono.

La spada di Ade~Fanfiction Percy JacksonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora