Capitolo 2 - 16.03.09 23:04

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«Allora siete pronti?»

«Sei sicuro che non stia dormendo?»

«Dai, non importa.»

«Entriamo al 3...»

1...2...3

Entrammo tutti e sei nella camera di Yoongi. Io e Taehyung lanciavamo coriandoli addosso al nostro hyung seduto alla scrivania, voltatosi verso di noi per la sorpresa. Hobi aveva la torta tra le mani con le tre candele accese su di essa. Jungkook mise sulla testa del festeggiato delle orecchie da gatto.

«E ora spegni le candeline, dai!», esclamò il maknae euforico mentre Yoongi si alzò e si pose davanti a Hoseok, solo la luce vibrante del desiderio nascosto tra quelle candele li divideva. Abbassai lo sguardo, scocciato.

Erano già passati più di sei mesi da quando avevo scoperto la loro relazione, in realtà ne erano tutti a conoscenza. L'unico che non la accettava, e non la accetta ancora oggi, sono io. Perché? Me lo chiedo in continuazione... Dopotutto sono semplicemente perfetti insieme, Hoseok è la luce di Yoongi, l'unico che può stare al suo fianco... Perché io non riesco a essere tanto luminoso quanto lui?

Immerso tra i miei pensieri, in quei pochi istanti durante i quali il desiderio si era perso tra il fumo delle candele spente, mi ha distratto Seokjin che appoggiò un braccio sulla mia spalla iniziando ad agitare due bottiglie di soju davanti al mio viso:

«Ehi, ragazzi, non è una vera festa senza alcol!»

Incredibile come basti una sola parola, "alcol"...e tutti gli occhi s'illuminano. In pochi secondi ci ritrovammo seduti, chi sul letto, chi a terra, a bere soju e birra senza alcuna preoccupazione a porci limiti, senza alcuna gelosia a fermare la nostra felicità. Trascorsero ore tra la musica, qualche gioco di poco conto, l'ebbrezza e forse troppo divertimento. Ma come in ogni festa non può mancare l'alcol, allo stesso modo non può mancare il cosiddetto "guastafeste". E non poteva essere altri se non il nostro adorato maknae, l'unico ragazzino di 18 anni capace di stuzzicarmi a non finire senza farmi perdere la pazienza:

«Hoseokie...ma se sappiamo tutti che lo prendi in cu-», s'interruppe scoppiando in una risata. Abbiamo sperato tutti, per un istante, che fosse finito tutto lì, ma l'alcol prese il sopravvento:

«Volevo dire...Hoseokie-hyung, perché non baci il festeggiato? Fagli almeno questo regalino!»

Il silenzio piombò nella stanza, nemmeno Jungkook rideva, si limitava a guardarmi negli occhi: voleva sfidare la mia pazienza, la mia gelosia, la mia felicità.

Commisi un errore.

«Tanto lo sappiamo tutti qui...cosa state aspettando? Forza, solo un bacino!», era la mia voce che parlava, era l'ebbrezza che mi guidava...no, ero io, con tutta la rabbia che avevo dentro, mascherata da quel sorriso che faceva urlare migliaia di ragazzine.

Sinceramente non mi aspettavo alcuna reazione, o forse dentro di me la speravo, ma quando giunse non la accolsi a braccia aperte. Hoseok accarezzò la pelle d'avorio lasciando che le dita affondassero nel buio dei morbidi capelli, uno sguardo, un sorriso...e le sottili labbra morbide di Yoongi, un'altra volta, non toccarono le mie. Un'urlo divertito e qualche risata pervasero la stanza. Quel breve momento durò per me in eterno e tutto divenne semplice tenebra indistinta.

Ma il vero errore accadde nel momento in cui quella tenebra fu illuminata da una flebile luce fioca e timida. La porta della stanza si aprì, ne uscì Yoongi. E la luce furono proprio i suoi occhi che mi ordinarono di seguirlo. Non sembrava essersene accorto nessuno, forse solo Hoseok, ma poco m'importava perché non avevo intenzione di perdere la mia ennesima chance.

Mi alzai e seguii Yoongi. Uscito dalla stanza, lo vidi poco distante, mi dava le spalle.

«Yoongi?»

Provai ad avvicinarmi a lui, ma non feci in tempo a fare un passo che mi ritrovai al muro con le sue mani che stringevano le mie spalle.

«Dimmi...cosa cazzo hai fatto?!»

Era un urlo silenzioso, sussurrava la sua rabbia mentre i suoi occhi scuri trafiggevano i miei con mille domande e infinita brama.

«E non guardarmi così!»

Non ricordo come lo stessi guardando, so solo che ero felice, come lo ero ogni volta che mi rivolgeva la parola o che semplicemente incrociava il mio sguardo, anche solo per sbaglio.

«Siate dannati tu e chi ti ha creato...»

Non sapevo se prendere quelle parole seriamente, ma in ogni caso non riuscivo a pensare. Yoongi abbassò la testa sospirando; sentivo solo le sue mani stringere con forza il tessuto della mia maglia, per poi lasciarlo, rilassate scendevano sul mio petto, accarezzandolo. Poi strinse di nuovo la mia maglietta e non riuscii nemmeno a vedere i suoi occhi mentre rialzava il capo, non riuscii nemmeno a capire se quella fosse davvero la realtà. Sentivo solo il suo profumo e il suo calore.

Quella notte, i nostri desideri furono esauditi.

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