Capitolo 6 - La vigilia

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*bip bip bip bip*

Spensi la sveglia. Erano le 10:00 dell'11 marzo. La vigilia della mia apocalisse, ma dentro di me non scorreva altro che una gioia ingenua. Mi girai verso il letto vuoto di Hoseok-hyung, allora non sentivo alcun senso di colpa, il mio desiderio esaudito mi aveva reso insensibile, o semplicemente ero fin troppo felice per poter provare altre emozioni.

La sera prima l'avevo trascorsa con Yoongi, sempre nel Genius Lab. Per lo più abbiamo parlato, argomenti futili che nemmeno ricordo, dopotutto della nostra relazione o della sua con Hoseok, non ci veniva nemmeno in mente di parlare. Poi qualche bacio, la nostra droga, e ci salutammo.
Mi alzai col ricordo del suo sapore fra le labbra e andai a fare colazione. C'era Jungkook in cucina, non fece alcuna domanda nonostante non avessimo più parlato dalla sera del compleanno di Yoongi, si limitò a un commento, che non pensavo mi sarebbe stato di così grande conforto:

«Sembri contento...», lo guardai sorpreso dalle sue parole, sinceramente mi aspettavo solo il silenzio da parte sua, «...il tuo maknae sarà sempre qui ad aiutarti, Jimin-ssi!»

Una risata e di nuovo il silenzio.

Sentii una mano affondarsi tra i miei capelli, dietro di me, sapevo che era Yoongi, nemmeno mi voltai a guardarlo.

«Buongiorno.»

Un sorriso divertito si era disegnato sulle labbra di Jungkook. Arrossii.

«Dopo vieni in camera mia...Jin non c'è.»

L'invito di Yoongi mi sorprese, non pensavo non si sarebbe fatto alcun problema per il maknae che ormai sembrava sapere tutto nonostante nulla gli fosse stato detto. Annuii.

Il tempo di terminare la colazione e ci ritrovammo in camera dello hyung. Entrai prima di lui e sentii chiudersi la porta dietro di me, poi le sue mani gentili mi accarezzarono le spalle, scendendo sino ai fianchi e le sue labbra sul mio collo, di nuovo. Mi sembrava non avesse mai smesso di baciarmi dal mattino precedente. Forse in cuor mio sapevo non si potesse nemmeno definire "relazione" quella che sembrava essere una mera questione di sesso, ma ero felice, quindi mi convincevo andasse bene così. Mi tolsi la maglietta e mi voltai verso Yoongi, ero straripante di eccitazione, brama del suo corpo. Lo baciai spingendolo contro la porta dietro di lui, le mie mani tra i suoi capelli, poi dietro il collo e giù sul petto, sull'addome e in pochi istanti in mano mia avevo il suo pene. Intanto i suoi palmi accarezzavano la mia schiena nuda, una mano la sentii scendere sotto i miei boxer, mi strinse una natica. Le nostre lingue facevano l'amore a modo loro, una danza traboccante di passione. Continuavo a stimolare il suo membro quando ci staccammo per quel poco che impiegò a togliersi la maglietta. Riuscii a scorgere un lieve rossore sulle sue guance mentre si mordeva il labbro inferiore guardandomi negli occhi, la mia mano si fermò, per un attimo mi sembrò così vulnerabile. Non potei trattenere un sorriso e lo baciai, lo sentivo più mio di prima ma ancora così distante. Ci spostammo sul letto, questa volta ero io a essere sopra di lui, a carponi con gli occhi puntati sui suoi, una mano gli accarezzava il petto. Credo un sorriso malizioso si dipinse sul mio volto, si sorprese ed eccitò contemporaneamente, intanto ripresi a stimolare il suo membro, dopo avergli abbassato completamente i pantaloni e i boxer. Qualche gemito riempì la stanza. Mi spostai così da avere le labbra sul suo pene, lo leccai continuando a tenere lo sguardo sui suoi occhi. La mia lingua intanto accarezzava il suo glande, quando squillò il suo telefono. Mi fermai. Controllò da chi arrivasse la telefonata: Hoseok. Il giorno prima sembrava essersi poi risolto ogni equivoco fra i due. Era una videochiamata, mise il telefono davanti alla mia faccia, rivolto verso di lui e rispose.

«Ehi, Hoseokie», mi infastidì. Nessuna scusa, nessuna domanda, aveva risposto senza esitare.

«Yoongi! Ancora a letto?»

Portai il suo pene dentro la mia bocca, non lo guardavo più, volevo solo metterlo in difficoltà. Allora lui avvicinò il telefono poco più al proprio volto, accennò una risata mentre con la mano libera iniziò a stringermi i capelli.

«Eh già, fra un po' mi alzo...tu che fai?»

Dentro di me sorridevo, non tentava di fermarmi, capii perciò che la situazione lo divertiva, gli piaceva. Lasciai per qualche istante che i denti strusciassero sul suo membro, questo vidi che lo costrinse a trattenere un gemito.

«Sto per arrivare a casa, te l'avevo detto, no? Che i miei mi avevano chiesto di andarli a trovare...», per un attimo la risata sincera di Hobi sembrò far risalire ogni senso di colpa sia in me che in Yoongi, «Spero non sia nulla di grave.»

Quasi per mandare giù ogni rimorso, spinsi fino in fondo il pene di Yoongi, sentendolo in gola. Questo non aiutò di certo lo hyung che cercò in tutti i modi di camuffare il suo ansimo in una risata.

«Ma no, dai. Probabilmente sentiranno solo la tua mancanza», speravo chiudesse la chiamata lì, invece volle peggiorare la situazione, forse inconsapevole della gelosia che invadeva il mio corpo, «Per stasera torni, vero?»

Si permise pure un sorriso malizioso. La gelosia mi mandò fuori di testa. Mi staccai, tolsi pantaloni e mutande e, spostatomi così da avere il suo membro sotto il mio culo, avevo intenzione di risentirlo dentro di me, questa volta forse più per vendetta, ma mi stavo divertendo e andava tutto bene finché ero contento.

«Certo», un'altra risata di Hoseok, che si ritrovò come risposta un'espressione preoccupata, rivolta verso di me, e le iridi quasi nere che gridavano di fermarmi. Non lo ascoltai. Affondai il suo pene dentro di me, trattenni un gemito e l'unica cosa presente sul mio volto erano occhi eccitati, un sorriso divertito e uno sfrenato piacere.

«Che è quella faccia?», Hobi era ovviamente confuso, intanto io cominciai a muovermi cercando di essere il più silenzioso che potessi per quanto mi fosse quasi impossibile.

«Eh? Ah...senti, penso che sia meglio che mi alzi...»

Era pessimo a mentire quando messo alle strette e la sua agitazione, smorzata dal godimento nei suoi occhi, mi eccitava ancor di più.

«Di già? Speravo mi avresti tenuto compagnia ancora un po'...», troppa innocenza nelle parole di Hobi, m'innervosì. Iniziai a masturbarmi, mentre il mio corpo sembrava muoversi da solo, per conto proprio, sopra quello di Yoongi.

«Allora...se ti chiamo fra cinque minuti?»

Tentava così disperatamente di chiudere la telefonata...non lasciò nemmeno il tempo a Hoseok di rispondere "Va bene", che già aveva chiuso. Lasciò il telefono cadere a terra e forse avrebbe voluto urlarlo, ma lo disse ansimando:

«Cosa cazzo fai?!»

Spostò la mia mano dal mio pene e iniziò a stimolarlo lui, poi alzò il busto e sprofondando la mano libera tra i miei capelli iniziò a baciarmi. Portai le mani sulla sua schiena, stringendolo a me. Sembrava per lui fosse passata una vita dall'ultima volta che mi aveva toccato, o che volesse cancellare nei nostri corpi ogni parola scambiatosi con Hoseok.

Quella seconda mattina sembrò durare in eterno e sarebbe stato meglio se così fosse stato. Dopotutto il nostro era un peccato innocente.

Eppure ogni fine ha inizio con un peccato.

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