«Yoongi!»
Un eco impercettibile rimase lontano dal calore che scorreva attraverso i nostri corpi.
Sentii le sue labbra scivolare sul mio corpo, dal collo giunsero al petto, poi sull'addome, mentre tra le mie dita sentivo la morbidezza dei suoi capelli. Mi slacciò i jeans, abbassandoli, e mentre i suoi occhi cercavano il mio sguardo e le nostre labbra tornavano a congiungersi, la sua mano cominciò a eccitare il mio membro dall'esterno delle mutande. Non esitai a muovermi: dall'esterno dei boxer accarezzai con l'indice e il medio ciò che stavo per rendere mio, portando poi la mano all'interno dei boxer, iniziai così a stimolare il suo pene. Emise un lieve gemito, quasi trattenuto, mentre gli mordevo il labbro inferiore. Fu in quel momento che decise di prendere il controllo e io non opposi alcuna resistenza, volevo solamente lasciare scorrere quella gioia, senza alcun ostacolo a fermarla. Alzò il busto e, trovandosi in ginocchio davanti a me con i boxer ormai totalmente abbassati, prese con una mano il suo pene e bastò un cenno, uno sguardo e un sorriso nascosto. Mi trovavo già carponi davanti a lui, mi leccai le labbra impaziente di assaggiarlo e accarezzandogli i fianchi con entrambe le mani, dopo avergli leccato il membro in tutta la sua lunghezza, lo portai interamente all'interno della bocca. Era la mia prima volta, eppure tutto ciò mi sembrava così familiare, o forse volevo solamente lo fosse. Mentre lasciavo fluire la contentezza nella mia mente, sentii la mano di Yoongi afferrare i miei capelli e spingermi il capo contro di lui, lasciandomi per alcuni istanti senza fiato. Sentivo la punta del suo pene colpirmi la gola, cominciò a muovere i fianchi, intanto le mie mani sembravano disperatamente non volerlo lasciar fuggire, affondavo le unghie nella sua pelle, lo volevo mio, solo per me, nessuno avrebbe potuto toccare il mio Yoongi. I suoi gemiti flebili, silenziosi, risuonavano per tutto lo studio ed eliminavano ogni pensiero che potesse passarmi per la mente.
«Fermo», lo sussurrò, sembrava quasi mancargli il fiato, e smise di muovere i fianchi.
Mi staccai e alzai lo sguardo, cercavo i suoi occhi, confuso. Non so che genere di espressione avessi o se fosse l'intera situazione, so solo che si eccitò, si morse il labbro inferiore cercando di evitare il mio sguardo e con un sorriso tra i denti, mi ordinò:
«Voltati.»
Sapevo esattamente cosa voleva, o meglio, cosa volevamo entrambi. Accennai una risata, mi divertiva vederlo fare il duro, cercando di avere controllo su di me. Mi girai e, trovandomi a carponi sul divano con Yoongi dietro di me, appoggiai le mani sul bracciolo. Sentivo le mie mutande calarsi lungo le mie cosce, poi quei palmi morbidi che avrei voluto mi accarezzassero in eterno strinsero le mie natiche. Il suo corpo si appoggiava al mio, sentivo il suo membro sul mio, le sue labbra mi baciavano la schiena, le spalle, il collo. Poi accadde all'improvviso: era dentro di me. Un gemito. Ne seguirono molteplici, tanto che mi ritrovai una sua mano a coprirmi la bocca, mentre i suoi fianchi si muovevano senza sosta. Il sudore intriso di passione, i nostri gemiti fitti di godimento, senza fine per quasi mezz'ora. Le sue mani sul mio corpo: con una stimolava in continuazione il mio pene, l'altra mi carezzava i fianchi, poi il petto, eccitava un mio capezzolo. La mia mente era altrove, in un universo sempre desiderato, godevo del sogno realizzato, del suo tocco morbido e gentile, della sua dolce violenza, godevo dell'amore. Giungemmo al culmine dell'estasi: stringevo la pelle del divano nero, si tinse di bianco, un ultimo respiro, il nostro ultimo gemito, il suo ultimo bacio sulla mia schiena. Appoggiai i gomiti sul divano, esausto. Sentii Yoongi che si stava rivestendo.
«Alzati.»
La mia mente si fece vuota. Che tutto ciò fosse stata una menzogna? Che volesse soltanto scopare? Non capivo più nulla mentre mi alzavo, lo sguardo vuoto. Non era passato nemmeno un attimo, eppure mi ritrovavo già a dovermi rivestire. Yoongi puliva il divano. Quella sua freddezza, insensibilità...mi aveva lasciato senza parole, quasi senza fiato. Incrociai il suo sguardo, lo fissai per qualche istante.
«È meglio se vai, sennò s'insospettiscono.»
Allora era davvero tutto una bugia durata una notte e una mattina...nulla di più. Cosa mi aspettavo? Rimanevo il solito ingenuo.
Annuii e mi diressi verso la porta. Non scesero lacrime solamente perché ancora avevo un'infima speranza, quella flebile luce che ancora brillava. Ci volle un solo istante, il tempo di provare nostalgia per le labbra dello hyung, e quella luce brillò come mai aveva fatto prima e come mai avrebbe fatto poi.
La mano di Yoongi afferrò il mio polso.
Le sue labbra sulle mie.
Quel giorno non smisi mai di sorridere.
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Crepuscolo
Fanfiction«Per quanto andrai avanti?» Un'unica domanda per due animi. Un'unica domanda a due menzogne. La risposta è il silenzio, un grido, uno sguardo. Infine un desiderio esaudito, una lacrima sul viso e la consapevolezza che tutto è finito. - YoonMin SMUT...