Moriconi, vieni con me

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25 Gennaio 2019, Roma.

-...Aó me stai a sentì? - chiede lui dandomi una leggera pacca sul braccio.
Salto in aria e guardo Davide, maledicendomi mentalmente per perdermi sempre nei miei pensieri.
-Si, si certo- mento, spudoratamente.

Davide mi guarda alzando le sopracciglia causando una mia leggera risata.
- Va bene, d'accordo, non ho sentito una parola di quello che hai detto- dico abbassando il viso ed accennando un sorriso.

-A cosa stavi pensando? - mi domanda, anche se, in realtà, sapeva benissimo a cosa stessi pensando.
-Nulla di particolare, sai...il nostro lavoro è molto stancante, mi stavo solo rilassando- rispondo mentre mi sistemo la camicia, non avendo il coraggio di guardarlo negli occhi, occhi che un anno fa mi fecero perdere la testa.

-Stavi pensando a tua sorella? - mi chiede con un filo di voce, richiamando la mia attenzione mettendo una mano nella mia spalla.
Alzo lo sguardo e decido, finalmente, di guardarlo negli occhi e dopo un minuto di silenzio rispodo -A mio padre-.

-Come può un padre fare una cosa del genere? Come puoi tu sopportare tutto questo? - mi domanda, non distogliendo lo sguardo dai miei occhi nemmeno per un secondo.
-Non lo so, ti dico la verità. Se l'ha fatto vuol dire che non ha mai tenuto a me. Non è stato facile all'inizio. - rispodo, cercando di scacciare via i ricordi di quella dannata sera.

-Ma sei sicura che non ti chiamerà? - mi chiede, guardandomi ancora.
Distolgo lo sguardo e guardo fuori dal finestrino, fissando un papavero selvatico cresciuto tra l'erba secca.

-No.-
-Sono passati cinque mesi, quella sera mi disse chiaramente "Non-
Ma la via voce viene interrotta dal suono acuto del walkie-talkie.
-Agente Sofia mi ricevi? Sono l'agente Giorgio. -
Prendo subito il walkie-talkie e rispondo senza esitare - Si, agente Giorgio, ti ricevo. Che succede?-
-È da sola agente Sofia?-
-No, sono insieme all'agente Davide, cosa succede?-
-Allo stadio, al termine di un concerto c'è stata una sparatoria, fortunatamente nessun morto, solamente alcuni feriti ma non gravi. Andate lì, lei agente Sofia deve andare dal cantante e portarlo in caserma, il suo nome è Niccolò Moriconi, lei agente Davide deve far uscire tutte le persone cercando di intercettare chi ha dato luogo alla sparatoria.
Ovviamente sarà lì anche un'altra squadra.
Sbrigatevi, passo e chiudo-

Io e Davide ci guardiamo sbalorditi e subito mette in moto per dirigerci allo stadio.

*
Arrivati allo stadio c'era il finimondo, persone che urlavano, correvano, piangevano.
C'erano bambini con i loro genitori, impauriti perché non sapevano dove andare.

-Davide tu va di là, aiuta le persone ad uscire senza accalcarsi, prima che si facciano male.- dico mentre prendo la mia pistola in mano e cercare di capire dova possa essere il cantante in questione.

Comincio a correre nella speranza di trovare qualcuno, ma quello che vedo è solamente una massa di gente che corre verso l'uscita.
Decido di andare subito dietro il palco nella speranza di vederlo ma niente.
Nei camerini, zero.

Corro subito verso le macchine appartenenti allo staff del cantante e, per mia fortuna, sono ancora lì.
Decido di aspettare davanti a quest'ultime e, nel frattempo, cerco di aiutare quelle poche persone che mi passavano davanti, visto che la maggior parte sono uscite tutte.

*
Dopo circa una mezz'oretta vedo arrivare tutto lo staff del cantante, lui compreso.
Non appena mi vedono si fermano ed un ragazzo moro, abbastanza alto si fa avanti
-Sa per caso cos'è successo esattamente? - domanda guardandomi con la voce tremante e con gli occhi pieni di paura.

-Una sparatoria, nessuno morto, solo alcuni feriti- dico netta.
-Chi è Niccolò Moriconi?- chiedo fissandoli uno ad uno.
Un ragazzo sulla ventina fa un passo avanti e con tutto il terrore che ha in corpo dice -Sono io-.

Lo fisso per una decina di secondi e poi torno a guardare tutto lo staff.
-Non sappiamo il motivo di questa sparatoria, proprio per questo Niccolò dovrà venire con me in caserma-
dico passando lo sguardo da Niccolò al ragazzo che ha parlato prima.

-Perché? Perché dovrei?- risponde Niccolò, preso dall'agitazione.
Non lo biasimo, anche io da ragazza, prima di fare la poliziotta, li temevo.
-Appunto, cosa c'entriamo noi?- chiede il ragazzo che ha parlato prima.

-Come ti chiami?- mi rivolgo a lui.
-Adriano, Adriano Cassio- risponde abbassando gli occhi.
-Adriano, Niccolò- dico guardandoli negli occhi -Voi non c'entrate nulla, non preoccupatevi nessuno di voi andrà in prigione, devo solamente fare delle domande a Niccolò-.

-Riguardo a cosa?- chiese Niccolò apparentemente più calmo, dopo il mio intervento.
-Riguardo alla sparatoria-.
-Con me deve venire solo Niccolò, lo riporteremo noi stessi a casa, nulla di cui preoccuparsi- dico guardando Adriano, anche lui meno agitato.

Mi raggiunge Davide dicendomi che è andato tutto apposto e che ci aspetta in macchina. Annuisco e dico - Noi adesso dobbiamo andare, penseremo a tutto noi come già riferito-.

-Moriconi, vieni con me-.
Lui, dopo aver un po' esitato, si avvicina ed in silenzio ci dirigiamo verso la macchina, per portarlo in caserma.

*

Ciao a tutti!!
Questa è l'ennesima fanfiction su Ultimo, spero vi sia piaciuta.
Lo so, non è il massimo peró è la prima fanfiction che io abbia mai scritto quindi... Non so nemmeno da dove cominciare 😂😂

Cascare nei tuoi occhi // Niccolò Moriconi// UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora