Nulla di cui preoccuparsi

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-Puoi posare lì la tua roba- dico indicando l'armadio, sperando di non dover tornare sul discorso di prima, mentre lui si limita ad annuire.

-Adesso io vado a fare una doccia, nel frattempo tu puoi fare quello che vuoi.- dico girando ed uscendo dalla stanza.
-Ah, dovresti chiamare il tuo amico, non sa che sei qui- dico mentre entro in bagno.

Apro l'acqua e comincio a spogliarmi, tutto quelle domande non hanno fatto altro che ricordarmi quella sera.
Entro in doccia e mi siedo nella vasca, non avendo la forza di stare in piedi.
L'acqua mi scivola addosso mentre io penso e ripenso a mia sorella.

Prendo la spugna e comincio ad insaponarmi, dando il via libera ai pensieri.

...
-Sofia!, Sofia!- mi chiama mia sorella, uscendo dalla sua stanza con un diario in mano.
-Dimmi tesoro- la guardo, è così bella, sembra un angelo.

-Tu lo sai che a me piace tantissimo il tuo lavoro vero? - dice saltando nel mio letto e mettendosi sopra di me.
-Si, si lo so- rispondo ridendo, pensando a tutte le volte in cui non non perdeva occasione per ripeterlo.

-Io da grande voglio essere come te- dice con gli occhi sognanti, - voglio fare pure io la poliziotta- dice alzandosi e fingendo di sparare con le mani.

-Lo diventerai- la guardo sorridendo -Poi lavoreremo insieme, d'accordo? -
-D'accordo- dice ridendo.
-Volevo dirti una cosa- chiede rigirandosi una ciocca di capelli tra le mani.
-Che hai combinato stavolta? - domando incrociando le braccia e guardandola con un mezzo sorriso.
-Nono nulla- si difende subito lei, - siccome domani è il mio compleanno... non è che potrei venire a lavoro con te? Così poi so cosa dovrei fare da grande- mi chiede un po' in imbarazzo.

So quanto le piace il mio lavoro e so quanto le piacerebbe venire, perché non farlo? Dopotutto starebbe con me quindi.

-Mh ... - faccio finta di pensarci un po' su - Va bene, puoi venire, l'importante è che stai sempre vicino a me - dico prendendole le mani.
-SIII- ulra di felicità e mi abbraccia.

...

Le lacrime cominciano a scendere, senza fermarsi un secondo.
L'avevo fatto per lei, per renderla felice.
Dentro di me si forma un misto di emozioni, tra rabbia, rancore e tristezza, che mi portano a tirare un pugno nel muro.

Subito dopo sento bussare alla porta e la voce di Niccolò si fa spazio tra i miei pensieri - Sofia va tutto bene? -.
-Si, si va tutto bene, è solo... È caduta la bottiglia del bagnoschiuma- dico con tono insicuro, inventando sul momento.
-mh... ok- risponde Niccolò con un tono vago.

Apro l'acqua, completamente fredda, e mi butto sotto la doccetta, sentendo un leggero fastidio alle nocche della mano destra.
Guardo quest'ultime, - Solo questo ci mancava- dico vedendo del sangue sopra di esse.

Esco dalla doccia metto l'accappatoio e mi dirgo subito nella veranda, dove tengo il kit di pronto soccorso.
Prendo delle bende e mi fascio la mano destra.
Torno nella mia stanza e mi cambio, mettendomi dei pantaloncini ed una maglietta talmente tanto lunga da coprirli.

Vado nella stanza dove si trova Niccolò e busso prima di entrare, lo trovo sdraiato per terra mentre gioca con Rocky ed a questa scena mi si intenerisce il cuore, non so perché.

-Niccolò se vuoi puoi farti la doccia, io domani devo alzarmi presto per andare a lavoro tu non farti problemi, puoi fare tutto quello che vuoi- dico, mentre lui si alza per aprire la valigia.
- Va bene, buonanotte allora- dice mentre continua a cercare qualcosa nella valigia.
-Buonanotte- dico accennando un sorriso e tornando nella mia camera.
Mi corico e spengo tutte le luci, abbandonandomi tra le braccia di Morfeo.

*
Suona la sveglia e dopo averla staccata, ed aver aspettato altri cinque minuti nel letto, decido di alzarmi buttando le coperte ai piedi del letto.

Ancora assonnata comincio a camminare e, non vedendo nulla, vado a pestare la coda di Rocky, che comincia a piangere.
-Nonono scusa amore scusa, scusa scusa- mi abbasso alla sua altezza e comincio ad accarezzargli la coda, soffermandomi poi per abbracciarlo.

Sento una risatina e alzo lo sguardo trovando Niccolò poggiato alla porta della "sua" camera, accanto alla mia, che mi guarda.
-Che ci fai tu sveglio a quest'ora? Puoi permetterti di dormire fino alle undici e ti svegli alle sei? - chiedo raggiungendolo ed andando insieme in cucina.
-Si hai ragione ma... La sveglia e Rocky non hanno aiutato- dice mentre  apre il frigo, prendendo la frase "come se fossi a casa tua" nel vero senso della parola.

-Hai ragione scusami, dovrei chiudermi la porta e tu chiudere la tua- dico prendendo due cucchiaini visto che Niccolò ha preso due yougurt dal frigo.

-Tranquilla, non è problema, casomai dopo torno a dormire- dice alzando le spalle.
Rido alla sua battuta e cominciamo a mangiare in silenzio, con Rocky seduto accanto a noi in cerca di qualcosa da mangiare.

-Cos'hai fatto alla mano?- mi domanda Niccolò avendo visto la benda nella mano destra.
-Nulla di cui preoccuparsi, solamente qualche graffio- dico tranquillamente e Niccolò si limita ad annuire.

Non appena finiamo di fare colazione io vado a mettermi la mia divisa e raggiungo Niccolò, che è sdraiato nel letto mentre scrive qualcosa in un quaderno.
-Io vado, si è già fatto l'orario- dico guardando l'orologio appeso alla parete - dall'una alle due ho la pausa pranzo, quindi torno, se vuoi cucinare sei libero di farlo, basta che non mandi a fuoco la casa che ho solo questa- dico causando in lui una fragorosa risata.

-Ci vediamo dopo- dico guardandolo, sempre più convinta che Nicolò non è poi niente male come ragazzo, anzi.
-Si, ci vediamo dopo- mi sorride.
Vado a salutare Rocky, prendo il casco ed esco di casa, raggiungendo la mia moto per dirigermi in caserma.

*
Ciao ragazze!!
Come sta andando la storia? Vi sta piacendo?
Fatemelo sapere lasciando un commento ed una stellina.
Noi ci sentiamo domani con un nuovo capitolo ❤️

Cascare nei tuoi occhi // Niccolò Moriconi// UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora