TREDICI - capitolo 1

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Oggi è un lunedì qualunque, siamo a fine estate ormai ma il caldo non mi da tregua, io odio il caldo.
Amo l'inverno, il freddo, i maglioni di lana e le coperte in pile, stare davanti al caminetto con una tazza di cioccolata calda in mano e la neve che scende mentre la guardo incantata attraverso il vetro della finestra.
E poi uscire, con il giaccone pesante e giocarci in quella neve così soffice e fredda, mettersi il berretto, la sciarpa e girare per la città con gli addobbi di natale, le canzoni di Michael Bublé per la strada, l'odore di zucchero filato che mi invade le narici e mi fa tornare bambina... ma no, siamo in estate e tutto questo me lo posso solo immaginare e un senso di malinconia mi pervade, ma quando arriva l'inverno?
Cammino per la strada, indosso un paio di shorts, un top nero, delle sneakers bianche, una collana che riempie il mio collo lasciato spoglio dallo scollo del top, il mio solito anello e degli orecchini che si abbinano alla collana... lo descrivo così, come se fosse un outfit fantastico e ricercato nei minimi dettagli ma in realtà ho aperto l'armadio, ho preso le prime cose che ho trovato e le ho indossate, senza nemmeno guardarmi allo specchio, non mi sono nemmeno truccata, veramente c'è gente che riesce a mettersi anche solo un leggero strato di fondotinta con questo caldo?

Mi avvicino, la porta si apre, saluto le mie colleghe e mi dirigo verso il mio armadietto.
Lavoro in una boutique di alta moda da ormai due anni, lo so, lo so: con quello che vi ho detto prima riguardo al mio favoloso metodo per vestirmi non vi sareste mai immaginati che lavorassi in un posto del genere, al massimo avrei potuto lavorare in qualche supermercato sfigato dove le uniche persone che incontri, oltre alle tue colleghe, sono le vecchiette che odiano i centri commerciali e quindi le piccole botteghe per loro sono come una sala giochi per un ragazzino.
E invece lavoro proprio qui, nella Gold Boutique... Ricordo ancora quando portai il curriculum: mi accolse una ragazza vestita molto elegantemente, io stranamente per quell'occasione mi ero vestita di tutto punto e truccata in maniera impeccabile, dopo alcune domande mi lasciò andare dicendomi che avrebbe confrontato tutte le candidate e avrebbe scelto quella che più si avvicinava alla persona che voleva all'interno del suo negozio, il giorno dopo mi richiamò e io feci un urletto di gioia quando mi disse che ero stata scelta io.
Da allora sono cambiate un po' di cose: sono diventata responsabile di questo negozio, dato che la mia capa ha boutique sparse in tutto il mondo e non può gestirle in maniera impeccabile da sola, con tutte le mie colleghe si è creata una grande amicizia e infatti, anche se sono la responsabile mi comporto da semplice commessa, se hanno bisogno di qualche favore o aiuto sono disponibile, proprio come una vera amica.

Mi cambio, indossando un completo elegante nero, delle scarpe coi tacchi, mi metto un po' di rossetto, il mascara e sono pronta per iniziare questa giornata di lavoro, per fortuna c'è l'aria condizionata e quindi il trucco, se pur leggero, non mi dà fastidio.

"Marikaaaaa"

"Che c'è?" chiedo.

"Mi serve un favore, urgentissimo" dice la mia collega.

"Dimmi che vuoi, Greta, arriva al punto"

"È successo un casino a casa e..."

"E mi stai per chiedere se puoi staccare prima"

Mi sorride, facendo gli occhi dolci

"E che problema c'è? Abbiamo soltanto dodici appuntamenti in atelier oggi" dico sarcastica.

"Tredici"

La guardo stranita, tredici? Sono certa fossero dodici, ho controllato prima.

"Mi sono dimenticata di dirtelo e non l'ho segnato sull'agenda ma oggi dovrebbero venire dei ragazzi, una band mi pare, cercano degli abiti per il loro primo concerto"

"Vabbè, me ne occuperò io... a che ora arrivano?"

"Alle due..."

"Greta, cazzo... ho già un appuntamento per quell'ora, come faccio a gestirne due? Ti ho detto mille volte che devi stare attenta e segnare tutti gli appuntamenti in agenda, TUTTI. Elena e Charlotte non ci sono... come faccio da sola?"

Elena e Charlotte sono altre due mie colleghe, in totale siamo quattro ragazze che lavorano in questo negozio e, proprio questa settimana, entrambe sono in ferie e sono fuori città.

"Lo so, scusami, è che... non importa, non dovevo chiedertelo, siamo troppo impegnate oggi"

"Dai, puoi andare... vedrò di farcela"

"No Marika, davvero, non importa... m-mi dispiace"

"Ti ho detto di andare, scema"

"S-sicura?"

"Vai prima che cambio idea e ti riempio di botte per non aver segnato questo maledetto appuntamento... VAIII"

"Giuro che la prossima volta segno tutti gli appuntamenti, tutti quanti!! Grazie Mariiii ti amo grazie grazie grazie ciaooo"

E se ne va, io non posso far altro che ridere vedendo quella scena, ma subito dopo realizzo  che oggi dovrò gestire un negozio di due piani da sola tra appuntamenti e clienti che verrano solo per 'dare un'occhiata' e capisco che non c'è niente da ridere.
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Ciao a tutti!
In questa prima parte c'è solo un accenno ai ragazzi ma già dalla prossima saranno parte integrante della storia.

Come vi sembra? Lasciate un commento se vi va, accetto volentieri anche critiche negative se possono aiutarmi a migliorare la storia, e anche suggerimenti!

Non so esattamente con quanta frequenza pubblicherò ma cercherò di essere più attiva possibile.
Grazie per essere arrivati fin qui e aver letto questo primo capitolo, ci sentiamo nel prossimo.
Un bacio.

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