𝐕𝐈𝐈

105 9 22
                                    











| 𝗠𝗜 𝗛𝗔𝗡𝗡𝗢 𝗖𝗨𝗖𝗜𝗧𝗢 𝗟'𝗨𝗧𝗘𝗥𝗢 |

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

| 𝗠𝗜 𝗛𝗔𝗡𝗡𝗢 𝗖𝗨𝗖𝗜𝗧𝗢 𝗟'𝗨𝗧𝗘𝗥𝗢 |















𝔏𝔞 𝔪𝔞𝔣𝔦𝔞 𝔲𝔠𝔠𝔦𝔡𝔢, 𝔦𝔩 𝔰𝔦𝔩𝔢𝔫𝔷𝔦𝔬 𝔭𝔲𝔯𝔢.


















Adele è colombiana. È italiana. È spagnola. È francese. È cubana.
Ha vissuto tante vite e tante di esse sono spregevoli, raccapriccianti perché per diventare italiana, spagnola -colombiana c'è nata - e francese ha dovuto mettere da parte, buttare nel burrone delle parole tanti rimorsi.

Ha dovuto combattere per avere un valore nel suo ambito. Ha dovuto mangiare i propri sentimenti e ricordare bene quale fosse l'accento italiano, francese, spagnolo, ma quello colombiano, no, quello fa male al cuore.

È stata rispettata da tutti, non respirava per farlo, non faceva nulla e questo tutto lo temevano, poi è accaduto quello che doveva accadere: la caduta, una rovina. Ha pianto e tutti l'hanno vista. Ha ucciso per sbaglio l'amante del suo cuore, così un uomo ancor più ricco di lei, un uomo - tengo a precisare - l'ha minacciata di non farla guarire più, di non farla temere più e si è dovuta abbassare, poiché non esiste cosa più mortificante di piangere per una donna come Adele.

"Credi che non riesca a reggere la vista del sangue?" È stato l'ultimo monologo che Adele ha potuto mai recitare. Sono state queste le parole che ha utilizzato per accettare, per diventare il trofeo di un soldato senza più nessun valore, di un soldato a cui hanno tagliato le palle durante la guerra. "Così debole mi credi?" Ha affermato, facendo una smorfia simile a un sorriso beffardo. "Oh vorrei vedere il tuo sangue colare dalle mie mani, mani mani. Vedere il tuo cranio svuotato dalla mia ultima pallottola. Vorrei vedere tutti quelli del suo sesso annaspare, desiderando di sognare ancora." La sua testa si è inceppata in un solo ed unico gesto: un no continuo. "Credo di poter bere il tuo sangue dal tuo teschio e divorare le tue misere budella." Si è fermata un attimo. La stanza del suo motel - quel terrificante motel in cui l'hanno trovata - ha cominciato a girare e Cuba non è bella capovolta. "Eppure eccomi qua a dirti di sì, ad abbassarmi al tuo stesso livello, a baciarti i piedi per un misero ultimo respiro." Si è rialzata da terra perché ha minato ogni sua parola. "Non cantare vittoria, o mio soldato. Perché giuro sul mio nome, sulla mia malattia di merda e sui miei passi sbagliati che ti ritroverai a pregarmi affinché non assaggi il tuo sangue, e dirai 'te ne prego, te ne prego, fermati' per concludere la tua tortura. Mi vedrai possedere tutto quello che hai costruito." E si è messa in posizione: al suo fianco, pronta per vedere tanti piccoli teschi cubani morire nuovamente per mano del soldato.


Adele s'è cucita l'utero per paura di morire, e me l'ha raccontate tutte queste sensazioni, proprio qui a "La melodía", proprio sul bancone nel quale parlammo per la prima volta. Non ricordo nemmeno il motivo, non è importante. È già tanto avervi raccontato il suo passato. Dovevo tenerlo per me, lo so già. Non potevo dire di no quando una docile donna è venuta correndo e con le lacrime a bagnarle il viso, proprio non potevo dire di no.

"Penserai che sia una stupida bambina con dei sentimenti." Afferma, asciugandosi l'ultima lacrima rimasta e sorridendo come un angelo sopravvissuto al caldo estremo.

"No, completamente." Bevo l'ultima goccia del mio liquore. Porto indietro i miei capelli neri e la guardo un altro po', scordando tutti gli eventi precedenti: le minacce di Sebastian, l'imminente guerra tra me e un mafioso, della morte di mio padre. "Penso che sei una vera e cara persona." Sfoggio il mio più vero e caro sorriso, trattenendo la mia nuova pistola acquistata al mercato nero cubano.
È arrivata l'ora del terrore, mio caro soldato.

(La storia di Sebastian, la storia di Sebastian vogliono)

È arrivata l'ora di temere Enea Della Luna.

*
*
*
Eccomiiii
In questo capitolo si vede una nuova parte di Adele e mi è piaciuto molto scrivere il suo monologo, è molto diverso.
Spoiler alert: ho finito di scrivere la storia, però tranquilli ce ne sono ancora un po' prima che finisca.
Come sempre fatemi sapere cosa ne pensate.

𝐏 𝐀 𝐑 𝐀 𝐍 𝐎 𝐈 𝐀  | s. claflinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora