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Respirai a fondo guardando gli occhi luccicosi del mio ragazzo, fermo fra le mie gambe. I nostri respiri erano pesanti, le sue gote arrossate e i capelli appena scompigliati. Jimin era davvero bello, un dio greco. Tutto il contrario di me, che ero brutto e grasso, coi brufoli e il taglio a scodella: cosa ci trovasse di attraente in me, ancora non me lo spiegavo.

Le sue piccole mani andarono a tirare giù l'elastico dei pantaloni di tuta che indossavo, assieme a quello dei miei boxer grigi, già bagnati di presperma. Il biondo si leccò le labbra, lasciandosi andare ad un mugolò stupito quando la mia già quasi formata erezione sbatté nuda sulla mia pancia.
«Kookie sei così grosso...» la sua voce era quasi un sussurro, eppure mi fece allo stesso modo imbarazzare. Mi coprii il volto con una mano, ridendo appena e gettando la testa all'indietro, incapace di reggere lo sguardo sensuale del mio amante.

«E sei così bello, fatti guardare dai.» potei sentire il sorriso del maggiore fra le sue parole, e avvertí le sue cicciotte falangi andare a toccare il mio sesso distrattamente. Passò l'indice su delle vene sporgenti fino ad arrivare alla punta, e fu allora che gemetti senza pudore. Tolsi la mano dalla mia faccia, andando di nuovo a incastrare i nostri sguardi. Jimin ghignò soddisfatto, era riuscito ad avere ciò che voleva.

Senza mai distogliere lo sguardo dalla mia figura, si sporse per accogliere fra le labbra il mio sesso, ormai turgido e arrossato. Altri gemiti sfuggirono alle mie labbra quando aumentò il ritmo, quando incavò le guance per succhiare meglio, quando arrivò fino al mio inguine e io potei sentire la sua gola solleticarmi il glande.
Con Jimin era il paradiso.
«I-Io... CHIM...» ansimai, raggiungendo la sua testa per farlo smettere: non volevo venire così. Volevo anche io fare qualcosa per lui, nonostante fossi decisamente inesperto.

Jimin allora, con un sonoro schiocco bagnato, si allontanò dal mio basso ventre.
«Posso spogliarmi?» miagolò, giocherellando con l'orlo della sua camicetta a fiori, mordendosi un labbro, con fare innocente.

Deglutii, nella speranza di sembrare meno impacciato, e annuii - forse con troppo vigore.
Lentamente, i polpastrelli di Jimin andarono a sbottonare la camicia, rivelando il suo petto scarno ma muscoloso, i tipici muscoli dei ballerini, così tremendamente eleganti. Si girò poi di spalle, trafficando con la cintura e successivamente coi suoi skinny jeans, lasciandoli cadere ai suoi piedi e rivelando le porte dell'inferno.

Lasciate ogni speranza, o voi ch' entrate, signori, perché qui il mio senno ha fatto le valigie per Honolulu e non credo abbia voglia di tornare prima di subito.

Il sedere sodo e scolpito nel marmo di Jimin era fasciato da una culotte dal taglio brasiliano in pizzo nero, in netto contrasto con la sua carnagione candida.
Sentivo i capelli appiccicarsi alla mia fronte, grondante di sudore, e il divano in stoffa andare a fuoco sotto di me. Jimin era così fottutamente provocante che non trovavo parole adatte a descriverlo che gli facessero abbastanza giustizia.

«Mi sono permesso di ecco... Prepararmi per te...» le sue gote assunsero nuovamente quel colorito rossiccio, che lo faceva sembrare un tenero scolaretto al suo primo giorno di scuola.
Si girò e mi salí di nuovo a cavalcioni, lasciandomi piena vista dei suoi capezzoli rosati e della sua intimità intrappolata in quel triangolino di stoffa, che la conteneva a malapena.

«Jimin sei così bello..» lo accarezzai tutto, assaggiando la morbidezza della sua pelle coi polpastrelli, mentre lui compiva dei movimenti circolari di bacino sul mio; mi baciò prima di sfilarmi la maglietta, che nascondeva le mie forme esagerate.
Mi sentii a disagio, perché il mio corpo grasso a confronto con quello del mio ragazzo, era davvero orribile. Mi coprii i capezzoli con le mani, consapevole del fatto che sembrassi più una donna, con quelle maledette tette da grasso che mi ritrovavo.

«Amore, non coprirti. Sei bello così.» la dolce voce di Jimin accompagnò i suoi gesti, delicati e gentili. Mi tolse le mani dal petto e le baciò piano, andando poi a dare attenzione ai miei capezzoli. Li succhiò, beandosi di tutta quella morbidezza, e poi affondò nella mia pancia con la testa, mugolando felice.
«Sei il mio orsacchiotto» storse il naso in una espressione adorabile prima di slacciare le mutandine che indossava tramite un fiocco al lato. Rimase completamente nudo sopra di me, assieme ad un Jeon Jungkook eccitato e imbarazzato.

Mi prese la mano, indirizzandola verso il suo orifizio bagnato, e sorrise quando strabuzzai gli occhi.
«Volevo essere pronto per te Jungkookie.» ammise guardandomi con lussuria, mentre con le sue mani guidava le mie a tastare il vibratore che aveva precedentemente inserito in lui, chissà da quanto tempo, e che era acceso al minimo.
«Così che tu potessi scoparmi senza ritegno...» mi leccò il labbro inferiore facendo scontrare le nostre erezioni «..e forte» lasciò un'altra lappata, sulla mia mascella fino ad arrivare al mio orecchio, dove sussurrò con voce suadente «...fino a non farmi camminare più per giorni.»

Mi morse il lobo, e io sfilai per ripicca il vibratore dal suo ano, lasciandolo insoddisfatto e mugolante.
«D-Dimmi cosa vuoi adesso...» presi coraggio, balbettando appena, non credendo neanche alle mie stesse parole.
«Voglio il tuo cazzo dentro di me Kookie.» si lamentò, spingendo i fianchi in avanti contro il mio sesso duro.

Lo accontentai.
Diventammo uno subito dopo.
Presi la mia erezione in mano guidandola verso il suo orifizio e vi entrai dentro, e Jimin urlò. La sua voce si spezzò per il troppo piacere e io fui costretto a strizzare gli occhi per non avere un mancamento.
Mi assicurai di non stare sognando quando il suo antro caldo si strinse attorno a me.

Jimin saltellò sul mio sesso gemendo, struggendosi, lasciando che le nostre pelli si scontrassero ripetutamente e creassero una melodia sporca.
Ci baciammo, ancora e ancora, ci incastrammo in diversi modi, tutti estremamente paradisiaci.
«Dentro Kookie- vieni-Ah! Dentro...» e mai richiesta fu più dolce.
Mi riversai dentro il mio ragazzo, e lui andò a sporcare la mia pancia flaccida della sua essenza. Si appoggiò poi con le mani alle mie spalle, entrambi stremati da quell'orgasmo così potente.

«Kookie...» tirò su col naso Jimin, col capo chino su di me e le lacrime a colmargli gli occhi «Grazie per avermi fatto sentire così speciale.»

Sono io a doverti ringraziare, Jimin
Grazie per non avermi fatto sentire un rifiuto della società. Grazie per essere la mia casa.

Siete: pervertite.

ἁκμή ¦ acne | Jeon Jungkook [BTS Fanfic] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora