Lauro's pov
Ci ero riuscito. Era mia, finalmente. Rosalba, era qui con me, ed era arrivato quel cazzo di bacio che da anni sembravamo sempre sul punto di darci. La mia bambina sarebbe diventata la mia donna come sognavo, dopo tutto questo tempo. Eppure, mi era sembrato come se dentro di sé avesse tutto e niente dopo quel bacio. Semplicemente, mi aveva detto che in fondo, mi aveva sempre un po' saputo il suo fidanzato, che fra le mie braccia era come se ci fosse vissuta per sempre.
E aveva ragione. Questa non era la prima sera che il mio letto profumava del suo profumo alle more, questa non era la prima volta che ci guardavamo come se fossimo innamorati, non eravamo due stupidi alla prima cotta.
Io e Rosalba ci eravamo sempre amati. E basta. Solo che ci era costato troppo venirlo a capire, passare cinque anni da soli, l'uno senza l'altra, le sere in cui rimanevo solo e pensavo "ma Rosalba?" "chissà cosa sta facendo Rosà" e chissà quante volte lo avrà pensato anche lei.
La mattina dopo Rosalba dormiva così beatamente che non me l'ero sentita di svegliarla, mi ero girato una canna da fumare dopo colazione ed ero filato in cucina, sperando che ci fosse Edo per parlare un po' con lui.
Edoardo era il mio migliore amico, mi conosceva meglio di tutti, scrutava i miei pensieri con uno sguardo, nel lavoro come nella vita in generale. Era da più o meno quando era arrivata Rosalba che si faceva fin troppo i cazzi suoi.
E quando Edoardo si faceva i cazzi suoi, veniva a significare solo che pensava e squadrava la situazione. Fortunatamente era in cucina che si faceva un caffè e ne avevo approfittato per prenderne uno io.
"Allora?" mi aveva detto, capendo le mie intenzioni. "Qualcosa da dirmi?" mi aveva ripreso mentre posavo lo zucchero sul tavolo. "Edo, che ne pensi di Rosalba?" gli avevo chiesto a bruciapelo, mentre con gli occhi fissi su di lui gli chiedevo implicitamente di dire la verità.
"Cazzo, Rosalba ha un potere enorme su di te. Sta regazzina ti cambia l'umore anche solo battendo le ciglia, devi tenerci veramente tanto. E' una tipa a sé, ma se a te piace, eccome se ti piace, tenitela stretta e non farla andare" le parole di Edoardo mi avevano preso in pieno.
Anche se fuori era Boss Doms, quel produttore un po' uscito di testa, era una persona profonda e che ammiravo.
"Pensi che mi ami?" avevo sussurrato con la voce spezzata, ogni volta che avevo queste paure Edo le portava a galla. "Penso che non dovresti manco farti questa domanda. Ci morirebbe per te, non lo vedi?" e anche stavolta aveva ragione. Ero rimasto un attimo fermo a pensare a come il destino ci aveva fatto rincontrare di botto, come a darci un premio. Io ero stato premiato per l'essere ritornato nel mio posto, nel mio quartiere, lei aveva bisogno di me in fondo. Lei si meritava questo premio, se così potevo essere definito per lei, perché tanto premio non ero.
Ero e sarò la sua delizia e la sua croce, come lo era e sarà per me. L'avevo persa una volta, ignorandola e dannandomi, e ora che l'avevo ritrovata, non potevo mica perderla, ma mi sentivo frastornato.
"E tu invece, su di lei, che mi dici?" ero rimasto con la bocca schiusa, di botto avevo perso tutte le parole.
"Rosà è...è, e basta. Lei è l'unica che mi sono sempre visto accanto, l'unica persona che rende i miei sentimenti simili alla plastilina, l'unica a saperci giocare bene. Io...l'ho sempre amata. L'ho amata nelle brutte e nelle belle. L'unico rimpianto che ho, è di non esserci stato quando Anna-mi ero sentito una fitta al centro del petto, e le parole mi erano morte di nuovo in bocca-insomma, capisci Edo"
"Capisco, capisco La. Non è come tutte le altre. E si sapeva. Però tutto sommato so felice che m'hai chiesto un parere. Era n po' che non parlavamo faccia a faccia popo, alla nostra maniera" mi aveva detto, e mi era spuntato un mezzo sorriso, mentre accendevo la canna. "Chiaramente, dopo esserme sorbito sto dramma, il primo tiro spetta a me, no?" eravamo scoppiati a ridere insieme, e gliel'avevo passata subito, come a dire "eccoti la ricompensa" e dopo me l'aveva tornata tranquillamente.
"Scherzo, lo sai che te puoi sempre confidà con me. E anche se non lo fai, capisco tutto, quindi" gli avevo dato manforte. "Scendo che ho un po' di roba da pagare, ho preso una multa ieri sera, pensa te" mi aveva detto, mentre aveva recuperato le chiavi della porta d'ingresso. In cinque minuti ero rimasto solo a casa, Rosalba dormiva ancora della grossa, quindi era come se fossi solo.
E solitamente, quando ero da solo, o fumavo, o pensavo. E non sapevo cosa fosse peggio. Il fumo a lungo andare danneggiava i polmoni, pensare a lungo andare danneggiava la mente. E quando pensavo a Rosalba, il cervello si spezzava, una parte amava pensare a lei, l'altra ne aveva quasi paura. Che avrei fatto una volta che Rosalba si fosse svegliata, come avrei reagito? Di colpo desideravo sparire, sparire con lei, al di là di parole e convenevoli che ci mettevano sempre a difficoltà. Avevamo sempre paura di fare la cosa sbagliata, di dire quella parola in più e trattenerci quella in meno, perché eravamo dannatamente orgogliosi ed impulsivi, ma quando si trattava di noi, tutto perdeva senso.
Il silenzio in cui ero sprofondato mi stava avallando in una marea di pensieri negativi, e per farmi compagnia avevo acceso la Tv senza nemmeno guardarla, giusto per le musichette stupide delle pubblicità, la voce di qualcuno, il trailer di qualche film prossimo all'uscita. In quel momento qualunque cosa sarebbe bastata a sovrastare il suono dei miei pensieri sarebbe andata bene.
Anche se non c'era niente che potesse azzerarli come Rosalba.
Spazio Autrice:
Oi, scusate l'assenza!! Spero questo capitolo vi piaccia, diciamo che è un po' un capitolo di passaggio. Bea
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Vorrei difenderti da tutto quanto. ||Achille Lauro||
FanfictionRosalba ha 16 anni quando Lauro, ancora un "rapperino" emergente, che diventerà poi Achille Lauro, le chiede di affrontare un viaggio insieme verso la strada che può portarlo verso il successo, verso la fama, fuori dal loro quartiere distrutto. "Ro...