Avevo sempre pensato che la vita era composta di piccoli, minuscoli, quasi impercettibili momenti, in cui ci si sentiva completi, al sicuro, appagati. Uno di questi era sicuramente il riavere con me la mia anima gemella, e riaverlo nei momenti più normali, nel caffè della mattina, nelle sigarette prima di dormire, nel dividere un letto abbracciati. Stare con Lauro, di nuovo come prima, possibilmente per sempre, anche se la vita mi aveva insegnato che il per sempre, alla fine, non esiste. Ma esiste il giorno per giorno, e giorno dopo giorno può passare anche una vita.
"Ci pensi mai?" avevo detto a Lauro avvicinandomi a lui, affacciato al balcone della camera da letto. "A cosa Rosà?" mi aveva chiesto, ancora un po' intontito dal sonno. Amavo il modo in cui mi guardava quando mi aveva davanti, alla fine mi aveva sempre guardato allo stesso modo, ma solo adesso riuscivo ad associargli delle parole: amore, orgoglio, ammirazione. Lauro mi ammirava anche quando ero poco più che una bambina, mi trovava decisa, spigliata, amava il mio essere estroversa e il difendere le poche cose in cui credevo fino alla morte. Infatti fin quando l'avevo avuto nella mia vita, non avevo nemmeno mai dubitato di me stessa e della mia forza, e non appena se n'era andato mi aveva lasciato con il mio cumulo di dubbi e paranoie, e da ragazza che non faceva niente per emergere, poiché spiccava anche senza volerlo, mi ero trasformata in quella che faceva di tutto per nascondersi, che nella sua Roma voleva rimanere un puntino e nulla più e nel suo quartiere non voleva esistere.
"A come alla fine i grandi legami, anzi, tutto nella vita, si basi su piccoli momenti condivisi?" Lauro aveva riso amaramente a queste parole. "Hai preso l'arca di scienza stamattina?" mi aveva chiesto mettendomi un braccio attorno al collo per richiamarmi a sé. Avevo finto di essermi imbronciata e mi ero incrociata le braccia al petto come facevo da bambina. "Sto scherzando, scema. Non ci avevo mai pensato ma è vero, alla fine a ogni persona associamo dei momenti. Noi due siamo fatti di momenti" aveva aggiunto.
"Forse più di pensieri e di rimpianti" avevo sospirato. "Poi non è che abbiamo avuto tutti questi bei momenti nelle nostre vite" avevo poi replicato. "Pensa quanto vale tutto ciò se è riuscito a sbocciare nella merda che abbiamo vissuto. E poi scherzi? Ci sembrava tutto bello in quel periodo. Non sapevo se campavamo il giorno dopo, ma scrivevo e avevamo sempre qualcosa in cui credere, uno stimolo" aveva aggiunto lui, accarezzandomi i capelli.
"E se ti dico di pensare a un momento in cui nella tua testa c'ero solo io, a cosa pensi?" avevo chiesto sedendomi poi nuovamente sul letto. "Ti ricordi quanto ci piaceva 'Gli Angeli' di Vasco? Penso a tutti quei pomeriggi in cui la ascoltavamo insieme, mentre io avevo le mani nella droga o ero rimasto vivo per miracolo la sera prima e scrivevo perché avevo mille idee e niente per realizzarle, e tu tornavi da scuola con il tuo zaino azzurro e mi facevi leggere le tue versioni di latino, ti lamentavi di quanto fosse stronza la tua professoressa di francese, tornavi felice quando ti interrogava quella di matematica e andava bene. Portavi il sole in un posto di merda" la mia mente era subito tornata a quei momenti lì, a quel periodo che nonostante fosse terribile, così terribile per noi due non era fin quando stavamo insieme.
"Non ci ho più fatto pace con quella canzone, mi ricorda te, mi ricorda mia madre. Sai quant'era fan di Vasco anche lei" avevo ammesso, quanto mi piaceva però quella canzone, quasi come Albachiara.
Albachiara mi descriveva, o perlomeno descriveva la Rosalba ingenua e studiosa: quella testarda e indifferente era descritta in Sally, che da sempre glissavo nelle playlist, mentre ascoltavo Albachiara a tutto volume.
Nonostante sapessi dei vari doppi sensi a cui era collegata, questa canzone mi era rimasta nel cuore e mi faceva sempre pensare a quando un po' per prendermi in giro, un po' per affetto, i ragazzi del gruppo di Lauro mi cantavano Albachiara, che per l'occasione diventava "Rosalbachiara" e tutti giù a ridere, ridevamo pure senza avere niente per cui ridere, tra di noi c'era chi rischiava i domiciliari e chi la vita, chi aveva messo incinta la ragazza, chi sognava il mondo e non sapeva come prenderselo.
![](https://img.wattpad.com/cover/175993894-288-k25469.jpg)
STAI LEGGENDO
Vorrei difenderti da tutto quanto. ||Achille Lauro||
FanfictionRosalba ha 16 anni quando Lauro, ancora un "rapperino" emergente, che diventerà poi Achille Lauro, le chiede di affrontare un viaggio insieme verso la strada che può portarlo verso il successo, verso la fama, fuori dal loro quartiere distrutto. "Ro...