La professoressa Rosati era una donna che, sebbene non li dimostrasse, superava i quaranta. Dire che era bellissima era come sminuirla. Portava con grazia qualunque cosa indossasse, e tutto riusciva a risaltare per il meglio con i suoi capelli biondi e ricci e i suoi occhi verde smeraldo. La professoressa in questione insegnava italiano e latino al liceo di Anne, e la ragazza aveva sempre avuto la sensazione di aver stretto un legame con lei.
Nessuno sapeva perché, negli ultimi tempi, si era trovata ad essere triste anche lei. Anne sapeva solo che era sposata con un professore delle medie. Qualcuno ipotizzava un lutto oppure un divorzio, ma in realtà nessuno era al corrente degli ultimi accadimenti.
Alice, così si chiamava la donna, aveva sempre mantenuto un aspetto inglese, impassibile e controllato di fronte a tutto. Anne la stimava molto per la sua capacità di non mostrare mai il fianco. Ogni volta che la vedeva, sebbene non parlassero quasi mai, sperava che un giorno avrebbe avuto il suo stesso temperamento.
Anne non si aspettava di vederla entrare nella sua camera, poco dopo l'una e mezza. Come d'istinto, si alzò in piedi e recitò un frettoloso «Buongiorno». La professoressa sorrise, e le disse che poteva anche sedersi, non avrebbe cambiato niente. Quel giorno indossava dei vecchi jeans stinti, una camicia bianca e sopra una giacchetta, anch'essa di jeans. Quando era nervosa si legava i capelli, infatti se li legò appena entrata.
Anne non sapeva cosa pensare. Probabilmente era venuta per accertarsi che stesse veramente così male come la professoressa di ginnastica aveva detto. Oppure voleva accertarsi che stesse facendo i compiti. Oppure, ovvero l'ipotesi più plausibile, era venuta ad accertarsi che stesse bene.
Alice si sedette su un angolino del letto, sorrideva flebilmente, mandandocosì segnali contrastanti. Abbassò lo sguardo.
«Anne» esordì. «Mi dispiace». La sua voce si fece come un soffio.
A quel punto, la ragazza le si parò davanti. «Per cosa?»
«Sono venuta qui per darti un consiglio» continuò la professoressa, ignorando la domanda.
Come se non l'avesse sentita, continuò. «Mi ricordi tanto una persona»
Anne si senti quasi in imbarazzo davanti alle parole della donna.
«Si chiamava Francesco». Le sue parole si spezzarono in gola.
«Francesco» ripeté la ragazza. «Chi è?»
Alice si strinse nelle spalle. «Non ho mai raccontato a nessuno questa storia. Credo che tu ne abbia bisogno»
A quel punto, Anne si sentì importante. Si stava facendo depositaria della storia (probabilmente triste) della professoressa che più stimava. Si sedette sul letto, accanto a lei, guardandola intensamente.
«So che può sembrarti banale, ma questa è la storia della mia vita. Penserai che c'è di meglio da ascoltare e, sinceramente, ti do ragione. Solo che io voglio trasmetterti un messaggio: non darla vinta a nessuno. Mai. In nessuna occasione. E, soprattutto, ama te stessa»
Anne quasi si chiese come mai stava per ricevere tutti quei consigli, ma decise di trarre la conclusione solo alla fine. Era fiduciosa in quello che stava per sentire.
«Quando avevo la tua età, più o meno, conobbi un ragazzo. Era veramente molto bello, con i suoi occhi azzurri e i capelli biondi più lunghi del normale». Il tono della Rosati era distaccato. «Pensavo che sarebbe stato l'amore della mia vita, te lo giuro. Passavamo molto tempo insieme. Io ero felice, o così sembrava. Questo ragazzo viveva in una situazione strana. Sai, il padre era malato di reni, la madre era una signora molto simpatica e stravagante, il gemello un tipo tranquillo e molto socievole. Le nostre famiglie andavano molto d'accordo, capitava spesso che si riunissero a cena o che prendessero insieme un the, nonostante le condizioni del padre non lasciassero molto spazio alla vita sociale. Era una persona distinta, molto curata nonostante la malattia lo logorasse». Qui fece una pausa molto lunga, Anne aveva alcune domande in mente ma non osava parlare.
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Nessuno è solo
General FictionÈ strano come tre fratelli di origini americane si ritrovino sbalzati nella realtà di una piccola cittadina del centro Italia. Ed è altrettanto strano e inaspettato il motivo per cui si trovino lì. Ognuno di loro ha dei sogni nel cassetto così come...