Le assistenti sociali si congedarono subito dopo l'accaduto confermando che erano lì esclusivamente perché erano state chiamate dalla scuola e non perché ci fosse un vero e proprio motivo.
I due avevano parlato con i medici. Entrambe le parti erano preoccupate per l'incolumità di Anne, per cui decisero di sedarla per la notte per non incorrere in altri incidenti.
Jamie e Adam decisero di rimanere nella stanza della sorella e di riposare un po'. Avevano saltato a piè pari il pranzo e, prima che se ne accorgessero, si era già fatta sera. Né Jamie né Adam potevano dire con precisione come aveva fatto a passare così velocemente il tempo, ma forse a questo non c'è una vera risposta.
L'indomani, Adam sarebbe dovuto andare a scuola come un giorno normale, Jamie avrebbe provato a saltare il lavoro ma non ci contava nemmeno più di tanto. Aveva il turno fino a sera, per cui si organizzò con Adam, il quale sarebbe dovuto uscire da scuola, tornare velocemente a casa per portare un cambio alla sorella, e passare il pomeriggio con lei. Gli chiese di parlarle, dato che ultimamente era diventato difficile interagire con lei, tanto era diventata criptica e rinchiusa in séstessa.
Adam si accasciò su una piccola e scomoda poltrona. Fissò la sorella, immobile nel letto, lo sguardo sereno ma non del tutto. Si accostò al suo letto, e delicatamente, quasi in punta di dita, le scoprì i polsi. Jamie le teneva la mano dalla parte opposta del fratello, e socchiuse gli occhi, come per paura di quello che avrebbe visto.
Il polso di Anne era un insieme omogeneo di cicatrici rimarginate, ma troppo spesse e profonde per potersi confondere con la pelle, tagli aperti e superficiali, alcune bruciature. Quello che le era costato il ricovero e i punti era lungo almeno venticinque centimetri e si estendeva per il lungo sull'avambraccio. La sutura sembrava reggere, ma Adam non volle forzare le cose e non gliela toccò. Abbassò impulsivamente la manica, rabbrividendo. «Possibile che non ce ne siamo mai accorti?» mormorò allora il ragazzo, girandosi verso Jamie.
«Possibile? Certo. Forse non siamo attenti abbastanza»
«Certo che no, Jamie. Io che penso alla scuola, tu che lavori. È impossibile averla sempre sotto gli occhi». Sospirò leggermente, nella stanza aleggiò l'odore di fumo. «Secondo te, cosa la spinge afare tutto ciò?»
Jamie si accorse solo dopo un po' che la domanda non era retorica e che il fratello si stava aspettando una risposta, ma era così impegnato apensare alle cose sue, in confronto così futili, che ci mise qualche secondo ad elaborare una risposta.
«È stanca di vivere, tutto qui» mormorò, la sua voce ridotta a un soffio. «Non vuole più stare qui, né in America. Lei vuole morire. E lo sta facendo nel modo più lento e più doloroso possibile, barricandosi nei bagni a dissanguarsi o non mangiando fino a svenire»
Adam scoppiò a piangere, Jamie abbassò lo sguardo temendo di esser stato troppo crudo nelle sue espressioni. Lo abbracciò in un gesto spontaneo, cercando di dargli la sicurezza che in realtà non aveva.
«Dobbiamo convincerla a restare» proseguì poi Jamie. «Ti ricordi quel detto, no? You only live once. Non avrà un'altra chance se ora muore. Dobbiamo rendere la sua vita meno grigia, più bella»
«E se non ci riusciamo?» chiese Adam, ancora in un bagno di lacrime, volgendo il suo sguardo alla sorella così immobile e rilassata.
«Abbiamo fallito». Jamie arrossì e si stese sulla striscia di letto che Anne, con la sua magrezza, lasciava libero. Chiuse gli occhi, strizzandoli leggermente di tanto in tanto.
Adam non riusciva a prendere sonno. Continuava a pensare a Jamie, a come era diventato brusco e distaccato. Non parlavano più come una volta, lui non era più quella persona aperta che era sempre stata. Era diventato molto schivo, a volte nascondeva dove andasse o con chi. Fumava più del solito, e la sera in camera non parlavano quasi più. Jamie semplicemente voltava le spalle a Adam, per poi stare incollato al cellulare, scrivere e ancora scrivere, forse a qualcuno o forse no. Forse c'entrava il lavoro, ma Adam non ne poteva essere sicuro.Forse aveva una ragazza un po' strana e lui la voleva tenere nascosta. O almeno, quelle erano le motivazioni più attendibili. Tra quelle meno probabili c'era quella che fosse un agente segreto della CIA, ma non era possibile, dai.
STAI LEGGENDO
Nessuno è solo
Ficción GeneralÈ strano come tre fratelli di origini americane si ritrovino sbalzati nella realtà di una piccola cittadina del centro Italia. Ed è altrettanto strano e inaspettato il motivo per cui si trovino lì. Ognuno di loro ha dei sogni nel cassetto così come...