5. "Piuttosto chiedo una foto ad un Dolente!"

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È passata già una settimana da quando Jaqueline ha ucciso il suo ologramma e, ieri, Alby ha dato il suo assenso per far entrare la giovane nel Labirinto.
Poco prima dell'alba Jaq viene brutalmente scossa da qualcuno, che interrompe i suoi sogni.
"Chi è?" Chiede  sgarbatamente Jaq, mentre cerca di collegare la gentilezza alla parola.
"Sono Minho. Devi svegliarti perché oggi andiamo nel Labirinto." Le sussurra il ragazzo coreano, accovacciato davanti alla sua amaca.
Per poco lei non finisce a terra. "D-dobbiamo?" Chiede cercando di calmarsi.
"Si, tu oggi vieni con me e Thomas." Si alza e si allontana di un passo dalla sua amaca, lasciandole lo spazio per alzarsi.
"Piuttosto chiedo una foto ad un Dolente." Lei si mette seduta e stira un po' le braccia, senza mai distogliere lo sguardo da lui, che fa altrettanto.
Si alza e, in totale silenzio, va a sciacquarsi il viso e legarsi i capelli in una coda.
Torna nella capanna e trova Minho ancora lì ad aspettarla.
"Allora? Dove dobbiamo andare ora?" Chiede guardandolo.
Lui, in silenzio, si alza e si avvicina a Jaq. "Adesso devi metterti le scarpe adatte e questa." Indica la sua casacca.
"E dove li posso trovare?" Domanda, mentre cerca di capire come mai le sue scarpe da ginnastica non vadano bene.
"Ovviamente nella loro capanna." Dice lui.
"Ma certo, come ho fatto a non pensarci?" Chiede sarcasticamente a sé stessa.
Lui la sente, ma decide di stare zitto e condurla fino alla capanna dove si trovano armi e attrezzi di ogni tipo.
Minho si avvicina ad un ripiano con sopra diverse paia dello stesso tipo di scarpa.
"Questo..." Prende un paio di scarponi e lo osserva, poi osserva il piede di Jaq. "No, troppo grande." Ne prende un altro e rifà la  stessa cosa del primo.
Dopo altre tre paia di scarpe, una  Jacqueline spazientita, si avvicina allo scaffale, controlla qualche scarpa e poi ne prende due.
"Ho il 39. Non è difficile da capire." Dice lei mentre si siede e si infila gli scarponi.
"Le casacche sono lì." Indica un appendi abiti con delle casacche appese. "Prendine una e poi esci,ti aspetto qui fuori." Non le lascia il tempo di rispondere che è già all'esterno della capanna.
Borbottando qualcosa tra sé, Jacqueline si avvicina all'appendino e prende una casacca, poi la infila ed esce dalla capanna.
Minho è appoggiato alla parete della costruzione, un piede appoggiato al muro e le braccia incrociate. Lo sguardo perso chissà dove e le maniche della camicia che risaltano i suoi bicipiti, resi più grandi dal fatto che le sue braccia siano piegate. Non che il dettaglio conti molto ma sta di fatto che Jacqueline non poté fare a meno di incantarsi a guardarlo, riprendendosi dopo poco.
Si avvicina a Minho e lo tocca con un dito sulla spalla, richiamando la sua attenzione.
Lui si volta e la guarda. "Hai la casacca messa male."
"Non riesco a stringerla." Si lamenta lei, cercando di sistemare la cinghia.
"Aspetta, ti aiuto io." Si avvicina ancora di più a lei, iniziando a stringere, senza troppa forza, le cinghie.
Quando ebbe finito alzò lo sguardo su di lei. Aveva gli occhi blu puntanti in quelli castani di Minho. Le mani del ragazzo erano ancora sul corpo di Jaq e la distanza tra i loro visi non tanta.
"Minho!" Una voce dietro di loro li fa distrarre da quello stato di trance in cui erano caduti entrambi.
"Minho." Un ragazzo si avvicina a loro. "Noi siamo pronti. Voi due?" Chiede, notando solo in quel momento anche la presenza della ragazza.
"Si, siamo pronti anche noi." Dice lei per entrambi e si allontana, cercando di mettere quanta più distanza possibile tra lei e Minho.
Arriva quasi di fronte alle porte del Labirinto, dove trova già altri Velocisti che si presentano a lei.

È da più di un'ora che tutti loro corrono, eppure Jaq non sembra dare segni di cedimento.
"Minho!" Chiama uno dei ragazzi più in fondo. "Minho ti prego fermiamoci." Chiede.
"Va bene." Rallenta fino a fermarsi. "Cinque minuti e poi rincominciamo."
Si siede contro un muro e tira fuori la borraccia d'acqua dal suo zaino, iniziando a bere.
Jaq, seduta quasi di fronte a lui, non può fare a meno di notare il pomo d'Adamo che si muove mentre lui beve e non può non trovarlo incredibilmente sexy.
Distoglie quei pensieri dalla sua testa e prende a concentrarsi su delle foglie di edera che si muovono per la leggera corrente d'aria presente in tutto il Labirinto. Segue con lo sguardo il movimento di una di esse, risalendo per il ramo a cui apparteneva. Ad un tratto il ramo sparisce in mezzo a tante foglie, per poi riapparire.
Jaq su alza, sotto lo sguardo curioso dei ragazzi, e si avvicina al punto in cui il ramo sparisce.
Un leggerissimo bip arriva alle sue orecchie mentre avvicina il viso in quel punto.
Minho le si avvicina e guarda il punto dove anche lei sta guardando.
"Jaq si può sapere che-" Minho viene interrotto dal dito di Jaqueline sulle sue labbra, che lei ha messo lì per zittirlo.
Jack, mentre fruga tra le foglie, ha ancora la mano appoggiata sulle labbra del ragazzo e non può fare a meno di notare quanto siano morbide e carnose.
Tutto a un tratto, frugando, trova una piccola telecamera.
La tira fuori e la mostra agli altri.
"Sei stata grandiosa." Ammette Minho, guardandola.
"Dovremmo portarla ad Alby." Dice lei, ignorando il complimento del ragazzo.
"Andiamo forza."
Tutto ad tratto, un rumore inquietante li fa girare.
Un Dolente che, una volta notati, si fionda su di loro.
Il pungiglione è vicinissimo alla persona più vicina a sé: Minho, non accortosi del Dolente dietro di lui.
Jaq grida il nome del ragazzo, fiondandosi dietro di lui e beccandosi il pungiglione dritta in mezzo al petto.
Un altro ragazzo, intanto, aveva rotto il pungiglione e ucciso il bestione.
"Jaq!" Minho si fionda sul corpo inerme della ragazza. È freddo, rigido e un qualcosa di nero le sporca la maglia bianca che portava.
"Jaq, non dovevi!" Dice lui, in preda quasi alla disperazione, mentre la prende a mo' di sposa e inizia a correre verso l'uscita.

La velocistaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora