♤capitolo-5♤

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《Signorina. Vedo che mi è venuta a liberare dalle sbarre》dice Andrès
《Mi scusi se l'hanno messa in prigione. Ero andata a far la spesa e...e...-cosa gli dico? Che dopo l'enorme pianto che ho fatto per lui, sono andata al supermarket e hanno chiamato la polizia per i lividi sui polsi? Sembrerei una stupida ragazzina in cerca di attenzioni.- Va beh.》
《Mi farebbe il piacere di riaccompagnarmi a casa?》
Lì realizzo che non ha modo di tornare a casa sua ed io non ho modo di AIUTARLO a tornare a casa sua. C'è solo una cosa che posso fare, ma non mi piace affatto..
《Io...beh...vede....dovrebbe venire a dormire da me....》
Mi guarda con una faccia sorpresa dopo quelle parole. Fa un sorrisetto e fa cenno di Sì con la testa. Non è poi che la mia casa sia vicinissima, e nessun autobus passa alle 3 di notte per una disgraziata come me, quindi ci tocca di camminare.
《Quindi, signorina. Qual è il suo nome?》
《Perché dovrei dirglielo?》gli chiedo
《Perché se vado a dormire a casa di una persona, vorrei perlomeno sapere il suo nome》
《Elisa. Il mio nome è Elisa》
《Elisa. Nome che deriva dall'arabo "Elisheba": dea della perfezione.》 Sono sorpresa. Nessuno ha mai saputo le origini del mio nome apparte me. Deve essere un uomo molto colto.
Appena arrivati a casa mia, apro la porta e lascio entrare Andrès. Lui scruta attentamente ogni minimo dettaglio della casa
《Bella casina》
《Grazie, penso》
《Dove posso dormire》chiedo con un sorrisetto malizioso in viso.
《Dormirai sul divano》sentendo queste parole i suoi sogni erotici si infrangono. Mi guarda con a bocca aperta come per dirmi "certo che sei una stronza eh". Lo conduco fino al salotto e poi penso tra me e me: "Aspetta, io qui posso guardare Netflix tutta la notte, mentre se lui starà in camera mia morirà dalla noia."
《Mi scusi Andrès, ma credo che lei dormirà nel mio letto -dico, e per un attimo vedo i suoi occhi scintillare di speranza- ed io dormirò sul divano, così mi guarderò Netflix fino alla mattina.》Ormai mi odia. Lo conduco in camera mia e gli mostro un posto per poggiare giacca e cappello.
《Notte》dico io chiudendomi la porta alle spalle dopo essere uscita. Mi prendo una coperta dallo sgabuzzino ed inizio la maratona di film. Le mie palpebre si iniziano a fare pesanti e dopo poco mi addormento.

La mattina dopo è domenica quindi non mi preoccupo del lavoro. Mi sveglio e vado a svegliare Andrès per fare colazione insieme e poi chiamargli un taxi.
Apro la porta della mia stanza e vedo Andrès scoperto con solo i boxer addosso. Sbatto la porta e da fuori gli urlo
《ANDRÈS, SVEGLIATI. FACCIAMO COLAZIONE E POI TI CHIAMO UN TAXI》
Sono ancora imbarazzatissima e cerco di non pensare troppo a quell'immagine, ma non riesco a scacciarla dalla mia mente: era così bello. Ma cosa sto dicendo?!?!? Non lo conosco nemmeno. Vado in cucina sperando che preparando la colazione possa distrarmi, ma nemmeno quello mi toglie dalla testa Andrès in....
O.Mio.Dio.
Mi giro sentendo dei passi e vedo Andrès.
《ANDRÈS! VESTITI》 dico cercando di non guardarlo. È ancora in mutande.
《Perché? Non ti piaccio?》dice per poi scoppiare in una fragorosa risata. Ha una risata stupenda...MA COSA DICO?!
《Credo che...》Andrès non finisce la frase è corre verso di me. Guardo i fornelli e noto che i puncakes che provavo a cucinare, sono completamente bruciati. Sento il calore del suo corpo dietro di me. Divento un pomodoro. Andrès, dopo aver spento i fornelli, mi gira con la schiena verso di essi, e mi si para davanti.
《Deve stare più attenta, mocciosetta.》dice con un sorrisetto in volto. Sento il suo respiro fondersi con il mio.
《Mi s-sono distratta..》dico io
《Cosa l'ha distratta? Io?》L'ultima parole me la dice all'orecchio.
Non riesco a dire nulla. Sono come una statua. Lui prende per i fianchi e mi avvicina. Io gli metto le mani dietro la schiena a mo' di abbraccio e rigiro la situazione. Ora lui sta dando le spalle ai fornelli ed io gli sono davanti. Andrès si morde leggermente il labbro inferiore, questa cosa mi fa andare un po' in crisi. Mi avvicino fino a quando i nostri nasi non si toccano... e poi lo spingo per avviarmi verso camera mia. Guardo nel mio guardaroba in cerca della scatola dei ricordi che ho di mio padre che...beh...ci ha lasciati 10 anni fa: attacco cardiaco. Appena la trovo vedo se c'è qualcosa da far mettere ad Andrès. Afferrò dei jeans bianchi e una camicia blu. Mi riavvio giù e porgo i vestiti al mio ospite.
《Prego》 dico io per far notare ad Andrès che non mi ha ringraziato
《Grazie》risponde lui.
Vado in bagno per lavarmi i denti e lo lascio vestire in santa pace. Quando ho finito chiamo un Uber: arriverà tra un'oretta, erano un po' occupati a quanto pare.
《Andrès, il taxi arriva tra un'ora》
Non mi risponde. Scendo e lo trovo intento a guardare la MIA serie: DYNASTY. "Non dirmi che..."
《STAI ANDANDO AVANTI?!》
corro verso il divano e mi siedo di fianco a lui.
《È molto interessante.》dice lui
《Sì, è per questo che è la mia preferita.》
Pass circa mezz'ora ed io decido di andarmi a fare un bagno nella piscina dietro casa, una di quelle  che d'inverno si smontano. Mi metto il costume e mi tuffo.
Andrès mi guarda sorridendo. Esce dalla porta-finestra e si appoggia con una spalla al muro mentre mi osserva nuotare.
Passa un'altra mezz'ora e sento suonare un clacson davanti a casa mia.
《Andrès, -dico mentre mi asciugo-  credo che tu debba andare》
《Ma come?》 Mi dice avvicinandosi e facendo il solito sguardo. Io non lo degno nemmeno di un'occhiata e gli apro la porta per fargli capire che se ne deve andare.
《Ciao, Andrès》
《Arrivederci, Elisa》
Dice per poi dirigersi verso la macchina. Mi dà un'ultima occhiata prima di chiudere lo sportello ed entrare.
"Non si può dire che sia brutto.." dico maliziosamente per poi chiudere la porta.

LUI NON AVEVA NULLA DA PERDERE•|BerlinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora