♤capitolo-6♤

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AVVISO:
CHI È SENSIBILE A LEGGERE DI SCENE DI STUPRO, SI TENGA PRONTO

Lunedì. Chi non odia i lunedì?
Questa mattina non vado a correre, prendo l'autobus e vado direttamente al lavoro, così mi posso svegliare più tardi. Appena entrata vedo il mio capo. Mi fa segno di antrare nel suo ufficio, io obbedisco.
《Dove era finita sabato mattina?》mi chiede con tono gentile
《Sono dovuta tornare a casa mia. Questione personale.》
《Aaa....Questione personale eh? Pensa quanto CAZZO ME NE PUÒ FREGATE DELLE SUE STUPIDE QUESTIONI PERSONALI.》 mi urla contro. Chiudo gli occhi dallo spavento. Quando li riapro vedo che lui sta camminando nella mia direzione.
《Dovrà ripagarmi, signorina》dice lui impassibile.
Io mi alzo per cercare di uscire, ma lui mi blocca contro la scrivania. Sono impaurita, io la pecorella e lui il lupo...
"Che faccio?" Penso terrorizzata.
《La prego...-dico con le labbra tremolanti- non mi faccia del male...》
《Io? Voglio solo giocare un po'》Dice ridacchiando.
Vorrei che in questo momento ci fosse Andrès, ma so che non arriverà ora.
Il capo inizia a "Giocare". Io non resisto più. Non sento più nulla. Buio totale. Mi risveglio quando lui si sta riallacciando i pantaloni. Io prendo faccio lo stesso, fissando il vuoto esco, ma prima di uscire pronuncio una frase: 
《Mi licenzio》 e subito dopo sbatto la porta alle mie spalle. Non riesco nemmeno a trovare la forza per piangere...
Torno a casa. Non so perché ma in questo momento vorrei solo che ci fosse Andrès a consolarmi e preoccuparsi per me. Sento un lancinante dolore ai fianchi. Mi alzo la maglia e noto degli enormi lividi. Non so che fare, ma poi mi ricordo che in casa ho le pagine gialle. Le cerco e guardo dove si trova il numero di Andrès, menomale che sull'elenco c'è solo un Andrès De Fonollosa. Chiamo e sento la sua voce che in questo momento mi fa da calmante.
《Pronto?》dice lui
《Andrès -rispondo, la mia voce è priva di qualsiasi emozione- devi venire qui. Ora.》
《Elisa? Stai bene?》
Io riaggancio senza rispondere e aspetto il suo arrivo. Sento che qualcosa di caldo mi scende dal naso. Faccio per asciugarmi e noto che è sangue. Non c'è preoccupazione nella mia testa in questo momento. Non c'è nulla. Sento qualcuno bussare, apro e vedo Andrès preoccupato. Mi avvicino lentamente tenendo lo sguardo fisso nel vuoto, e mi butto tra le sue braccia.
Le lacrime mi solcano il viso lentamente, e finalmente riesco a piangere.
《E-elisa...shhhh, andrà tutto bene. Tutto andrà bene. Ci sono io ora. -mi prendere la testa fra le mani e fa in modo che io lo guardi in faccia- Calmati. Andiamo dentro》
Mi fa sedere sul divano di fianco a lui.
Io continuo a piangere senza finire mai.
Mi abbraccia e mi porta in camera. Mi fa sdraiare e lui fa lo stesso. Mi prende tra le sue braccia e mi rassicura. Sento il suo fiato caldo sul mio collo e ciò mi tranquillizza. Mi addormento.

(Oggi il capitolo è corto, ma ne metto un altro molto più lungo, quindi accontentatevi.  Vi voglio bene <3)

LUI NON AVEVA NULLA DA PERDERE•|BerlinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora