Corro verso l'urlo e vedo una cosa sconcertante.
Mosca è steso a terra e respira affannosamente.
Mi avvicino e noto che dall'addome del sangue gli fuoriesce da tre punti diversi.
《Mosca, perché tu non ha detto subito a noi?》
La voce di Helsinki sovrasta le altre
《Mi ero fatto appena mettere dei punti. Pensavo sarebbe andato tutto bene.》
《Andrà tutto bene. Non te ne andrai tra le mie braccia, tra le braccia di tuo figlio.》
Denver lo rassicura, anche se la sua voce tremolante rende difficile credere che lui pensi ciò che dica.
Qualche minuto dopo dei paramedici portano Mosca in ospedale. Tutti ci affrettiamo a raggiungerlo.Ormai siamo in sala d'attesa da ore mentre non sappiamo cosa stia succedendo al padre di Denver, che in questo momento non fa altro che guardare il vuoto. Quando arriva un medico tutti ci avviciniamo e apriamo le orecchie.
《Purtroppo il signor "Mosca", come mi avete detto di chiamarlo, ha ancora pochi momenti di coscienza prima che possa andare in coma o peggio...morire. Quindi vi consiglio di salutarlo ora. Due alla volta, non di più.》
Denver sembra ancora avere speranza che suo padre possa sopravvivere, ma io ne dubito fortemente. Questa non è una telenovela, le persone non si salvano per magia.
A coppie ognuno di noi si dirige verso la sua stanza per poi tornare in lacrime. Quando arriva il mio turno Andrès mi lancia uno sguardo ed io capisco subito quello che vuole dire: vuole entrare da solo.
Lo lascio andare e quando ritorna non piange, fa come se nulla fosse. Io gli passo accanto e con gli occhi lo fulmino.
Mi dirigo verso la camera di Mosca per salutarlo un'ultima volta.
Il ferro della maniglia mi fa venire i brividi da quanto è freddo. Lentamente apro ed entro.
《Elisa》
Dice Mosca con il respiro affannoso.
《Hey, come stai?》dico mentre mi avvicino.
《Ci sono stati giorni migliori. -ridacchiamo- Perché non sei venuta insieme ad Andrès?》
《Voleva vederti da solo.》
《Elisa...devi prenderti cura di lui. Lo sai questo vero?》
《Lui non ne ha bisogno, può badare a se stesso.》
《Sì, ma lui vuole andare a cercare chi mi ha fatto questo. Devi dimostrargli che è un suicidio.》
《Io non ho bisogno di dimostrarglielo e se lui continua a volersi sacrificare per gli altri vuol dire che in fondo sa che non ha nulla da perdere.》
《Elisa..questo è il fatto. Lui non aveva nulla da perdere. Devi fargli capire che perderlo per te sarebbe come morire. Devi dirgli che lui per te vale molto più di qualunque altra cosa. Ho visto come ti guarda. Elisa, lui è innamorato, ma ha paura che tu non possa accettare l'uomo che c'è dietro la maschera.》
《Io non lo so se sono forte abbastanza, ma ci proverò》
Quando sto per mettere la mano sulla maniglia lui mi dice
《Lui non aveva nulla da perdere. Ricordatelo.》
Dopo queste parole un rumore assordante mi spacca quasi i timpani. Guardo l'elettrocardiogramma e noto che la linea che dovrebbe alzarsi al ritmo dei battiti di Mosca non fa un minimo movimento. Scoppio a piangere e cerco di correre verso di lui, ma un medico mi afferra e mi riporta di forza alla sala d'attesa dove tutti mi guardano confusi. Il mio sguardo incontra quello di Denver. Lui piange quando capisce cosa sta succedendo.
Mosca se n'è andato, ma mi aveva dato un incarico ed io lo porterò a termine.
Far capire ad Andrès che
Lui
Non
Aveva
Nulla
Da
Perdere
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LUI NON AVEVA NULLA DA PERDERE•|Berlino
Teen Fiction"Che stronzo" penso tra me e me. Non riesco credere che Stephen mi abbia lasciato. Entro nel primo pub più vicino e inizio a fare diversi giri. Ed è quando sono praticamente ubriaca che lui si avvicina a me... Tranquilli, se non avete ancora finito...