Capitolo 4

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Spike spinse silenziosamente la porta in avanti, aprendola, tendendo un braccio avanti a Mabel per fermarla dall'entrare da sola e compiere azioni avventate, doveva solo stare dietro di lui, non ci voleva molto. Mabel accettò quel gesto per qualche minuto, quanto bastasse per ritrovarsi dentro insieme a lui, e poter vedere in faccia il simpaticone che aveva appena fatto irruzione nel suo bar capovolgendo tavoli e distruggendo qualunque cosa gli si parlasse davanti. Era un bestione dalle considerevoli dimensioni, avrebbe steso Spike con un soffio.

"Un messaggio per Mabel da parte di Joss" annunciò il troglodita, che per qualche secondo aveva perfino creduto che Mabel fosse un uomo e non la ragazzina che si rifugiava dietro Spike.

"Vogliamo la testa di tuo fratello" disse, compiaciuto, sorridendo come se avesse vinto alla lotteria. Si era fermato, ma dopo aver pronunciato queste parole prese delle bottiglie di super alcolici e cominciò a lanciarle contro lo specchio che si trovava alle spalle del bancone. Contò fino a dieci, poi cambiò obiettivo, lanciandone una contro Spike.
Fortunatamente non lo prese, lui si abbassò in tempo per schivarlo, furono alcuni cocci a graffiargli il viso. Fu a quel punto che Mabel si stancò.
Garbatamente, fece pressione sul braccio di Spike, facendogli capire che non le serviva la sua protezione, e che stava per smettere di giocare alla damigella in pericolo. Spike annuì appena, sperando vivamente che lei sapesse cosa stava facendo e fosse consapevole di ciò che poteva fare.

"Dì a Joss che gli presenterò il conto" disse Mabel, la sua voce risuonò all'interno della sala come un tuono, alzandosi da terra per andargli incontro, indicandogli tutte le bottiglie costosissime che aveva distrutto, per non parlare dei tavoli e degli specchi. L'orso rise di lei, chiudendo la mano destra in un pugno, provando a colpirla. Era pesante, lento, non le servì troppo sforzo per schivarlo, il bello sarebbe venuto quando avrebbe dovuto contrattaccare, non sapeva se era davvero così forte.

"Joss mi ha detto di non farti troppo male, in fondo non è stata colpa tua, non è te che vogliamo" si giustificò lui, che tentò ancora di colpirla facendo cilecca.

"Non credo avrà da ridire se mi divertirò un po' con te, scricciolo" quelle parole viscide impregnarono le orecchie di Mabel facendole chiaramente dedurre che se l'avesse immobilizzata sarebbero stati guai, le conveniva agire in fretta. Cercava di evitare i suoi colpi, di deviarli, bloccarli, le serviva una spintarella, e quella spintarella non poteva che arrivare da Spike, che scaraventò un estintore contro le possenti spalle di quell'energumeno.
Allora Mabel gli sferrò il primo pugno, che gli fece voltare il viso dall'altra parte, così partì il secondo, che lo fece indietreggiare. L'uomo sfruttò la sua stazza come arma, lanciandosi di peso contro Mabel. L'avrebbe schiacciata, avrebbe potuto tranquillamente soffocarla, doveva spostarsi di lì, ma non lo fece. Mabel fece leva sulle ginocchia, aveva così tanta energia in corpo che lo sollevò, lanciandolo fuori dalla finestra, frantumando i vetri, che erano l'unica cosa rimasta intatta in tutto il locale.

"Dì anche questo a Joss" urlò lei con quanto fiato le era rimasto nei polmoni, alzandosi con un leggero fastidio alla schiena.

"Cazzo quanto pesava" commentò, massaggiandosi la parte bassa della schiena con una mano, facendo una smorfia di dolore e disgusto al contempo.

"Questa è la mia ragazza" applaudì Spike, lieto di vedere che riusciva a controllarsi. Mabel accennò ad un sorriso, zoppicando fino al bancone per prendere da esso una bottiglia di bourbon, aprirla, e scolarsene un terzo.

"Meglio" borbottò stiracchiandosi, scoraggiandosi subito dopo alla vista di come era stato ridotto il bar che aveva appena scoperto di avere.

"Qui ci penso io, non ti preoccupare" insistette Spike, guardando con disgusto la bottiglia di bourbon, il preferito di William, un promemoria del fatto che lei fosse legata inesorabilmente a lui, persino nei gusti.

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