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Jeremiah Reeves
I DON'T LOVE YOU (MY CHEMICAL ROMANCE)
Mentre Supernova mi curava, iniziai a riprendere lucidità e a capire ciò che era successo e cosa stava succedendo. La stanza in cui mi trovavo era tappezzata di bambole e orsacchiotti, con le pareti rosa a pois bianchi. Sembrava la camera di una bimba di dieci anni.
Il tocco della ragazza era rozzo e faceva parecchio male quando toccava il bel livido che avevo sullo zigomo sinistro, facendomi fare smorfie. «Mi spiace se ti faccio male, ma questo non è nulla in confronto a come mi sento io.» Non capii esattamente cosa intendesse, così la guardai un po' confuso. «Fa male vederti ridotto così a causa di Clementine, a causa di una ragazza che ha già qualcuno con cui stare. Volevo evitare tutto ciò facendoti innamorare di me, ma a quanto pare sei rimasto stregato anche tu.» Cercò di spiegarsi, e nel mentre mi guardava con le lacrime agli occhi e un sorriso triste. Asciugai le sue lacrime passando il pollice sulle sue morbide guance, ma lei si scansò. «No, Luther, non fare così. Peggiori solamente la situazione, toccandomi con gentilezza e delicatezza.»
Finite le cure, Supernova mi osservò intensamente, con i suoi occhi lucidi e pieni di tristezza infinita. «Sei un ragazzo d'oro, Luther. Ti meriti tutto il meglio di questo mondo, non sicuramente un pugno in faccia. Arrivare a proteggere una persona mettendo in pericolo te stesso... questo è davvero amore. Ma Clementine non ti merita, e neanche io, e questo fa malissimo.»
Tenni il viso di Supernova tra le mani e avvicinai la sua fronte alla mia. «Nova, anche tu meriti qualcuno che ti ami, che ti voglia bene, che ti faccia restare la mattina dopo aver fatto l'amore, a coccolarti. Ma non posso essere io quella persona, mi spiace. Io amo infinitamente Clementine, e sarà l'unica persona che veramente amerò in tutta la mia vita. Non mi interessa stare insieme a lei, mi basta averla accanto sempre.»
Lacrime copiose iniziarono a scendere dai suoi begli occhi dal colore indefinito. Non volevo farla stare male, ma ciò che avevo detto era la semplice verità, e volevo che lei mi odiasse, in modo da non ferirla ulteriormente. «Il tuo è un amore puro, uno dei più belli che abbia mai visto, e ciò mi ha invogliato a non odiare questo bellissimo sentimento, a volte struggente e doloroso. Per quanto io ti abbia amato, andrò avanti e chissà, forse troverò anche io la mia Clementine.» Con un ampio sorriso, la bella Supernova, dal nome così mistico e astrale, si alzò e uscì dalla stanza e dalla mia vita.
AUTHOR'S CORNER
Ho ricominciato la scuola, anche se ho cambiato e ora sto ad un artistico, e finalmente posso dire che sono felice.
Oltre a questo capitolo ne mancano altri due e un epilogo, e poi i ringraziamenti e la storia sarà finita yo