𝐒𝐄𝐓𝐓𝐈𝐌𝐎

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Supernova Hughes

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Supernova Hughes









HIGHWAY TO HELL
(AC/DC)

Ebbi, finalmente, modo di parlare a Jeremiah Reeves in una vera conversazione, in una delle ultime feste in spiaggia. Di lì a poco l'estate sarebbe finita.

Stavo bevendo del succo di mela mentre chiacchieravo con la bella Clementine, che teneva in mano una sigaretta fumante. Le avevo già detto che le faceva male, fumarne così tante, ma lei ogni volta mi guardava con un po' di tristezza e mi diceva che già lo sapeva.
«Rimbaud avrebbe scritto poesie migliori se fosse vissuto abbastanza,» dissi mentre sorseggiavo un poco di succo. Stavamo discutendo di nuovo sulle poesie di Arthur Rimbaud. Grazie a Clementine riuscivo a dire la mia anche se non capivo affondo l'intenzione del poeta.
Lei scosse la testa con energia e con il sorriso in volto, mi contradisse.
«No no, Lulu. Le sue poesie erano superiori appunto perché era giovane. Ha rivoluzionato il mondo della poesia con le sue parole, dettate unicamente dalla giovinezza, tanto che egli stesso rifiutava la vecchia poesia. Se fosse invecchiato, avrebbe stravolto il suo modo di pensare e quindi i suoi componimenti. La giovinezza era la sua musa.»

Continuai a contraddirla poiché mi piaceva vederla quando si energizzava per rispondermi. Era rimasta tutti quegli anni senza qualcuno che condividesse con lei la sua passione per la letteratura. Per cui le davo modo di parlare rendendola anche un pochino felice.
Perché la sua felicità implicava anche la mia. Vederla sorridere e con gli occhi illuminati, mi rendeva la persona più felice del mondo e il più fortunato, a poter anche solo avvicinarmi a lei.

Jeremiah arrivò come un uragano in mezzo alla calma del mare, e ci interruppe.
«Clementine, amore, mi andresti a prendere un bottiglietta di vodka?»
Il ragazzo sembrava essere già ubriaco, se non addirittura drogato e rimasi solo con lui, con un po' di timore.
«Allora Luther, come va la permanenza qui a Pacific Beach?»

«Molto bene, direi. È un bel posto.»
Lui sorride e guardò i suoi piedi. Le sue spalle erano scosse da spasmi e credevo stesse per avere un'overdose ma il suono di una fragorosa risata mi arrivò dritto alle orecchie.
«È ovvio che ti vada bene, hai sempre accanto Clementine e lei non fa altro che parlare di te.» Tirò su con il naso e solo allora notai che vi era una leggera polverina sotto di esso. «Sinceramente non so cosa ci trovi in te. Sei un ragazzo così noioso che non sa divertirsi o divertire gli altri.»
Un lampo di gelosia passo nelle sue iridi scure.

«Ho i miei modi per divertirmi. Di sicuro non mi rifugio nella droga e nell'alcol per divertirmi e non ricordare nulla il giorno dopo. Ma permettimi di farti una domanda,» il sorriso sul suo volto sparì e aspettò che io parlassi. «Tu, ragazzo di Clementine, come tu stesso ti sei definito, almeno sai cosa le piace? O sai solo cosa piace a te?»

Aggrottò le folte sopracciglia e mi guardò storto.
«Di sicuro non le piaci tu, dato che si ostina a stare con me, l'unica persona che ama. Tu sei solo una zanzara passeggera che se ne andrà appena finita l'estate.»

«Almeno io ho maggior probabilità di raggiungere la fine dell'estate, tu non sai neanche se resisterai a domani, con tutta la cocaina che prendi.»
Jeremiah sembrò sul punto di scoppiare da un momento all'altro e alzò il braccio chiudendo la mano a pugno. Io chiusi gli occhi sentendo già il dolore del suo pugno sul mio viso, che però non arrivò.
Difatti trovai Clementine dinanzi a me, con la sua schiena scoperta dal vestito. Stava guardando accigliata Jeremiah.
«Non provare ad alzare un solo dito su Luther, Jer.»

«Amore, ha cominciato lui con la sua sfrontatezza. Non capisco cosa ci trovi in lui, amore, è solo uno sfigato.» Sputò quelle parole che non mi colpirono affatto e Clementine mi prese per mano.
«Semplicemente mi piace come persona. Almeno con lui posso fare una conversazione decente senza passare al sesso dopo la prima frase.»

Quelle parole dure, che io apprezzai e venerai in quel momento, colpirono Jeremiah dritto al cuore e l'alcol gli diede alla testa.
«Sei una puttana Clementine.»

«Disse il ragazzo che si è scopato l'intera scolaresca quando stava con me.»
Fu la frase decisiva che ruppe il vaso della violenza di Jeremiah. Difatti egli alzò le mani in un pugno pronto a colpire Clementine, la mia dea, la mia ragione di vita, e con uno slancio la allontanai prendendo il suo posto. Finii sulla sabbia con lo zigomo dolorante e con il sapore metallico del sangue in bocca.
Cercai di alzarmi fallendo e vidi una Clementine sfocata che cercava di tenere lontano Jeremiah, mentre due braccia magre cercavano di sollevarmi.
Supernova mi avvolse il mio braccio intorno al suo collo e mi portò direttamente nella sua casa.
Ero così stordito che non riuscii ad allontanarla, per non ferirla ulteriormente, dicendole che dovevo tornare da Clementine.

La ragazza bionda mi posizionò sul proprio letto, poi mi baciò lo zigomo livido e le labbra sanguinanti.
«Scusa,» mi sussurrò tra le labbra.





AUTHOR'S CORNER

Siamo quasi giunti alla fine della storia, e in qualche modo vi ho lasciato un piccolo, impercettibile, indizio di come finirà.

Inizierò presto a scrivere la nuova storia e quella sull'altro profilo, nevrastaenya

Andate in pace gente, e godetevi la vita ☀️

𝐌𝐀 𝐂𝐇𝐄𝐑𝐈𝐄|| L. Di Caprio (90s)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora