Break uscì dalla stanza di Lady Cheryl in modo composto: non voleva mostrarsi vulnerabile davanti a lei, in realtà non voleva mostrarsi tale con nessuno. L'unica persona con cui riusciva ad aprirsi totalmente era la sua ancora e quando lei era affondata lo aveva fatto anche lui.
Chiuse la porta alle sue spalle, fece qualche passo avanti poi si fermò di colpo. Fissò il palmo delle sue mani, poi il dorso, mosse lentamente le dita, infine tornò a posare la mano sul suo fidato bastone e ripose l'altra in tasca.
Erano ormai circa le dieci quando il ragazzo si recò nella sala da pranzo:"Buongiorno" sorrise il cappellaio alla vista di Sharon. Era strabiliante il fatto che Break riuscisse a cambiare espressione da un momento all'altro, quante maschere possedeva alla fine? Troppe decisamente. Man mano ognuna di loro però stava cedendo, come la persona che le indossava, tutte lentamente a ritmo di una dolce melodia senza che nessuno se ne accorgesse.
Sharon sussultò.
Inconsciamente sperava di non dover avere a che fare con il ragazzo di prima mattina, o per lo meno, non subito.
"Giorno..." farfugliò lei tentando di sorridere nella maniera più convincente possibile nonostante avessere gli occhi ancora gonfi a causa del pianto. Fortunatamente Break parve non darci troppo peso, quasi non ci fece caso: automaticamente le posò una mano sulla testa e si sedette al grande tavolo afferrando svariati pezzi di torta che divorò come al suo solito.
"Signorina" iniziò il cappellaio continuando a mangiare il dolce nel piatto d'argento:"Vostra nonna ha acconsentito affinché stasera si potesse svolgere la reale cerimonia per l'ingresso nella società di Oz Vessalius qui a palazzo" terminò mettendo all'interno del suo tè caldo cinque o sei zollette di zucchero.
Spalancò gli occhi:"Qui? Una festa?"
Il ragazzo annuì sorseggiando e riponendo poi la tazzina sul piattino:"Si vesta adeguatamente, Reim dovrebbe averle lasciato un vestito in camera nel mentre lei era qui"
Sharon non seppe cosa dire: ancora troppo scossa dalla notizia, si alzò con noncuranza dalla sedia facendo cadere le posate sul tovagliolo, le rimise sul tavolo accennando una risatina e sparì chiudendo le grandi porte che davano sul luminoso corridoio.
"Ci mancava solo questa! Una festa...a casa mia, fantastico no?" ripeteva sarcasticamente correndo per arrivare il più presto possibile in camera sua, quando qualcosa, fuori da una delle grandi finestre, attirò la sua attenzione.
Un uomo abbastanza grande, alto con un abito tight, un ascot bianco al collo e dei lunghi capelli rossi avanzava lungo il giardino di villa rainsworth.
Non ricordava di averlo mai visto prima d'ora, lo avrebbe sicuramente ricordato data la sua strana capigliatura. L'uomo alzò di poco il capo incrociando lo sguardo della ragazza che lo fissava imperterrita, poi distolse lo sguardo. Sharon realizzò poco dopo ciò che era successo e rossa in viso si diresse in camera. Chi era quell'uomo? Cosa ci faceva qui? Era per caso uno dei primi invitati alla cerimonia di Oz? E se davvero era così perché non lo aveva mai visto? Dopotutto Sharon conosceva quasi tutte le persone dell'alta nobiltà facendo parte di un'associazione come Pandora. Questi erano alcuni dei molteplici punti interrogativi che viaggiavano nella testa di Sharon che fu riportata alla realtà da una voce del tutto familiare.
"Lady Sharon, volevo avvisarla che il vestito per la cerimonia di stasera è sul suo letto. Appena lo avrà provato vada da Lady Cheryl, voleva vederla prima dell'evento"
"Grazie mille Reim, lo farò" concluse lei entrando in camera.
•🥀•
Una piccola e curata mano era posata sulla ringhiera dorata delle grandi scalinate bianche e scorreva man mano che i piedi della ragazza avanzavano. L'altra mano reggeva una parte della soffice gonna bluastra così che non potesse inciampare scendendo. I capelli erano legati in una lunga coda fermata da due rose dello stesso colore dell'abito mentre due ciocche le ricadevano lungo le orecchie e, assieme alla frangia, le incorniciavano il dolce viso.
Sharon rimase incantata dall'atmosfera che c'era nel palazzo: tutti i lampadari erano accessi e sprigionavano una fortissima luce che faceva risplendere le candide pareti ed i dettagli in oro. La ragazza si ritrovò davanti le porte della sala principale dove Reim e gli altri servitori avevano allestito il tutto. Fuori risuonava una dolce melodia, un piano suonava una canzone che sembrava far riaffiorare infantili e nostalgici ricordi.
Poi all'improvviso una tocco familiare, poi una voce:"Sei davvero bellissima"
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le lancette dell'orologio
AléatoireLa nostra vita è scandita dal muoversi di queste lancette, siamo condannati, prima o poi, oz caro ad una morte come tutti gli altri esseri umani. Con la differenza che non ci sarà permessa la visione di nessun luogo paradisiaco o infernale, ma solta...