Il cappellaio spostò la sua mano dal fianco della ragazza ricomponendosi, poi si diresse verso il balcone, prese il suo bastone da passeggio ed andò via: "Dimenticati di questo Sharon, per favore"
La principessa ancora scossa e confusa da tutto quello che era accaduto in poco tempo e dalle notizie che aveva appreso rimase ferma lì dov'era, come poco prima che Break le chiedesse di ballare. Lo vide sparire alle sue spalle, sentì il suono dei suoi passi farsi sempre meno nitido. Lo sentì allontanarsi in maniera frettolosa e furtiva, come se si fosse dimenticato qualcosa, o forse, come se si fosse appena reso conto di aver commesso l'ultima delle cose che avrebbe realmente dovuto fare.
Cercando di distrarsi e non pensare a ciò che era accaduto, senza porsi domande, Sharon decise di scendere giù per stare assieme agli altri così da non destare molti sospetti. Il cigolio delle grandi porte della sala preannunciarono l'esile figura della ragazza seguita, subito dopo, dall'ospite tanto atteso dal duca Barma. L'uomo dai lunghi capelli rossi non appena vide entrare la persona in questione si allontanò dal banchetto, dileguò il gentilissimo Reim, con il quale stava cercando di intrattenersi nell'attesa, e si recò da egli con il suo solito fare altezzoso: "Non mi aspettavo di ritrovarla qui" mentì il duca.
"Oh buonasera Duca Barma, sono riuscito a venire anch'io fortunatamente, ci tenevo a fare personalmente gli auguri al signorino Oz. Per caso sa dove posso trovarlo?"
Rufus, che non aspettava altro, colse la palla al balzo: "Certo, mi segua molto probabilmente è assieme a suo fratello in giardino"
Il duca Barma sapeva bene come muovere le sue pedine, abile ed intelligente com'era: riusciva a modellare la persona che aveva davanti riuscendo, alla fine, ad ottenere sempre ciò che desiderava.
I due uomini si incamminarono verso il giardino dei Rainsworth, nessuno dei due osò proferire parola, fin quando la strategia di Rufus non fu compresa anche dall'altro ragazzo.
"Dove vuole andare a parare Duca Barma?"
"Finalmente vedo che ci siamo svegliati...potrebbe arrivarci anche da solo Vincent" rise Rufus fermandosi davanti al Nightray.
Dopo qualche secondo di silenzio la voce del biondo risuonò prorompente: "Davvero, non capisco! Cosa vuole da me?"
"La stessa identica cosa che vuole lei. Sa Vincent, noi due siamo molto più simili di quanto lei creda" continuò il duca
Sul volto preoccupato e timoroso di Vincent Nightray si dipinse un largo sorriso d'intesa, quasi ingannevole: "Mi illumini dunque"
•🥀•
Il duca Barma si avvicinò ad una delle folti e grande aiuole del giardino, ammirò le rose rosse soffermandosi sul loro intenso colore: "Sono a conoscenza della sua immensa voglia di poter entrare nuovamente in contatto con Abyss"
Vincent sussultò, improvvisamente si sentì debole, spaesato, insicuro, estraneo: "Nuovamente? Come lo sa?" azzardò il ragazzo rivolgendo lo sguardo al compagno di fronte a lui
"Sa Vincent, non è importante come io sappia le cose, ma bensì che io ne venga a conoscenza. Non c'è verità o mistero che io non abbia risolto o non sia riuscito a scoprire...nessuna tranne questa" sussurrò lentamente, ma con voce sicura, di chi sa ciò che vuole ottenere.
Il duca prese tra le mani una rosa, poi la staccò dalle altre e si diresse verso Vincent: "Io esigo le informazioni che Xerxes Break possiede su Abyss e sulla tragedia di cento anni fa. Sono stato chiaro signor Nightray?"
Più si avvicinava al ragazzo e più la rosa sfioriva: arrivatogli davanti, Brama, strappò via l'ultimo petalo della rosa che, però, non gettò per terra, ma anzi consegnò in mano a Vincent.
"Il suo segreto è al sicuro con me. Sono certo che anche il mio lo sarà con lei e che mi aiuterà"
Il respiro di Vincent sembrò fermarsi, i suoi occhi tenevano testa a quelli del duca che, con un sorriso beffardo ed uno sguardo d'intesa, pronunciava quelle ultime parole.
"Buona serata" concluse dopo aver posato sulla mano del ragazzo anche lo stelo della rosa ed allontanandosi verso il palazzo con aria soddisfatta.
Il ragazzo rimase immobile davanti al giardino, con il fiato sospeso e gli occhi che percorrevano più volte il tragitto tracciato dai petali della rosa per terra che conducevano a lui.
Dopo qualche minuto il ragazzo rientrò a palazzo conservando nel taschino del suo abito il petalo e lo stelo datogli dal duca.

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le lancette dell'orologio
RandomLa nostra vita è scandita dal muoversi di queste lancette, siamo condannati, prima o poi, oz caro ad una morte come tutti gli altri esseri umani. Con la differenza che non ci sarà permessa la visione di nessun luogo paradisiaco o infernale, ma solta...