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That's my girl- Slowed version
-Due ore e quaranta minuti prima della fine.
«Andiamo ci divertiremo un sacco!» urla Cheryl per la ventesima volta consecutiva scuotendomi dal mio solito torpore serale.
Scuoto la testa continuando a massaggiarmi i polpacci indolenziti dopo l'ultima lezione di danza classica con Madame Garner.
«Te l'ho già detto, domani mattina ho lezione presto alla Juilliard.»sospiro pesantemente. «E poi sai che mia madre non mi lascerebbe mai uscire un giorno della settimana qualunque.»
Cher mi guarda alzando un sopracciglio ben disegnato. «Ti riferisci alla stessa donna che in questo momento ti sta organizzando un matrimonio combinato?»
Una smorfia spontanea si forma sul mio viso; ero quasi riuscita ad eliminare del tutto la questione del fidanzamento dai miei pensieri, almeno per un po'.Fisso la piccola scatolina di Cartier color cremisi.Giace in un angoletto della mia libreria, nascosto tra un tomo e un altro. Lo avevo riposto lì sin dal giorno della proposta di Jonathan, troppo spaventata per indossarlo al dito, troppo spaventata anche solo a guardarlo.
Può continuare ad accumulare polvere per quanto mi riguardi, penso.
«Grazie per avermelo ricordato.» le rispondo sprezzante prima di riprendere il mano la tazza fumante di tè verde.Cher sbuffa e mi toglie la tazza di mano così velocemente da farne cadere qualche goccia sul tappeto bianco.
«Non puoi continuare a bere tisane per tutta la vita Arrow! Non il giorno di Halloween per lo meno.» incrocia le mani al petto e alza gli occhi al cielo. «Potresti prenderlo come una sorta di addio al nubilato in anticipo, che te ne pare?I n fondo hai 21 anni.»
«Sai benissimo che non ci sarà nessun matrimonio, perciò nessun addio al nubilato.» alzo gli occhi al cielo.
«Un motivo in più per festeggiare allora.»
Odio il suo talento di persuasione.
«Dove si farà questa festa?» chiedo.
«A casa di Austin, ha organizzato qualcosa in piccolo fra quelli del corso.» mi risponde con uno di quei suoi sguardi innocenti.
In fondo, penso, non ha tutti i torti.
21 anni, compiuti da poco più di tre mesi.
21 anni, festeggiati fra i colleghi di lavoro di mio padre e le domestiche di casa.
E' il 31 ottobre ed io mi ostino dopo tutto questo tempo a vivere nella gabbia di cristallo che i miei genitori mi hanno costruito attorno.
«Sai cosa ti dico Cher?» mi alzo di scatto. «Andiamo a questa dannata festa. Al diavolo mia madre, al diavolo il coprifuoco e il mio finto fidanzamento.»
Lei lancia un gridolino entusiasta e mi abbraccia di slancio. Poi si affretta a recuperare la borsetta di perline che ha abbandonato nell'angolo della mia stanza da quando è piombata in casa.
«Ora dobbiamo solo renderti presentabile.» dice solennemente mentre mi studia da capo a piedi.
Istintivamente tocco il mio volto.«Cos'ho che non va?»
«Oh no non fraintendermi, tu sei perfetta» dice cercando di trovare le parole adatte. «Forse un po' troppo perfetta,capisci? Dobbiamo toglierti quell'aria da principessina dallo sguardo perso.»
«Principessina dallo s...» non riesco a terminare la frase perché lei mi afferra dalle spalle e mi obbliga a sedermi sulla sedia girevole.
Toglie veloce quanti più prodotti di make up possibili dalla borsa e per un attimo mi chiedo se abbia svaligiato una profumeria prima di venire qui. Dalla scrivania sembrano salutarmi tristemente i miei unici prodotti di bellezza: un mascara nero e un gloss rosato.
«Ti prego non farmi il cerone in faccia.» dico esitante quando la vedo armata di correttore per le occhiaie.
Dopo una ventina di minuti, finalmente mi permette di guardarmi allo specchio.«Et voilà!» esclama prima di voltare la mia sedia.
I miei occhi blu sono messi in evidenzia come non mai da un ombretto scuro sfumato alla perfezione, le ciglia sono più nere e incurvate.Le mie lentiggini non sono state affatto coperte come immaginavo, ma le guance hanno un colorito molto più salutare e roseo. Il tutto perfezionato da un lucidalabbra color ciliegia.
«Wow.» sorrido verso di lei felice. «Non pensavo che lo avrei mai detto, ma lo adoro.» Mi scioglie i capelli, lasciandoli liberi in lunghe ciocche ondulate.
Indosso un abito corto bianco ,un giubbetto di jeans e degli anfibi di pelle nera. Cheryl mi lancia uno sguardo di rimprovero alla vista delle mie scarpe ed incrocia le braccia come una bambinetta di cinque anni.
«Non dirlo.» Le punto l'indice della mano di fronte il volto. «Non metterò mai un paio di tacchi, neanche sotto tortura.»
La sento sbuffare e probabilmente alzare gli occhi al cielo mentre afferro le chiavi della mia auto dal tavolo. Le faccio dondolare fra le dita, mostrandogliele.
«E ora?» mi chiede osservando la porta della mia stanza.
Apro di scatto la finestra. «E ora andiamo alla festa.»
Non prima però di aver preso l'ultimo sorso di tè.
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Tutte le brave ragazze finisco all'inferno
RomanceCosa succederebbe se una ricca ragazza dell'Upper Est Side di New York un giorno finisse in carcere accusata di omicidio? Cosa succederebbe se tutto il tuo mondo, tutto ciò che hai creduto di conoscere e la tua stessa identità scomparissero da un gi...