Quattordicesimo Capitolo - Epilogo

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2 settembre 2023

Caro Alberto,
in realtà non so nemmeno perché io ti stia scrivendo questa lettera , in fondo non la riceverai mai. Resterà perciò qui, imprigionata tra le pagine di un diario. Non che io non abbia il coraggio di spedirtela, solo che non la sto scrivendo per quello. Ho solo bisogno, per un breve istante, di dare voce ai miei sentimenti. Sono così confusa.
Sono sull'aereo di ritorno per Londra. Il finestrino affaccia su un tappeto di nuvole e mi è stato appena servita una tazza che straborda di caffè. Uno di quei beveroni americani e, come diresti tu, un insulto per la vera tazza di caffè. Per fortuna non ho nessun compagno di viaggio. Non so se ne avrei sopportato qualcuno, in questo momento.
Sento di dover stare da sola, un po' per conto mio. Di dover ritrovare di nuovo me stessa. Non mi sentivo così persa da mesi, ormai. Prima di tornare in Italia avevo ritrovato il mio equilibrio, ora sento di nuovo i piatti della bilancia sconvolti.
Hai scompigliato ancora una volta la mia vita, Albe. Hai chiesto di rientrarci senza restarci. Anzi, non l'hai nemmeno chiesto, l'hai preteso. Ma perché?
Perché vuoi stare con me per poi dirmi sempre addio?
Perché con te sono più parole che fatti? Prometti ma non mantieni, da sempre così.
Mi vizi di attenzioni, mi prometti che ci sarai e poi? E poi non ci sei mai.
Non te ne faccio una colpa, però.
Londra non è la tua città, non è la tua casa. E' solo che non capisco, non dovrebbero essere le persone a rendere casa un luogo sconosciuto?
Ho così tante domande ma allo stesso tempo così poche risposte. Mi hai detto che non c'è una risposta a tutto, eppure non può essere tutto avvolto nel mistero.
Vorrei poter entrare per un secondo dentro la tua testa matta e capirti anche se ho la consapevolezza che non ti capirò mai veramente.
So che hai avuto paura quando ti ho chiesto di venire via con me, ma perché non hai rischiato? L'amore non è tutto un rischio?
E tu potresti rispondermi "allora perché non l'hai fatto tu?".
La risposta è più banale di quello che pensi, per la verità. Io mi sono già bruciata, Albe, per te.
Ogni singola volta che ci siamo promessi di restare e poi ci siamo lasciati la notte stessa, io mi sono bruciata.
Anche questa volta mi sono bruciata. Ti sei preso il mio cuore e l'hai schiacciato. Ancora, di nuovo. Farai sempre così? Mi cercherai, tornerai da me ma non resterai mai?
Perché sono stanca ormai. Stanca di essere intrappolata tra le tue braccia e non riuscire mai a volare via.
Perciò ti prego non cercarmi più se non vuoi qualcosa di definitivo. Non siamo Euridice e Orfeo. Se non mi vuoi nella tua vita, voltati e lasciami dissolvere nell'oscurità. Vivrò una realtà quanto più simile all'inferno, ma almeno non sarà un colpo al cuore ogni volta che mi lasci. Ogni addio diventa sempre più duro da pronunciare.
Non bussare più alla mia porta perché io ti aprirei sempre.
Lasciami andare se non c'è posto per me nella tua vita.
Puoi stare tranquillo, non dubitare, non nasconderò mai più questa storia. Non negherò mai più che non ci sia stata. Sarà una cicatrice il tuo amore, ma anche un vanto di averlo ricevuto.
Sebbene tu mi abbia fatto tanto del male, Albe, non sai quanto bene mi hai saputo dare.
Siamo stati amici, amanti, nemici e di nuovo amanti. Ci siamo fatti del male ma abbiamo saputo anche amarci. E chi dice il contrario, non ha capito nulla di noi.
Tu hai saputo colorare la mia vita quando non era per me facile impugnare il pennello e dipingere.
E non lo dimenticherò mai.
Non dimenticherò mai quel giorno in cui quegli occhi verdi che hanno incontrato i miei tra le telecamere di un programma televisivo.
Non dimenticherò mai la tua voglia di aiutarmi a lezione e le mie guance rosse.
Non dimenticherò quel posacenere che mi hai teso quella sera che sembrava una mano per scappare via dai problemi.
Non dimenticherò mai la pioggia che si intrometteva tra le nostre labbra e il consumarsi tra delle lenzuola bianche.
Non dimenticherò nulla, non rinnegherò nulla. Perché sei rinnegassi te, rinnegherei anche me stessa.
Ti porterò sempre con me in una fede nuziale che pende al collo. E tu portami con te, in quel luogo in cui le valigie di come saremmo potuti essere si disfanno. Lascia un frammento del tuo cuore libero per me. E fallo diventare tutto mio quando sarai pronto a giocarti il tutto per tutto.
Non ti prometto che ti aspetterò, ti prometto solo che, nonostante le cicatrici, ti amerò.
E ogni mia canzone avrà il tuo sapore tra le labbra.
Il sole all'orizzonte tramonta. Colori aranciastri e rossicci penetrano nell'aereo dalla finestrella. Anche il tramonto mi fa pensare a te, a quel dì trascorso a Messina. Ci rincorrevamo a piedi nudi e con i maglioni al vento sulla spiaggia, tra le onde del mare. Ogni lite era soppressa da un bacio, ogni bacio alimentava una lite.
Mi mancherai, sai?
Ma sì che lo sai, in fondo ti mancherò anche io.
Perciò questo è il mio addio, Albe, l'addio che ieri sera ho pronunciato a fatica e alle quali mancavano tante parole.
Ti amerò fino a quando il mare non finirà di infrangersi contro gli scogli.
Addio e stammi bene,

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