Capitolo 1

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P.O.V. Iris
"Iris guarda!" Maya mi sporse il suo cellulare davanti al naso: un ragazzo con capelli castani chiari e occhi marroni era stato fotografato davanti alla Mole Antonelliana di Torino. Mia sorella insistette:
"Non lo riconosci?"
Mi sembrava di aver già visto quel volto ma non ricordavo dove:
"Ehm sinceramente no."
Maya alzò gli occhi al cielo:
"È Payton Moormeier"
Mi misi a ridere:
"Oddio quello che fa quei video... come si chiamano? Tik tok mi pare. Credo che sia una persona piuttosto cringe!"
"Iris ma che dici, loro sono famosi in America"
"Si però sono ridicoli"
"In effetti ballano davanti al telefono, è una cosa piuttosto imbarazzante"
Ci mettemmo a ridere di gusto quando nostra madre aprì la porta di camera nostra:
"Ecco i biglietti per il treno, parte tra mezz'ora. Mi raccomando non perdeteli."
Maya li prese:
"Si mamma"
Quando nostra madre uscì, sbuffai:
"Che palle... non ho voglia di stare due settimane da zio. Per carità, zio è simpaticissimo ma non abbiamo nessun amico li."
Maya scosse la testa:
"È solo per due settimane e in più a Torino ci sono moltissimi negozi da vestire: potremmo uscire il pomeriggio per farci un giro"
Alzai le spalle:
"Si hai ragione... dai prepariamoci che siamo già in ritardo."
Mia sorella si alzò dal letto e si diresse verso la sua stanza.
_
"Cazzo Maya corri!!"
Eravamo arrivate in ritardo in stazione e stavamo per perdere il treno.
"Ci sto provando a correre ma con 84 kg di valigia mi riesce difficile!"
Ci buttammo sul primo vagone aperto del nostro treno e ci accampammo poco lontane dalla via di uscita.
Quando il treno partì, una voce metallica annunciò la nostra destinazione: Torino. Mi misi le cuffie e me ne stetti un po' a contemplare la campagna piemontese. A un certo punto mia sorella mi chiamò:
"Stavo pensando che Payton non è venuto da solo... ci sono altri ragazzi, tipo Jaden. Quindi..."
Le sorrisi:
"Potremmo incontrarli a Torino oggi pomeriggio."
"Hai detto che sono imbarazzanti"
"Si però, come hai detto tu, sono famosi. E sono belli. Una foto con loro non mi farebbe schifo"
Ci mettemmo a ridere.
Passai il resto del viaggio a fare foto al paesaggio e all'occhio verde di mia sorella: la
luce era perfetta. Io non mi feci fare nessuna foto: il mio essere era piuttosto indecente quel giorno.
Quando il treno si fermò prendemmo i nostri bagagli e ci dirigemmo all'uscita della stazione. Non troppo distante da essa trovammo nostro zio che ci salutò con affetto: in fondo ci era mancato tanto. Salimmo sulla sua auto e ci dirigemmo al suo alloggio.
-
Sistemammo per bene i nostri vestiti nell'armadio della nostra stanza e poi decidemmo di farci un giro per Torino. La città non era cambiata dall'ultima volta che la visitammo: era sempre la stessa grigia Torino. Facemmo qualche passo per alcune vie sperdute poi facemmo un giro da Bershka per vedere se c'era qualcosa di interessante. Verso le 17:00 iniziò a piovere e decidemmo di entrare in un bar per prendere qualcosa da bere. Ci sedemmo in un tavolo vicino alla vetrina dove si potevano vedere le persone rincorrersi nella pioggia per cercare un riparo. Risi un po' nella mia testa: erano teneri e imbarazzanti allo stesso tempo. Mia sorella ordinò del the con il latte e io una tisana e poi si alzò per andare a pagare. Quando notai che ci stava mettendo più tempo del dovuto, la vidi intenta a parlare con un ragazzo bruno e alto. Maya aveva un sorriso divertito in faccia e il ragazzo si atteggiava come se ci stesse provando.
Quando la vidi si mise a ridere:
"Cara Iris non crederai mai chi mi ha parlato"

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