Luce in un corpo di gesso.

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Il vento nell'aere che soffia
e mi tocca l'interno,
mi sento involare ogni cosa
ma spesso sprofonda all'inferno.

Rinchiuso in un muro ghiacciato,
accascio in posa fetale
congelo in un tocco,
gelato e labile quanto fatale.

Eppure la luce rischiara le parti di me,
scioglie i cristalli nell'iridi.
Mi rispecchio nelle piú cupe parti di te
restiamo uguali, ma timidi.

Questo mondo,
che ci avviluppa al suo caos,
nasciamo in botto di luce,
moriamo bambini,
dentro quel pathos
che poi ci riduce e ci cuce
sul nostro petto
immensi cristalli zaffiri.

Un'anima soffre
quanto piú il mondo la occluda.
Il corpo alle volte
è una pallida e ruvida coltre,
a volte una grande armatura.

Adesso rimbalzo tra i sogni e il reale,
divento prima di marmo,
dopo di ghiaccio, fino d'un tratto,
a restare dissolto in una nube astrale.

Siamo una parte del tutto
e tutto è una parte di noi.
La natura è una musica armonica,
ci suona le note sul pentagramma
della nostra bella esistenza.

Ogni esperienza è dolore che insegna,
ogni esperienza è colore che segna
sulla pelle dell'anima la grande poesia
che il cuore vi recita senza asfissia.

Ma spesso mi scordo di come si legge,
sono esistito poeta, ma nato ignorante
Il mondo m'asfissia e conficca le schegge,
di ciò che distruggo
per diventare piú grande.

Se prima ero luce,
adesso la temo,
un vampiro dal cuore di vetro.
Perché rifletto me stesso
in questa bara di carta,
che cerca di congiungere
la mia anima stanca
a questa carcassa
in un mondo piú nero.

Questa poesia era pensata di musica,
ma mentre la scrivo vi zoppica.
Prima di nascere tutti siamo un'unica
strofa armoniosa nell'esistenza piú ostica.

M'hanno ingabbiato il sorriso,
rubato ogni abbraccio,
distrutto ogni sogno che faccio
e adesso anche ucciso.

Eppure m'ostino a credere
che questo sprazzo di morte,
oltre che a ledere
mi renda sempre piú forte.
Perché non è mai finita.
La sofferenza è solo un'altra strofa triste,
nella stupenda poesia della vita.


Io sono questo:
una bomba di luce
In un corpo di gesso.

Poesia scritta per un concorso.

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