Maya

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Un soffio, la vita.
Un vento nascente,
gemendo discende
sul corpo d'argilla.

Danza la notte,
stelle nel cielo.
Stendono il velo
di luce per me.

Sposare Maya,
sull'altare del senno,
ma toglierle il velo,
riuscire a baciarla.

Mi spinge a vederle negli occhi
riflessi di me.
Sfumati di sorte, di storie irrisolte
affidate a tarocchi.

Tolto quel velo,
ti vedo
reale per nulla,
soave mi culla
quel sogno sereno.

Riflesso negl'occhi
vedo me stesso,
uno specchio di gesso,
in silenzio mi tocchi.

Si uniscono trame,
disgrega il mio tempo.
Il mondo che sale,
si piega in se stesso.

Non ero reale,
non l'ero da tempo.
Non ero reale,
ero solo diverso.

Diviso, complesso.
Compresso, reciso.
Indeciso su questo,
pesto nel viso.

Sposo te Maya,
ma senza quel velo.
Che finge il vero
nasconde ogni baia,
sentiero, montagna,
ogni pezzo di cielo
che nero c'inganna.

Ogni nota leggiadra
che vibra, che taglia,
che suona, che canta,
una storia intrecciata.
Che ama, che sbaglia,
ma sempre scheggiata,
incisa, segnata

in ogne parte di me.

Poesia tratta da "Animare i morti".

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