Diurni Soliloqui

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Diurni soliloqui
d'anime dormienti,
sento respiri aulenti
in grevi torpiloqui.

Sospiri riecheggianti
in taciti silenzi.
Tu che li sentenzi
tra languidi ossidanti
sguardi truculenti.

Panorami intensi
in versi congelati,
congedati da innocenti
pianti costernati.

Vita che t'ho amata!
Fino all'ora in cui
nei momenti bui
sei venuta armata.

Ogni ferita ricamata,
da laceri subbugli.
Una dipartita ricalcata
su maceri rimasugli.

Macerie polverose
in rovine di niente.
Piango rime velenose
in arterie dolorose
di un fegato struggente.

Il sole rischiara pallido
volti oscurati,
dipana spogli fati
colti da un sorriso avido.

Io che cercavo caldi
abbracci costellati
da un bel viso candido,
raccolgo i marci baci
ormai deteriorati
del tuo riso pallido.

Solo nelle rade coste
tra parole costernate
e anime riposte
in fosse congelate.
Cerco le risposte
a domande sporche
in impavide serate.

Bacio bocche serrate,
adagio riempio brocche
con dannate gocce
dell'empio insanguinate.

Scrivo frasi storpie,
quasi fanno schifo,
ma non le ho cancellate.

Ci sono momenti in cui ti rendi conto di quanto la vita t'abbia tradito.
Momenti in cui sei a pezzi e l'unica persona con cui parlare sei tu.

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