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L'indomani, nel solito pub, era ora di chiusura e Margo stava portando via dai tavoli tutti i bicchieri sporchi, le bottiglie da buttare e le tovaglie da lavare.
La musica non c'era, le spogliarelliste si stavano cambiando negli spogliatoi appositi, le sedie erano posizionate al rovescio sui tavoli, le luci del palco erano spente e il parquet appena stato lavato.
Margo e Jace si avviarono verso la macchina di quest'ultimo quando lei si accorse, frugando nel suo zaino, di aver dimenticato le sigarette sul bancone del bar.
-Arrivo subito. Ho dimenticato le sigarette.-
-Sì, io intanto tiro fuori la macchina.-
Margo entró nel pub, prese le sigarette e quando stette per uscire sentì un gemito di una ragazza dagli spogliatoi.
Si avvicinó senza farsi sentire alla porta, che era chiusa, e sentì il capo rimproverare una ragazza che lavorava lì.
Non era peró un rimprovero normale.
-Ti vedo che fissi quell'uomo, pensi che io sia stupido?- urló il capo.
La ragazza rimase zitta piangendo, si potevano sentire solo i singhiozzi.
-Parla sgualdrina!- urló ancora più forte tirandole uno schiaffo.
Margo voleva entrare ma sentì i passi del capo avvicinarsi alla porta così corse fuori senza farsi vedere.
Abbassandosi e camminando di soppiatto guardó dalle finestre laterali ; la scena era raccapricciante. Vide uscire dallo spogliatoio, dopo il capo, la spogliarellista bionda con gli occhi gonfi di lacrime.
Margo non potè credere ai suoi occhi, era arrabbiata per la mancanza di rispetto nei confronti di quella ragazza, ma non intervenne poiché il capo stava per uscire.
Corse verso Jace e entró in macchina di fretta.
-Ma quanto ci hai messo e perché sei agitata?-
-Parti Jace, te lo spiego mentre andiamo.-
Jace partì e dopo dieci minuti di silenzio decise di interromperlo chiedendole cosa fosse successo.
-Ho visto il capo litigare con la spogliarellista bionda, l'ha presa a schiaffi, lei piangeva a dirotto...come ho potuto permettere una cosa simile?-
-Non potevi fare un cazzo Margo, avresti rischiato tutto. Perché le urlava contro?-
-Si lamentava di un uomo, diceva che tra di loro ci fossero troppi sguardi...-
-Credi sia l'uomo del bourbon?-
-Sì, ne sono abbastanza sicura.-
-Un uomo di quaranta e passa anni come il capo con una ragazza così?-
-Era immaginabile considerando che lei è la classica ragazza bionda, con un viso perfetto, gli occhi azzurri, le labbrone, le tettone, un culo spaziale, due stecche di cosce, un girovita mozzafiato...- venne interrotta da Jace.
-Anche tu sei bionda con gli occhi azzurri.- disse guardandola.
- Io ho i capelli bianchi, non biondi e in più li ho tinti.-
Jace fece una risatina e rimise gli occhi sulla strada scuotendo la testa.

Cinque minuti dopo arrivarono a casa di Margo, lei aprì la portiera e Jace parló :
-Margo...-
-Dimmi.- rispose girandosi con una gamba fuori dalla macchina ed una dentro.
-Invece che vederci solo la notte al lavoro, hai voglia di vederci domani alla luce del sole che non puzziamo e siamo vestiti normali?-
Margo rise, ma negó l'invito.
-Devo indagare sulla spogliarellista.-
-Stai scherzando?-
-No, ma se vuoi puoi darmi una mano.- disse sorridendo.
-Faró sta pazzia...- sospiró.
-Allora signor pazzo, venga da me domani mattina, potrà anche svegliarmi in caso saró ancora immersa nel mondo dei sogni.- rispose ridendo Margo.
-Cos'è una presa per il culo?- schernì Jace spingendola un po' fuori dalla macchina.
Margo rise e se ne andó.
-A domani.- urló un po' Jace per farsi sentire.
La ragazza si giró e lo salutó come si salutano i soldati.

MargoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora