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I giorni successivi li passò a bere tequila nei bar più brutti e sconosciuti di New York, non aveva mai provato una sensazione così logorante.
Ad ogni sorso, ogni volta che deglutiva alcol su alcol, sigarette su sigarette, canne su canne, ci stava le notti a capire il maledetto senso della vita, girando per le strade dove poteva succederle di tutto. Era un burattino che aveva tagliato i suoi fili, una corsa da fermo, una croce per terra, un violento silenzio, un destino che viveva.
E' vero, era stata anni senza parlare con Nastia, ma con la consapevolezza che ci sarebbe stata e Margo per lei.
Una notte, sbronza come non mai, sprofondò in un flashback che durò più di qualche eterno secondo mentre camminava con la sua bottiglia in mano.

Andavo ancora a scuola, era il primo giorno di liceo e stranamente ero contenta come mai perché per me il liceo significava l'inizio dell'adolescenza, del periodo più bello della mia vita dove fai le cazzate che ti va di fare con le persone giuste senza rimuginare su nessun rimorso o rimpianto. Stavo inquadrando i miei compagni di classe, promettevano bene non avevo brutte sensazioni su di loro.
Mi ricordo della seconda settimana, era mercoledì, sono uscita all'intervallo per vedere come fosse e per fare una passeggiata. Vidi questa ragazza da lontano che mi squadrava, rideva con le altre stronzette che le stavano dietro ed io non avevo ancora imparato a fregarmene così alla fine dell'intervallo, quando le sue amiche erano rientrate in classe e lei era lì a fumare da sola, mi avvicinai e dissi: -Che cazzo vuoi?-
Lei mi guardò e ridendo disse: -Mi piaci. Stai con noi al prossimo intervallo.-
Spense la sigaretta e tornò in classe. Passai le successive a due ore a pensare a quel gruppo, a cosa dire e cosa fare fino a quando non suonò la campanella decisiva.
Andai nel cortile e le vidi, mi avvicinai e lei mi presentò le sue amiche di cui francamente neanche mi ricordo.
-Sono Nastia.- disse sorridendo
-Margo.-
Il giorno dopo ricordo che la trovai senza le sue amiche nel solito posto, allora mi avvicinai e chiesi perché fosse da sola.
-Abbiamo litigato.-
-Perché?-
-Dicono che sono diventata una sfigata da quando esco con te.-
-Cioè da ieri...-
-Esattamente.- disse buttando fuori il fumo
Da quel giorno abbiamo fatto tante di quelle cazzate insieme.
Ricordo una sera: eravamo uscite insieme e lei si tirò su una canna, io avevo una bottiglia in mano.
Mi guardò e mi disse di provare, allora io esitando un po' presi la canna e fumai mischiando all'alcol. Ricordo la sensazione, i primi postumi, con Nastia.
Le sere successive le passammo a fumare e fumare.
Una sera, invece, eravamo più ubriache che mai e lei mi disse: -Sei bella, sei bellissima.- ridendo
Io non capivo niente, quando mi baciò ricambiai e la mattina dopo non ricordavo niente tranne quel fottuto bacio.
Continuammo a baciarci ogni volta che finivamo marce in mezzo alla strada con erba e alcol, fino a quando non ci mettemmo insieme. Non ci lasciammo per due anni.
Un anno dopo iniziai a rubare, supermercati, negozi d'abbigliamento, qualsiasi cosa anche dai centri commerciali. Mi beccarono diciannove volte, a tirarmi fuori dalla centrale di polizia era sempre lei incazzata e delusa ma non mollava mai. Non vivevo più coi miei genitori, ma con mio fratello più grande che lavorava tutta la notte tranne quando mi arrestavano che usciva prima apposta per accogliermi a casa e per ringraziare Nastia.
Un giorno lei poi decise di lasciarmi; diceva che ero diventata troppo per lei, che non voleva una criminale al suo fianco e che lei era si era innamorata della mia innocenza la quale era scomparsa. Non ci parlammo più perché eravamo due idiote, lei soprattutto, d'altronde come poteva pensare che le parlassi dopo avermi detto che non mi voleva più?

E fu così che me la ritrovai a New York a ballare col culo di fuori in uno sporco pub del cazzo.

MargoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora