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Al lavoro quella notte fu tutto noioso : Jace e Margo non si parlavano ormai da giorni ed era la prima volta in cui si incrociavano al lavoro dopo la lite, dato che lui aveva saltato tutta la settimana dandosi malato.
Margo peró doveva risolvere una faccenda, perció non aveva tempo di badare ai capricci del suo migliore amico.
Finito il turno, mentre Jace puliva i bicchieri, buttó lo straccio dietro di sè sul bancone e appena vide la spogliarellista da sola ci si fiondó. Jace intanto, alzava lo sguardo per vedere la situazione mentre strofinava l'asciugamano dentro ai bicchieri.

-Scusami.- disse Margo picchiettando il dito sulla spalla della ragazza girata, la quale stava uscendo dal locale.
Giró la testa e la guardó stranita.
-Possiamo uscire un attimo? Devo parlarti.-
La spogliarellista continuó col solito sguardo.
Uscirono dal locale e la spogliarellista si giró prepotentemente.
-Cosa vuoi?- disse subito.
-Calmati innanzitutto.- rispose Margo.
La spogliarellista sbuffó, chiuse gli occhi un attimo, respiró e una volta riaperto fece cenno con la testa a Margo per indicarle di andare avanti.
-So che sei incazzata per il capo, ti sento litigare con lui e sento anche gli schiaffi che ti dà ma tranquilla che appena si puó ci penso io. Detto questo, ho fatto ricerche su di te e non prendermi per pazza, ma io ti conosco e so che tu conosci me. Vero?- chiese retoricamente.
-Margo cosa cazzo ci fai a New York?- rispose senza esitare.
-Sapevo di non sbagliarmi.-
-Dimmi cosa ci fai qui.-
-Sono scappata da tutto ció che mi faceva male, da quello che non potevo più sopportare.-
-Rubi ancora?-
Margo alzó gli occhi al cielo, la spogliarellista si giró e se ne andó, provó a fermarla prendendola per un braccio ma lei non si fece prendere.
-Cosa pensavi?! Che avrei smesso solo per te, eh?!- urló Margo.
-No, non cambi mai, ma pensavo che almeno un po' di risentimento per le cazzate che facevi lo avessi e invece un cazzo!-
-Lasciandomi non hai migliorato le cose, lo sai?!- continuó ad urlare.
La spogliarellista si avvicinó a un millimetro da Margo e le puntó il dito contro al petto.
-Togli quel dito.- disse Margo.
-Non pensare che le cose invece per me siano migliorate.- disse a bassa voce senza togliere il dito.
Margo rise.
-Ridi anche? Non hai idea di quanto ti amassi, di quanto avrei fatto di tutto per te.-
-Eppure mi hai lasciata.-
-Vederti rubare mi faceva venire il vomito Margo!- riprese ad urlare piangendo.
-Nastia non urlare e non piangere.-
Margo la abbracció e le accarezzó la testa, poi le asciugó le lacrime.
-Hai fatto bene, Nas.-
-Due anni fa, dopo averti lasciata, sono andata fuori di testa. Prendevo di tutto, medicine, droga, sonniferi per dormire e sono finita a fare la spogliarellista in un pub a New York e a scoparmi il capo per qualche soldo in più sullo stipendio.- disse singhiozzando Nastia.
-Lo so che non volevi stare con una ladra, ma mi avessi chiamata io sarei corsa.-
Nastia alzó gli occhi al cielo guardando a destra, si asciugó il naso con la manica della felpa e ridacchió.
-Devo andare, ciao Mar.-
Margo sorrise e Nastia si allontanó.
-Ehi Nas!- urló Margo facendola girare -qualunque cosa, ricordatelo.-
Nastia sorrise e salì in macchina.

Alcuni minuti dopo uscì Jace, passó davanti a Margo e fece finta di non vederla.
-J...Jace!- disse balbettando lei con tono dispiaciuto.
Jace non rispose, senza nemmeno girarsi le fece un cenno con la mano come per dire di lasciar stare e se ne andó.
Margo chiamó Connor e si fece portare a casa.

MargoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora