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Margo venne svegliata da Connor appena arrivati sotto casa loro, dato che abitavano nello stesso condominio scassato ; salirono insieme, Margo con la coperta ancora sulle spalle.
In ascensore c'erano il silenzio e Connor che guardava dritto davanti a sè a braccia conserte come fosse solo.
-Tutto bene?- chiese Margo stranita.
-Sì, solo stanco.-
-Già, scusa se ti ho chiamato...-
-Ma va Margo, è un piacere davvero.-
-Grazie...-
Ricaló il silenzio.
-Dai su, dimmi perché tu e Jace non uscite più con noi negli stessi giorni. Credi che non me ne sia accorto? O c'è lui o ci sei tu, ultimamente ti vengo a prendere io, perché?-
-Non lo so, è arrabbiato ma dopo tutti questi giorni non ho ancora capito il motivo.- rispose scuotendo la testa.
Arrivarono al piano di Margo e gli chiese se volesse entrare.
-No tranquilla, grazie mille. Hai bisogno di dormire che non dormi da giorni.-
Margo sorrise, gli accarezzó una spalla e lo ringrazió ; mentre stava uscendo dall'ascensore tornó indietro.
-Ah! La coperta.- disse porgendogliela.
-Tienila.- disse lui facendo l'occhiolino.
Sorrise ed entró in casa.

La notte si concluse cosí ; tetra, sola, triste e buia senza stelle da ammirare, solo il vuoto più totale.
Di certo Margo ha passato la vita a registrare film mentali vari, ma cosa succede quando questi film diventano realtà? Non sapeva come viverli, come tenerli in mano senza perdere il controllo. Abituata a scappare da tutto, a non affrontare ciò che di più difficile la vita le dava, Margo chiedeva solo pace per sé e per Jace. Ora, però, non poteva più scappare dalla realtà che l'avvolgeva nel suo limbo assurdo.
Passò la notte, ma Margo rimase sveglia a causa dei pensieri che le provocavano un tornado in testa ; si fecero le 6:50 e doveva andare al lavoro, non ne trovò la voglia.

Connor si accorse che non era andata a lavoro, così entròi n casa sua bussando.
-Perché non sei al lavoro?-
-Non ho voglia.-
-Smettila di fare la bambina.-
-Cosa?- disse ridacchiando abbassando la sigaretta.
-Margo scappare non serve, devi affrontare Jace e tutto quello che ti invade la mente invece che guardare fuori dalla finestra fumando chissà quante sigarette. Se vuoi distruggerti fallo pure, ma più sali a picco e più è forte l'impatto quindi per una volta ragiona.-
-Tu non mi conosci.-
-No, è vero, ma non serve conoscere una persona per capire che sta scappando; serve conoscerla per capire da cosa scappa.-
Ci fu un attimo di silenzio, poi Margo si alzò irruenta.
-Sai cosa c'è? Mi porto appresso notti scure, amici, lune, baci, abbracci e mani che ho stretto senza lamentarmi di niente standomene in qualsiasi posto a guardare fuori dalla finestra fumando ed ascoltando la musica, a chi dà fastidio se scappo? Tanto, Connor, chi mi rincorre? I miei genitori non mi hanno rincorsa, mio fratello non mi ha rincorsa e di sicuro non lo farà Jace come non lo farai tu. Forse non sai cosa vuol dire accogliere gioia e odio in egual modo, avere un universo interno, un cuore intrepido contro altri tiepidi, non sai cosa significa scendere giù per diventare più forte e tornare su. Lotto con me stessa per poi saper vincere con gli altri.-
-Sai, nella mia vita ho imparato che se provi qualcosa di forte ci devi mettere l'impegno, che aiutare la gente mi fa stare bene, ho imparato che domani sarà meglio. Quando capisci certe cose, capisci che devi stare bene con te stesso ed hai fatto il primo passo nel mondo di chi è contento, dove l'importante è essere felici anche quando non va. Come fai a non pensarci mai a quanto è bella la vita? Sembro un coglione, insomma vengo dal Bronx e dai palazzi di merda, ma la vita è una sfida e io ho vinto; ora è mia amica ed ho solo cicatrici. Quando ti senti da sola, ricorda che di sicuro qualcuno ti pensa.-

Connor, a tal punto, le ricordò di andare a lavoro e con i sensi di colpa uscì di casa.

MargoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora