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I giorni a seguire si svolsero tutti allo stesso modo, scuola, lavoro e falò.

Ero felicissima ci fosse anche Leila, io prendevo posto sempre accanto a Benjamin ed ero felice nel vedere che Louis non fosse infastidito da ciò. Stavamo diventando buoni amici e mi piaceva poter ridere e scherzare con lui senza farmi problemi.

Ogni sera poteva sembrare uguale a quella prima ma non era affatto così, almeno non per me. Ogni sera io e Benjamin facevamo dei passi avanti. Ci ritagliavamo sempre del tempo per passeggiare da soli e conoscerci meglio.

<<Colore preferito?>>

<<Dipende, da indossare o da vedere?>>

<<Che differenza fa?>> mi chiese ridendo alzando le braccia al cielo.

<<Fa molta differenza! Adoro vestirmi di nero, ma amo il blu!>> gli risposi convinta.

<<Questa cosa non ha senso. A me piace il verde e comprerei tutti i vestiti verdi che vedo>>

<<Anche i tuoi stupidi occhiali sono verdi>> dissi a bassa voce ma a quanto parve non abbastanza.

Benjamin mi afferrò i fianchi di scatto e mi buttò a terra.

<<I miei occhiali non sono stupidi>> mi disse facendomi il solletico.

D'un tratto si fermò ma le nostre risate continuarono ancora per qualche istante.

<<Posto preferito?>> mi chiese guardandomi fisso negli occhi.

<<Questo>> gli risposi senza neanche pensare.

Come quella sera avvicinò lentamente il suo viso al mio, forse per darmi il tempo di scansarmi se non avessi voluto andare oltre, ma non ce n'era bisogno, era li che volevo restare e soprattutto con lui.

Fece sfregare più volte i nostri nasi e toccò la mia fronte con la sua. Lo intravidi sorridere ed io feci lo stesso. Chiusi gli occhi e sentii le sue labbra sulle mie. Delicate e non invadenti. Iniziò a darmi piccoli baci spostandosi sugli angoli della bocca per poi tornare al centro delle mie labbra. Mi sentivo in estasi. Le sue mani tenevano i miei fianchi con forza ma senza farmi male. Dopo un tempo indefinito fatto di piccoli baci passò la sua lingua sul mio labbro inferiore e in automatico a quel suo tocco schiusi la bocca, trasformando quel casto bacio in uno più passionale.

Portai d'istinto le mie mani dietro la sua testa facendo entrare i suoi capelli tra le mie dita e cercai di avvicinalo di più a me, lo sentii sorridere sulle mie labbra e fece entrare piano le sue mani sotto la mia maglietta, sentire il contatto con delle sue dita sulla mia pelle mi fece scappare un gemito di piacere. Sorrise ancora e fece staccare le nostre labbra rimanendo però sempre alla stessa distanza.

<<Anche il mio>> mi disse ed io non capii che volesse dire, ero paonazza e affannata.

<<È anche il mio posto preferito ora>>

Sorrisi come un'ebete a quelle sue parole.

<<Dovremmo tornare dagli altri prima che ci credano scomparsi>>

Non avevo ancora spiccicato una parola e ancora non ci riuscivo, mi limitai ad annuire e a prendere la sua mano quando me la porse per aiutarmi ad alzarmi, quella volta però non la lasciai dopo essermi alzata e continuammo a camminare mano nella mano, senza parlare però. Non serviva.

Quando arrivammo al falò ci sedemmo dove sempre e notai Leila che mi fissava insistentemente, non capii subito ma quando mi resi conto che i suoi occhi puntavano le mie labbra istintivamente feci passare un dito su di esse, le sentii calde e leggermente gonfie. Sperai con tutta me stessa che non se ne accorgesse nessuno a parte lei.

Prendemmo i nostri soliti posti e non ebbi il coraggio di girarmi verso di lei, quindi mi si avvicinò e mi sussurrò ad un orecchio.

<<Domani mi dovrai delle spiegazioni>>

Arrossii d'istinto, era solo Leila, ma mi sentivo in imbarazzo.

Il giorno dopo nella pausa a scuola mi sedetti sotto al solito albero in attesa della mia amica, che non tardò ad arrivare. Mi si sedette affianco e si mise a fissare il vuoto. Io non avevo alcuna intenzione di iniziare a parlare, nonostante fosse la mia migliore amica non mi è mai piaciuto parlare molto di me e delle mie emozioni, al contrario suo che è sempre stata molto aperta e soprattutto curiosa.

<<Davvero non mi dici niente?>> mi chiese girando la testa verso di me.

<<A cosa ti riferisci?>> le risposi poco convinta e fingendo un sorriso ingenuo.

<<Avanti Celine! Ti conosco da una vita. È successo ieri sera?>>

Non aveva senso mentire con lei, anche se non le avessi detto nulla ormai aveva capito tutto. Non so se questo suo leggermi nella mente mi infastidiva o mi rassicurava. Non l'ho mai capito.

<<Si, ci siamo baciati>> lei sorrise e iniziò a battere le mani.

Io scossi semplicemente la testa per la sua esuberanza. Lei lo notò e si calmò.

<<Posso dirti solo una cosa?>> mi chiese seria.

<<Sono mai riuscita a impedirti di parlare?>>

Lei fece una risatina e continuò.

<<Non essere frettolosa, lasciati il tempo di conoscerlo bene. Ti conosco, ti butti sempre a capofitto nelle cose e poi non riesci più a uscirne!>>

Le sue parole mi parvero cattive e infondate e lei si accorse subito della mia espressione.

<<Come vanno le lezioni di aerobica?>>

In quel momento la sua domanda mi sembrava del tutto fuori luogo e senza alcun senso. Mi girai a guardarla stranita e lei mi incitò a rispondere.

<<Da schifo! Lo sai che non mi piace andarci!>>

Lei sorrise soddisfatta.

<<Lo so, neanche a me piaceva ma io ho mollato dopo la terza lezione. Tu invece hai continuato. Perché?>>

<<Perché ormai avevo preso un impegno e...>>

Mi fermai capendo esattamente dove volesse arrivare. Aveva ragione, non mi sono mai tirata indietro in niente e non perché sono coraggiosa, no, tutto il contrario. Ho sempre avuto paura di deludere le persone, magari qualcuno avrebbe potuto pensare male di me e questo mi faceva andare fuori di testa, quindi tante volte ho preferito rimanere zitta e al mio posto e continuare. È così che mi sono ritrovata a saper suonare il violino anche se mi annoiava e non mi piaceva e per la stessa ragione frequentavo quel maledetto corso di aerobica.

Leila si accorse che avevo capito.

<<Non sto dicendo che con Benjamin non starai bene, non pensarlo neanche. Solo mi preoccupo per te. Non lo conosci ancora bene ma ti vedo totalmente presa>>

Mi alzai di scatto, aveva ragione, ovvio che ce l'aveva ma mi feriva sentirla parlare così.

<<Tu non lo conosci ma io si! Non impicciarti se devi solo criticarmi>>

E corsi dentro alla scuola lasciando Leila sola in giardino.



Spazio autrice

Capitolo corto, ma ho voluto spezzarlo dal prossimo.

Grazie per le visualizzazioni che stanno crescendo ma spero anche di riuscire a confrontarmi con voi al più presto.

MOONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora