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Probabilmente la mia reazione gli era sembrata del tutto fuori luogo, infatti arrivati alla sua moto dopo aver riportato le chiavi del quad salì in moto aspettando che gli salissi dietro senza guardarmi.

Il tragitto verso casa mia mi sembrò infinito. Le lacrime mi scendevano lente e il cuore mi faceva male. Mi sentivo in colpa, magari ero stata affrettata, forse dovevo lasciarlo parlare, forse a lui serviva più tempo ma io mi sentivo troppi passi davanti a lui. Mi sentivo in pericolo, se per lui la cosa non era seria come ormai lo era diventata per me avrebbe potuto farmi male davvero. Mi aveva detto che aveva paura di perdermi, che non vedeva una vita senza di me ma che ruolo mi avrebbe dato nella sua vita? Un'amica? Un'amante? No, io volevo molto di più.

Arrivati davanti a casa mia fermò la moto ma non spense il motore, rimase con le mani incollante al manubrio senza muoversi. Io scesi e corsi dentro casa, quanto avrei voluto urlargli quello che mi ronzava per la testa, volevo delle risposte ma in realtà non avevo il coraggio di sapere quello che avrebbe detto.

Chiusi la porta alle mie spalle e mi ci appoggiai con la schiena, quando sentii la sua moto partire sfrecciando non riuscì più a contenere la mia disperazione e iniziai a piangere come mai in vita mia.

E così la nostra storia era già al termine?

Pensai che se davvero mi amava mi avrebbe detto qualcosa vedendomi star male e invece se ne era andato senza nemmeno salutare.

<<Celine, sei tu?>>

Sentì mio fratello Drake chiamarmi da sopra le scale e cercai di ricompormi ma non appena si affacciò e mi vide in quelle condizioni scese di corsa e mi abbracciò, d'istinto mi appoggiai a lui e continuai a piangere con la testa premuta al suo petto.

<<Vieni, andiamo di sopra prima che arrivino mamma e papà>>

Lo seguii in silenzio, tenendogli la mano e tirando su con il naso di tanto in tanto.

Quando arrivammo in camera mia lui si sedette sul letto ed io rimasi in piedi con la testa abbassata, quasi mi vergognavo di com'ero ridotta.

Lui mi sorrise dolce e mi incitò a sedermi accanto a lui.

<<Che è successo? A me puoi dirlo>>

<<Sono una stupida Drake>>

Feci un enorme sforzo per dire quelle parole.

Drake mi riabbracciò.

<<Senti dico a mamma e papà che noi mangiamo qualcosa in camera va bene?>>

<<Io non ho fame>>

<<Oh ma io ne ho per tutti e due>> mi disse ridendo.

Uscì dalla camera e lo sentii parlare al telefono con i miei. Gli disse che ero triste perché tra poco sarebbe andato al college e che volevo passare una serata con lui.

Eh già, era l'ultima estate prima che mio fratello andasse al college. La mia vita sarebbe totalmente cambiata senza averlo per casa. Avevamo solo due anni di differenza e per questo siamo stati sempre molto uniti. Eravamo complici in tutto, mamma e papà si sono sempre lamentati del fatto che non riuscivano mai a capire chi avesse combinato la marachella perché piuttosto di vedere uno dei puniti ci prendevamo la colpa e i nostri genitori si impietosivano e finivano per non punire nessuno dei due.

Rientrò in camera sorridendo.

<<Ora ordiniamo delle pizze e mamma e papà hanno detto che visto che non sono graditi resteranno fuori un altro po'>>

La cosa mi consolò e non poco. Non avevo proprio voglia di farmi vedere da qualcun altro con gli occhi gonfi e il naso arrossato.

Si stese comodamente sul mio letto e si limitò a fissarmi per un po', io rimasi nella stessa posizione di prima, gambe incrociate, mani che si torturavano e sguardo basso.

MOONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora