8) Diventare ricchi: seconda parte del piano

123 12 7
                                    

«Il mercato della capitale ne vale davvero la pena.» Fedele camminava spavaldo tra la gente della città, una ressa di persone riempiva un viale che correva circolare tutt'attorno al castello. Case a sinistra, case a destra e quei banchetti al centro che esponevano mille merci, uno dietro l'altro lungo tutta la strada, carni, frutta, pelli, utensili, metalli, gioielli e più ancora senza riuscire a vederli tutti, la gente visitava il mercato della capitale solo per vedere ma se ne andava sempre con qualche acquisto per le mani, troppa abbondanza per non venirne tentati, troppe merci, troppi venditori.

«Vorrei vederli tutti.» fece Fedele.

«Vorrei comprare tutto.» Mavelina sospirò.

«Alla fine di questa giornata ti potrai comprare l'intera città» Filomeno le diede un colpetto di gomito sulla coscia «Vedrai.»

Tutte quelle persone per strada alleggerirono il cuore di Fedele: impossibile incrociare proprio il mercante che lo aveva additato come ladro. Gli si sollevarono le guance «Aveva fiuto quel mercante.» portò di nuovo le mani dietro la testa, coi gomiti larghi come prendesse il sole.

«Faccio prendere un po' d'aria all'uomo mela.» disse Mavelina.

Tempo di portare il pomo al sole questo sbocciò tramutato nell'uomo «Il capitano c'è cascato?»

«Sì» Mavelina piantò i pugni sui fianchi col sorriso sornione stampato in faccia «Sono brava?»

«Complimenti.»

«Però voglio sapere delle cose da te: tu compari solo al sole, allora perché non sei abbronzato?»

«Sono stato molto più spesso pomo d'oro e molto meno umano, soprattutto negli ultimi anni...»

«Una cosa più importante.» il nano intervenne con le pupille strette tra le ciglia «Se ti trasformi solo al sole, nel tempio ti colpiva un fascio di luce, ma eri comunque mela d'oro e non umano... per magia?»

«No, semplicemente il fascio di luce veniva riflesso da uno specchio e non era diretto del sole.» uomo mela alzò gli occhi al cielo e coprì l'astro con una mano, non poteva guardarlo per più di un attimo senza lacrimare.

Il nano lo rimproverò «Vuoi diventare cieco?» cercò di dargli uno schiaffo sulla nuca ma colpì la schiena «Cos'hai col sole?»

«È la mia condanna: non poter mai più far qualcosa di nascosto. È una storia lunga, fu una donna a...»

«Ehi!» Fedele sgomitò tra i tre con una mela rossa in mano «Io voglio sapere un'altra cosa: se mordo questa» diede una dentata alla mela che si frantumò con un sonoro scricchiolio «ti fa senso?» chiese col succo tra i denti.

«Aspetta, Fedele.» Mavelina sentì la bocca asciutta all'improvviso «Quella dove l'hai presa?»

«A quel banchetto lì.»

«E l'hai pagata?» domandò il nano.

«No. Se vuoi pagartene una ti do i soldi.» con la mano libera tirò fuori tre monete d'argento.

«Quelle dove le hai prese?» domandò uomo mela.

Gli venne risposto con un sorriso punteggiato di pezzetti di mela.

«Ho capito, non dalle tue tasche.» uomo mela alzò le spalle e guardò avanti «Ti avviso che dovremmo tenerci defilati, almeno fino all'incontro col re, giusto per non attirare guai.» si accorse tardi di parlare da solo, gli altri tre già assediavano il banco della frutta coi tre pezzi d'argento sporti e le dita che indicavano quel cesto di pere e quell'altro di noci e anche quella sacca in cui portarsi via gli acquisti.

Pomo d'oro fuorilegge || Vincitore Wattys 2021Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora