30) I confini del regno Parte 3

54 10 0
                                    

Soffiate le fiamme via dai lumi, lasciato il salotto, nessuno si accorse del servitucolo rimasto lì. Seduto su un poggiapiedi sospirava con quel leggero gorgogliare di gola, in altre parole ronfava. Ronfava dalla storia del prete isterico e dell'oca parlante. Un prete e un'oca, due argomenti perfetti per assopire un nano, eppure Fedele la raccontava con la ridarella.

«Altro che» borbottò Filomeno nel sonno «Nelle nostre sale...»

Nelle sale di Nostorre Montagna le storie si raccontavano coi boccali in mano e il narratore sopra al tavolo che batteva i piedi ogni volta che un drago sputasse, una montagna franasse o una nana schiaffeggiasse il proprio marito.

«Così si racconta.» bofonchiò ancora.

D'altronde si lamentava con ragione: tutti i nani mangiavano abbondante la sera e, se qualcuno non saltava sul tavolo e gridava storie spettacolari, ecco che nessuno sarebbe rimasto sveglio. Rimanere svegli a raccontarsi storie era l'ultimo traguardo della giornata, soprattutto a Nostorre Montagna

«La mia Nostorre» sospirò, ingobbito sul poggiapiedi, un attimo prima di aprire gli occhi «Ah!» infilò un dito nell'orecchio buono per togliere quello sporco che lo otturava «Cos'era?»

«Mi hanno legato.» fece una voce nell'aria.

«Viene da fuori.» alzato, Filomeno trascinò il poggiapiedi fin sotto la finestra, vi salì e aprì l'imposta. Con la pancia sul parapetto vide diverse torce, dei gendarmi e Cacciatore che discuteva col custode della casa

«Sono dei criminali spietati, sono pericolosissimi.»

«Non sveglierò la signora e il signorino per questo tizio.»

Uno dei gendarmi insistette «Potremmo aspettare domani, ma non vorremmo che i vostri ospiti siano un pericolo per vossignoria.»

«Eh» sospirò il nano sceso dal poggiapiedi «Chi sveglio adesso? La pazza o il ciarlone?»

Lì sotto, intanto, la sclera negli occhi di Cacciatore Frignone prendeva spazio nel suo sguardo, le palpebre scappate a nascondersi e le pupille strette strette sotto i bagliori delle torce.

«Lo abbiamo trovato legato in un fosso.» fece un gendarme «Gridava.»

«Mi sarebbe bastato che mi lasciaste scappare da quei matti.» aggiunse Cacciatore «Non posso sopportare l'idea di vederli un'altra volta.» inspirò a denti chiusi, coi polmoni che gli tremavano balbettò «Sono dei matti.»

Il custode scrollò la testa «Senza offendere la gendarmeria, ma quest'uomo mi spaventa più dei nostri ospiti.»

«E fai male» sputò Cacciatore con un'ansia che gli levava il fiato «Volete sapere cosa mi hanno fatto?»

«Sì.»

«Mi hanno legato alle corna di un caprone, mi hanno fatto saltellare a caviglie unite per una notte intera, mi hanno annodato le mani a una spada perché minacciassi una vecchia!» espirò un gemito «Uh!» gli fremeva tutta la faccia, esasperato «E poi quel ragno! Mi hanno fatto dormire con un ragno gigante e quello tutta la notte mi camminava sulla bocca.» Cacciatore cercò la comprensione sul viso del custode «Devi credermi!» ma dietro l'espressione poco convinta di quello, oltre l'ingresso del palazzo, apparve il viso di Mavelina, un sorriso a sopracciglia piatte, giunto da un lato, come sospinto su un carrellino o come fluttuasse.

«Ah!» Cacciatore Frignone saltò indietro, cercò di fuggire dalle mani dei gendarmi «Uah!» quelli lo riportarono di fronte al custode «È lei!» indicava col dito quel volto bianco, quasi fluorescente, che gendarmi e custode, girati a controllare, non vedevano.

«Cosa stai indicando? Non c'è niente.»

«Si sta nascondendo a voi con la sua magia, ma è lì!»

Pomo d'oro fuorilegge || Vincitore Wattys 2021Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora